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"PIU' DEL CLAMORE DEGLI INGIUSTI TEMO IL SILENZIO DEGLI ONESTI"

 

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A PROPOSITO DI LIBERTA' DI STAMPA

Post n°587 pubblicato il 04 Ottobre 2009 da bargalla

               [libertà.jpg]


Da pugliese esprimo tutta la mia gratitudine alla Signora Patrizia D’Addario perché ha contribuito a scoperchiare il verminaio della sanità malata della mia, della nostra Regione e a sputtanare in diretta planetaria l’osceno del villaggio globale affondando il bisturi dell’amor proprio, ferito e gabbato dal potente di turno, nel purulento bubbone delle corruttele senza curarsi più di tanto degli attacchi al calor bianco mossi nei suoi confronti da un branco di cani rognosi che latrano a comando e si accucciano ai piedi del loro padrone; un satrapo sempre più nudo e inverecondo verso il quale è inutile infierire proprio perché ci pensa da solo a rivelare il suo vero volto rimasto per lungo tempo celato dietro quella maschera che si chiama ipocrisia.
C’è tutta una letteratura sul conto dell’innominato, basterebbe leggere qualche libro che lo riguarda per considerarlo un pericoloso accidente della storia assurto alla gloria del potere per consolidare semplicemente i propri interessi e demolire lo Stato di Diritto sulle cui rovine perfino una escort può rappresentare un motivo di speranza a fronte di un’opposizione incapace finanche di balbettare qualcosa che sia riconducibile appena alla sua funzione di baluardo di una democrazia incompiuta e per questo facile preda di populisti tracotanti, zotici e volgari, auto legittimati da un consenso loro derivante dalla sistematica violazione di Principi Costituzionali.

Fa schifo ascoltare il lamento di un ponzio pilato che stigmatizza il degrado della politica dellutrescamente schifanizzata da copule, cupole e crapule mafiose, piduiste ed eversive sebbene egli conosca nome e cognome del vulnus dal quale originano l’imbarbarimento e la corruzione del Paese avvitatosi in quella spirale che io chiamo puttanesimo clerico-fascista, ovverosia la nuova religione di uno stato berlusconizzato che vede i suoi officianti stracciarsi le vesti alla stregua di certi farisei che scorgono la pagliuzza nell’occhio del prossimo e non si accorgono della trave che ferisce i loro occhi e li acceca con il falso perbenismo che, per esempio, consente ad un pennivendolo di chiedere ad una squillo d’alto bordo come sbarca il lunario, come se i pennivendoli non si prostituissero peggio e più di quanto facciano le puttane giacché vendono quanto si presume abbiano di più caro: l’intelligenza e l’onestà intellettuale.
Ammesso e non concesso che ce l’abbiano per davvero!

Basta ascoltare chi sparla di “inaccettabile regime mediatico” mistificando come al solito la realtà proprio dalla sacrestia della videocrazia, per nutrire qualche ragionevole dubbio sulla deontologia professionale di certi prezzolati scribacchini che decantano le gesta del loro mammasantissima così come l’acqua di fogna decanta la sentina: prima o poi la merda verrà a galla e sarà sotto gli occhi di tutti, anche di quelli che per piaggeria, assuefazione e convenienza fanno finta di non vedere, e allora spero che qualcuno, finalmente, riuscirà a provare almeno un minimo di vergogna professionale e di decoro istituzionale.    
Ne consegue che c’è molta più dignità in una mignotta che esercita meritoriamente il mestiere più antico (e redditizio) del mondo che in certi squallidi e arroganti servi leccaculo del padrone incapaci perfino di respirare autonomamente senza il consenso del dominus e minzo-mingere servile encomio dimostrando una cortigianeria propria di chi fra inchini e salamelecchi incede strisciando e leccando senza avere più la forza di procedere con la schiena dritta, senza avere più la capacità di chiamare le persone e le cose con il loro nome dicendo dittatore al dittatore, pane al pane e vino al vino.

Zotica plebaglia, pessimi ottimati,  involgariti dal facile (quanto inindagabile) guadagno assurti agli onori del potere unicamente per curare i propri sporchi interessi, violando soprattutto Principi Costituzionali, Leggi, norme e regolamenti con l’acquiescenza soporosa di garanti incapaci di distinguere finanche le anomalie checché ne dicano le anime belle di quanti si ritraggono inorriditi dinanzi alle ruspanti quanto condivisibili esternazioni del tribuno Di Pietro.
Intanto approvano “con la fiducia” un decreto legge che premia in primo luogo i malfattori, i disonesti e gli evasori fiscali, di cui evidentemente l’attuale maggioranza è la massima espressione e questo col favoreggiamento di parlamentari assenteisti lautamente pagati per schiacciare un semplice bottone.
Il fatto drammatico è che molti non fanno nemmeno quello preferendo marcare fogna o adducendo irricevibili scuse. E’ impossibile ostentare sovrana indifferenza, forse a questo pensano certuni della cosiddetta maggioranza quando affermano che “la sovranità appartiene al popolo”.
Un popolo sovranamente espropriato dalla sua funzione primaria ed elettiva, un popolo, ahimè, considerato alla stregua di un gregge in balia di cani pastori e di mandriani privi di scrupoli.    

Un ceto politico supponente, inetto e inadeguato si arroga il diritto di legiferare unicamente “pro domo sua” e questo lo si evince guardando perfino gli scenari di immani tragedie che da qualche tempo interessano l’Italia; un Paese, una Nazione a rischio crolli, il cui dissesto idrogeologico và di pari passo con quello politico sempre più coinvolto nella bancarotta morale e materiale di uno Stato forte con i deboli e debole con i forti, non più costituito da Comuni ma da pedestri signorie asservite ad un bieco feudalesimo retrivo e antistorico.
Si guardi agli affetti degli arcana imperii sulla vita politica italiota, si guardi alle orripilanti “leggi vergogna” vergognosamente pensate ed esibite ad uso e consumo di spregevoli utilizzatori finali, si vedano le conseguenze degli innumerevoli condoni edilizi e fiscali proposti e pensati non certo per fare cassa, quanto per fare un favore a chi dopo aver violato la Legge se ne fa un’altra su misura per cassare violazioni e irregolarità senza riuscire a sanare abusi che gridano vendetta da un territorio, da uno Stato ferito e oltraggiato da una classe politica a dir poco connivente col malaffare che in tempi recenti ha ritenuto “moralmente” accettabile evadere le tasse.
E poi c’è anche chi ha la faccia tosta di parlare di anti-italiani!    

Si omettono le notizie, si cancellano i fatti, i tentacoli del controllo governativo si allungano minacciosi sull’informazione tentando di condizionarla a fronte di una presunta liberà “garantita” da magnaccia e prosseneti al servizio di oligarchi ispirati dalla bolscevica putinizzazione cucinata in salsa berlusconiana.
Dicono che in Italia ci sia libertà di stampa, eppure non si contano gli editti censori, gli ostracismi, i tentativi di imbavagliare e intimidire questo o quel giornalista agitando guinzagli e museruole sotto il ricatto di malleverie non concesse unicamente perché il pensiero unico non gradisce voci fuori dal coro.
Forse in Italia c’è libertà di stampa, ma è una libertà vigilata e condizionata dalla presenza di un monopolista che non vede di buon occhio la concorrenza.
Il guaio è che si proclamano anche liberali!       
Il dramma è che si è perso perfino il valore semantico di certi termini svuotati e sviliti del loro significato. Può darsi che in Italia ci sia libertà di stampa, ma è una libertà relativa certificata ad esempio dall’ultimo  rapporto di Freedom House che non a caso considera l’Italia un Paese “partly free”. Parzialmente libero!
Nella classifica generale comprendente 195 Paesi, L’Italia occupa il 73esimo posto con una motivazione che smentisce in primo luogo il presidente del consilvio e poi i cantori del credo berlusconiano.

Le motivazioni sono così riassunte da Freedom House nel suo rapporto generale:
“Italy slipped back into the Partly Free range thanks to the increased use of courts and libel laws to limit free speech, heightened physical and extralegal intimidation by both organized crime and far-right groups, and concerns over media ownership and influence. The return of media magnate Silvio Berlusconi to the premiership reawakened fears about the concentration of state-owned and private outlets under a single leader
.”

“L’Italia è scivolata nell’area dei Parzialmente Liberi grazie all’uso accresciuto delle corti di giustizia e di leggi contro la diffamazione per limitare la libera espressione, all’aumentata intimidazione di tipo fisico ed extralegale da parte della criminalità organizzata e di gruppi di estrema destra e a preoccupazioni relative alla proprietà dei media. Il ritorno del magnate dei media Silvio Berlusconi al governo ha risvegliato timori sulla concentrazione dei mezzi privati e posseduti dallo stato sotto il controllo di un unico leader.”

A futura memoria: la libertà che abbiamo è la libertà per la quale ogni giorno combattiamo.

 
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