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"PIU' DEL CLAMORE DEGLI INGIUSTI TEMO IL SILENZIO DEGLI ONESTI"

 

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« TRA SOLITUDINE E DESTINO APPUNTI PER UN GIORNO DI "FESTA" »

"SAGGE DECISIONI"

Post n°538 pubblicato il 20 Dicembre 2008 da bargalla

                 

L’ex camerata gianfranco fini, illustre esponente di una destra indecente, ha recentemente dichiarato:"l'ideologia fascista da sola non spiega l’infamia delle leggi razziali. C’è infatti da chiedersi perché la società italiana si sia adeguata nel suo insieme alla legislazione antiebraica e perché, salvo talune luminose eccezioni, non siano state registrate manifestazioni particolari di resistenza. Nemmeno, mi duole dirlo, da parte della Chiesa cattolica».
A me, vituperato laicista, non duole affatto dirlo: la chiesa catto-vaticana, sinonimo di universale ipocrisia, con parole, opere e omissioni è stata complice di un regime considerato male assoluto che con la promulgazione delle leggi razziali raggiunse l’apice dell’abiezione umana senza per questo incontrare alcun ostacolo da parte della gerarchia ecclesiastica, la quale, a leggere certi documenti, sembra invece aver ispirato, con larghissimo anticipo, se non avallato, l’antisemitismo, la difesa e la supremazia della razza (quale razza è facile immaginarlo) ponendo dei precisi paletti per evitare che si giungesse a quello che un papista come marcello pera, ha successivamente etichettato come “meticciato”.
Significativo che il richiamo al meticciato sia stato fatto dal pera nel meeting di comunione e liberazione.
Tralascio per il momento le polemiche che stanno accompagnando la beatificazione di pio dodicesimo: è infatti a dir poco diabolico “santificare” un tale papa, complice silenzioso del nazi-fascismo; impossibile trovare nel suo operato quelle virtù eroiche che dovrebbero assicurargli la gloria degli altarini, ma ormai la setta catto-vaticana, dà il meglio di sé quando santifica cani e porci, quindi un pio in più o in meno non fa differenza alcuna così come peraltro impone la papalatria, il culto e lo spaccio di una bestia trionfante che continua imperterrita a latrare e ad abbaiare alla luna con buona pace di un certo Giordano Bruno.

Altro che statolatria! E’ questa l’inverosimile accusa, mossa da un guardiano della teologia dell’oppressione, tale angelo amato di professione prelato della chiesa dei papi, ad un Paese sovrano come la Spagna e tanto basta a manifestare il concetto che questi cani rognosi hanno della laicità dello Stato. Evidentemente gli ayatollah catto-vaticani nel condannare l’educazione civica, da par loro definita “indottrinamento”, propugnano l’avvento delle famigerate teocrazie nelle quali il clericalume imperante detta legge al fariseume trionfante, così come accade in Italia, colonia del regno pontificio; attentano impuniti all’ordinamento di un qualsivoglia Stato che in Europa abbia l’ardire di opporsi eticamente e laicamente alla deriva papista, assolutista e clericale: evidentemente oltretevere dormono il sonno della ragione e sognano di restaurare il sacro romano impero.
Il criminale fondamentalismo esibito dai gerarchi catto-vaticani, la pervicace ingerenza da loro esercitata diventa ancor più insopportabile proprio perché intrinsecamente arrogante al loro meschino gesuitismo.
Il chiesastico dominio, essendo totalitario, nega il diritto all’autodeterminazione, impone la morale dogmatica e la fideistica malaethica; cancella a colpi di anatemi e scomuniche principi fondamentali quali la libertà e l’uguaglianza. E non può essere altrimenti, non tanto perché così prevede la precettistica catto-vaticana, da condannare a priori proprio perché obbliga gli adepti a comportarsi secondo i diktat papali, quanto in considerazione del carattere antidemocratico e assolutistico dell’istituzione-chiesa che vede nel papa re un monarca assoluto al quale il popolo bue, il gregge, deve cieca obbedienza.
Quanto di più antidemocratico e oppressivo possa esserci sulla faccia della terra!

La religione è un fatto privato e tale deve rimanere, nessuno può imporre ad altri di credere in persone che rappresentano solo se stesse, altro che Dio; né di indottrinare le deboli menti di studenti e fanciulli che frequentano le scuole di uno Stato sedicente laico che avrebbe tanto bisogno di cento, mille Zapatero e di un’altra Porta Pia.
Liberarsi dal giogo dell’oppressione clericale risulta perciò vitale per uno Stato laico che prima di ogni cosa abbia a cuore il destino dei suoi cittadini, non a caso costretti al rango di sudditi e irreggimentati da un potere subdolo quanto mai che, per restare in Italia, approfitta di una politica debole quanto mai, per esercitare il suo autoritarismo con atti, parole, opere e omissioni tendenti a condizionare e a sovvertire l’ordinamento dell’Istituzione-Stato.
Questi omuncoli investiti della disgrazia divina rinfocolano polemiche da basso medioevo, l’oscurantismo li porta a regredire nel caos primigenio dell’ignoranza infusa. Sproloquiano di “valori non negoziabili” di “eugenetica” di “leggi omicide” e di “pillole assassine”. Parlano di difesa della vita fin dall’atto del concepimento e fino al suo naturale compimento, quando poi lasciano morire nell’indifferenza più totale gli ultimi della terra e si calano le braghe quando uno di loro, sentendosi vicino alla morte, recita il nunc dimittis, chiede e ottiene di raggiungere “la casa del Padre” diversamente da quanto viene riservato ai comuni mortali, i quali devono invece percorrere fino all’ultima stazione la loro via crucis.
Bisogna essere bastardi dentro e fuori per accanirsi in modo disumano sbranando il corpo di una donna diventato trofeo di una guerra religiosa e politica in cui i bracconieri, gli sciacalli e gli avvoltoi fanno strame della dignità umana.
Il corpo di Eluana, il corpo di una donna, di ogni donna, che l’ermeneutica antifemminista e la misoginia catto-vaticana vivisezionano da sempre nel modo più empio e turpe, è diventato il campo di battaglia su cui discettare col bisturi ideologico di vita e morte, di scienza e fede, di fides et ratio.
L’agonia di una donna è l’agonia di una Nazione intera, che affonda nel fango del falso perbenismo, nelle corruttele e nelle malversazioni di caste, ceti e camarille che vivono e vegetano grazie a quella professione di fede che ha nell’ipocrisia il mistero più grande.
Mysterium iniquitatis, direbbe qualcuno.

E così, mentre ancora non si placano le polemiche sul processo di beatificazione di papa pacelli, il pio di cui sopra, contrariamente a quanto auspicato dal signor tarcisio bertone, di professione cardinale e segretario di stato della chiesa dei papi, che lo scorso 6 novembre aveva definito tali polemiche “sempre meno comprensibili” in quanto legate a “una leggenda diffamatoria” sull’atteggiamento di pio dodicesimo verso la Shoah, un nuovo “fronte” sembra aprirsi nel dibattito storiografico sui papi del ‘900.
Onore al camerata gianfranco fini per aver sollevato il tappeto sotto il quale si accumula la polvere della storia e l’infamia delle leggi razziali, che vedono come protagonista un altro pio, ovvero il predecessore di eugenio pacelli, papa pio undicesimo, al secolo ambrogio damiano achille ratti, al quale la ricercatrice Lucia Ceci dell’Università di Roma “Tor Vergata” ha dedicato la relazione intitolata “Pio XI, il Vaticano e l’Impero del fascismo”, pronunciata nell’ambito del convegno “Religione e politica in Italia dal Risorgimento al Concilio Vaticano II”, organizzato dalla Fondazione Salvatorelli a Marciano (Pg), dal 5 all’8 novembre scorsi. 
Il testo della Ceci, che si è avvalsa di nuovi documenti inediti rinvenuti nell’archivio segreto vaticano (chissà perché l’archivio vaticano continua ad essere etichettato come segreto: mi chiedo che cos’hanno da nascondere) è stato ripreso da un lungo articolo dello storico Sergio Luzzatto sul Corriere della Sera.
Gli storici più avvertiti – ha scritto Luzzatto – hanno iniziato da qualche tempo a sfumare l’immagine troppo nitida e netta di una Chiesa compattamente schierata dietro le legioni del duce”.

“Ora che conosciamo meglio il travaglio della chiesa di pio undicesimo – ha però aggiunto Luzzatto – a maggior ragione restiamo colpiti” dalle ricerche di Lucia Ceci sull’appoggio dato da papa ratti alla legislazione razziale che vietava il concubinato (situazione frequente fra i soldati di stanza in Etiopia) tra un cittadino italiano “e una persona suddita dell’Africa orientale” al fine di impedire la nascita di meticci, ovvero di “degenerati” nei quali si assommavano “i difetti e non i pregi delle due razze”.
La legge era stata promossa nel 1937 dal ministro delle colonie italiche alessandro lessona, che aveva poi fatto pressioni sul nunzio vaticano in Italia, tale francesco borgongini duca, di professione cardinale della chiesa dei papi per ottenere l’appoggio diretto della cosiddetta santa sede. Appoggio che, naturalmente, venne accordato, come attesta un documento del 24 agosto del 1937 scritto dal cardinale domenico jorio, prefetto della congregazione dei sacramenti, e approvato da pio XI per essere inviato, già il 31 agosto del 1937, alla nunziatura d’Italia.
Nel testo del card. jorio si legge che la chiesa cattolica “a mezzo dei missionari” avrebbe collaborato alla campagna per la “sanità della razza” contro le “ibride unioni”.
Queste ultime dovevano essere impedite “per i saggi motivi igienico-sociali intesi dallo Stato” fra i quali “la sconvenienza di un coniugio fra un bianco e un negro” e “le accresciute deficienze morali nel carattere della prole nascitura”.
Non più quindi faccetta nera, ma bell’abissina!
E così il ministro delle colonie italiche lessona si disse “lieto delle sagge disposizioni della Santa Sede”.
Questa non è che una pagina fra le tante – ha commentato Luzzatto sempre dalle colonne del Corriere – nell’alterna vicenda del rapporto fra il Vaticano degli anni Trenta e i regimi razzisti. Ma è una pagina che avremmo preferito non leggere”.

Tuttavia negli anni a ridosso della promulgazione delle leggi razziali accanto al silenzio-assenso di pio dodicesimo e alle posizioni di pio undicesimo, fanno la loro porca figura quelle contenute in un opuscolo dei gesuiti, datato 1891, ripescato politicamente in modo propagandistico dal regime fascista e adottato per tracciare le linee guida di quella che sarebbe poi diventata la soluzione della “questione ebraica” così come la intese il fascismo con le sue aberranti e inumane leggi razziali.
Chi vuole approfondire l’argomento, può consultare il volume “Codice breve del razzismo fascista – La Questione razziale”- di Nicola Magrone, magistrato e studioso di diritto costituzionale.
Il saggio fornisce un’analisi del “sistema istituzionale” che rese possibile l’emanazione delle leggi razziali e contiene la raccolta integrale e commentata delle leggi e delle circolari emesse dal regime fascista e dalla repubblica di Salò; si occupa anche delle leggi “riparatrici” promulgate in seguito dallo Stato italiano; leggi in gran parte non ancora del tutto attuate.
L’opuscolo dei gesuiti del 1891 aveva un titolo che è tutto un programma “Della questione giudaica in Europa” e fu pubblicato con tutti i nihil obstat (quominus imprimatur) dell’autorità ecclesiastica: fu riscoperto dal regime fascista, ristampato e fatto circolare a più riprese dal 1938 in poi.
Nell’opuscolo ripreso in quegli anni da Civiltà Cattolica, che ora si indigna per le chiamate di correità e che in un recente articolo ha definito “imbarazzante” l’atteggiamento tenuto dalla segreteria di stato vaticana guidata allora proprio dal futuro pio dodicesimo, “si colgono a piene mani - scrive Magrone – il peggio del pregiudizio cattolico nei confronti degli ebrei e, insieme, le linee d’azione suggerite nella lotta al giudaismo, fatte sostanzialmente di inflessibile condanna e di aperture premiali in cambio della conversione”.
Tanto per dire, bisognerà attendere il venerdì santo del 1959 per “sorprendere” i fedeli: “fu solo da allora infatti – scrive Magrone – che nella liturgia del giorno non si disse più perfidi Judaei, ma solo Judaei”.

Il 9 ottobre scorso papa ratzinger, ipocrita massimo e sommo successore di bonifazio ottavo (il Poeta scriverebbe di lui “sei tu costì ritto Benedicto?”) ha celebrato messa per esaltare le virtù (sic) di pio dodicesimo nel contesto solenne e ufficiale del sinodo dei vescovi gratificando i nostalgici dei bei tempi andati della chiesa sotto il regno del defensor civitatis, ma la sua concione non è stata bene accolta da quella parte del mondo ebraico contrario ad ogni tipo di esaltazione di papa pacelli, proprio perché ritenuto colpevole di aver taciuto dinanzi alla tragedia della Shoah.
A tal proposito il rabbino capo di Haifa, invitato a parlare nello stesso sinodo sul ruolo delle sacre scritture nella vita religiosa ebraica, ha fatto notare che pio dodicesimo non dovrebbe essere beatificato o preso a modello perché ha mancato di salvarci o di levare la sua voce, anche se ha cercato segretamente di aiutare. Non siamo contenti dei tentativi nella Chiesa di dimenticare questo triste capitolo nella vita di un grande papa, che sentiamo di non poter perdonare e che non può essere perdonato, perché anche se non siamo dei sopravvissuti, proviamo il dolore dei sopravvissuti.

In questo clima di fascismo strisciante, perennemente connaturato ad un popolo bue che per accidia si lascia soggiogare dal più bieco fanatismo cesaropapista, non desta meraviglia che una classe politica sia in balia del clericalume imperante e si faccia concupire da un riccastro sfondato il quale ha elevato la corruzione a sistema, si è impadronito del potere e lo esercita in modo sprezzante pro domo sua.
Ora, dopo le plurimae leges ad personam, vuole “riformare” la giustizia secondo i suoi desiderata abolendo, fra l’altro, l’uso delle intercettazioni telefoniche nei reati contro la pubblica amministrazione: corrompere sarà più facile e, soprattutto, garantirà massima impunità ai disonesti servitori dello Stato.
La circostanza, per nulla secondaria, che le intercettazioni telefoniche siano all’origine di molte inchieste per corruzione rese note in questi giorni, costituisce un’ulteriore dimostrazione della concreta utilità di questo mezzo investigativo, anche per i procedimenti nei reati contro la pubblica amministrazione. E nel contempo costituisce un serio monito per quanti, in sede di politica legislativa, vorrebbero invece escludere la loro ammissibilità (il motivo è facilmente intuibile) proprio nell’ambito di tali provvedimenti.
In Italia c’è chi non riesce a mettere d’accordo il pranzo con la cena eppure il 10% delle famiglie possiede il 50% dell’intera ricchezza nazionale. In Italia c’è chi non riesce a sbarcare il lunario, eppure si può permettere un presidente del consilvio, il quale può concedersi il lusso di spendere dai cinquantamila ai centomila euro (con o senza fattura) per acquistare una pianta, dicasi una ( e che sarà mai, l’albero degli zecchini d’oro?) per abbellire i suoi lussureggianti orti botanici.
Provo rabbia per il “così fa tutti” senza che nessuno s’incazzi, come dovrebbe, mettendo fine a questo schifo di cose.
Il conformismo dei corrotti e dei corruttori, il meretricio e le cortigianerie delle dame di compagnia e dei cavalier serventi, le malversazioni dei potenti e le prevaricazioni degli impenitenti hanno stretto un’alleanza criminale con i poteri occulti che poi sono quelli che davvero in Italia fanno il bello e cattivo tempo. Le cosiddette elezioni sono solo un bluff, una porcata; tutto viene deciso in anticipo, a tavolino.
Non per niente a simboleggiare tali poteri c’è una piramide o, se volete, una cupola!

 
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Commenti al Post:
deltascorpii
deltascorpii il 20/12/08 alle 23:55 via WEB
Complimenti. Non ho letto tutto, eprchè il sangue ribolliva dalle prime righe. Noi siamo una colonia vaticana, e mi chiedo cosa c'entri Gesù Cristo con tutto questo. Ritengo da sempre che sia stato usato come slogan, come mezzo per attirare gente, allocchi, poveracci, bisognosi, creduloni, bisognosi .. ma Cristo con la Chiesa Cattolica non c'entra nulla. Questa è la chiesa chel'ha messo in croce. Però è più avanti. Ora lo usa a suo vantaggio. Con ratzinger stiamo tornando al medioevo più oscuro. Parlano di statolatria? Ma debbono esser solo loro gli unici ad indottrinare? La scienza racconta frottole? Ma devono esser solo loro a raccontarci al favoletta della creazione, e quella più assurda di adamo ed eva? Il problema sai qual'è? è che hanno tanto terreno fertile, aiutati volontariamente e involontariamente, da chi continuaad andargli contro a prescindere, facendo il loro gioco e con lo stesso linguaggio. Bisognerebbe diventare DAVVERO uno stato laico. Ma non senza simboli religiosi, ma con TUTTI i simboli religiosi. Non sono ancora padre, ma spero Dio di diventarlo. Devo per forza mandarlo a catechismo altrimenti è isolato dagli altri, emarginato? Sì, devo. Per cui siamo davvero liebri? Se non ti sento, BUON NATALE.
(Rispondi)
Antares.89
Antares.89 il 22/12/08 alle 08:04 via WEB
Mi sono fermato a metà del secondo paragrafo: se parlassi più per concetti e meno per insulti magari dimostreresti di avere ragione. Non avendo letto non so a cosa si riferisca la simpatica bandiera in fondo, ma ti ricordo che Berlusconi non ha fatto un golpe, è stato eletto dalla maggioranza delgi italiani. E se davvero siamo in uno stato fascista asservito al Vaticano perché non te ne vai in vacanza in Corea del Nord o in Iran? (Per sempre).
(Rispondi)
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