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"PIU' DEL CLAMORE DEGLI INGIUSTI TEMO IL SILENZIO DEGLI ONESTI"

 

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UN CALCIO DA PRENDERE A CALCI

Post n°333 pubblicato il 09 Settembre 2006 da bargalla

L'Italia pallonara in questi giorni riprende a rimbalzare inseguendo una sfera di cuoio intorno alla quale, nonostante lo scandalo del calciomarcio, continuano a lievitare interessi commerciali e mediatici solo marginalmente scalfiti dalle sentenze di una giustizia sportiva che, nonostante i buoni propositi, non è stata in grado di spazzare via un sistema reso ancora più forte dalla consapevolezza di essere riuscito, nello spazio di una stagione, a fagocitare e ad annullare anche quel falso moralismo tipico di un Paese in cui tutto purtroppo finisce a tarallucci e vino.
Il capitalismo tricolore, gli affaristi caciaroni, vanesi e fricchettoni, le mafie dei mediatori figli di papà, convivono da sempre con il sistema calcio, si nutrono dell'esposizione mediatica che ne deriva; per loro la tribuna vip, le regalie e l'approdo alla presidenza di una squadra sono degli status symbol al pari del jet privato parcheggiato nell'hangar di famiglia o di uno dei tanti costosissimi capricci di bambinoni annoiati da esibire in mondovisione come un trofeo di caccia.

L'ultimo scandalo pallonaro offre lo spaccato di una borghesia che pretende di essere aristocrazia e finisce per corrompersi e corrompere, svilendo ancor più un ambiente in cui lorsignori hanno trasferito tutto il loro armamentario di arrogante impunità per screditare quel poco di giustizia sportiva che, al pari di quella ordinaria, viene cavillosamente messa in condizione di non svolgere pienamente la sua funzione.
La vertiginosa scalata sociale di un rampante ex vice capostazione di provincia che si inventa manager pallonaro e diventa, secondo la definizione del New York Times, l'uomo più influente della Penisola (dopo l'omino bianco, naturalmente), una classe arbitrale fin troppo cornuta che fischia su commissione e stravolge le regole del gioco, dirigenti a digiuno di ogni etica e morale che digeriscono tutto, anche l'illecito sportivo, pennivendoli che "processano" ma che dovrebbero essere al loro volta inquisiti e radiati; tutti esempi di una cultura che si va sempre più affermando, secondo cui la frode conta più del merito, il padrinaggio più del valore, il nepotismo più dei prodotti e dei risultati.
Bisognerebbe boicottare questo pollaio in cui la gallina dalle uova d'oro produce in batteria puponi miliardari e comprimari milionari.
I tanti polli che si fanno volentieri spennare, almeno per un anno dovrebbero pensare di più alle loro penne e meno alle uova d'oro di una gallina alla quale prima si torce il collo e meglio è.
Il grande bluff dei palloni gonfiati perpetrato negli anni da personaggi privi di scrupoli ha finalmente creato nel pubblico pagante un malcontento e una disaffezione che è quanto di più salutare potesse capitare ad una corte di ingordi miracolati.
Parassiti vissuti nell'ottica di un profitto spudorato, un'offesa per l'operaio e il metalmeccanico che in una vita intera di lavoro non guadagneranno mai quanto incassa in un anno uno di quei pagliacci in mutande che la domenica si fingono campioni di uno sport che ha smesso di essere tale nel momento in cui è sceso in campo il moggismo finanziario, ovvero il capitalismo tangentizio e mercenario di una borghesia miliardaria che incoraggia e favorisce l'arroganza dei cortigiani e si ingozza telelucrando sulla passione di un Popolo per quello che una volta era il campionato più bello del mondo.

 
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ossimora
ossimora il 09/09/06 alle 12:07 via WEB
io andavo allo stadio con mio padre ,seppur in ua categoria inferiore mi divertivo parecchio ,poi ho avuto il periodo di "tifo",per l'Inter...ormai da tempo non me ne frega più niente ,anzi...mi da fastidio anche solo il parlarne che ne fanno continuamente ovunque.SONO IMPERMEABILIZZATA ;NON LI SENTO PIU'
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