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« Vittorio Messori e la ma...Prodi adesso piace al Vaticano? »

Passa per CL da Rimini il destino di Prodi?

Post n°34 pubblicato il 18 Agosto 2007 da appestato.am

Prodieccetera Nelle pagine odierne di "Repubblica" di Bologna, Filippo Andreatta confessa tutto il suo sconforto per come stanno procedendo le cose in casa del nascituro Partito Democratico.
«La mia freddezza attuale dopo l'entusiasmo dei mesi precedenti», spiega, nasce dal fatto che Ds e Margherita stanno cercando di mettere ai vertici locali soltanto uomini loro: se ci riusciranno, «quella sarà la cartina di tornasole che il test del rinnovamento è fallito».

Intanto parte a Rimini il Meeting di Comunione e Liberazione, dove (come sempre) si parlerà (anche) di politica. Quest'anno sono attesi Fassino e Bersani.

Piero Fassino il 23 agosto discuterà con Mario Tremonti su «tre cose da fare assieme sul bene comune».

A Rimini, nel Meeting, si tratterà insomma di quei massimi sistemi che reggono il mondo della politica, e che proprio a Rimini hanno trovato applicazione nelle ultime elezioni amministrative, come in una specie di laboratorio privilegiato. Rimini non per nulla è la città che ha "inventato" il Meeting di CL.

Il voto riminese del maggio 2006 ha visto Forza Italia perdere il 52,13% dei suffragi, mentre AN saliva del 16,26.
Ovvero Forza Italia ha lasciato sul cammino 13.207 voti, mentre AN ne ha recuperati  1.422. E gli altri 11.785?
Molti (difficile capire quanti sono stati, dati i cambiamenti nei "simboli" avvenuti tra 2001 e 2006), molti certamente sono finiti a salvare il candidato (rieletto) di Centro-sinistra Alberto Ravaioli.
Il quale avrebbe acceso un cero alla Madonna se fosse riuscito ad andare al ballottaggio. Invece ce l'ha fatta al primo turno...

Il Centro-Destra era senza un candidato storico. Quello improvvisatosi all'ultimo momento, succedeva ad un altro gettatosi nella mischia e poi fermato. Ufficialmente dal cuore (problemi di salute), ma immaginiamo anche dal «portafoglio»: lui gridava troppo forte un «sogno» nuovo che avrebbe rovinato molti affari in corso.
Con la vecchia amministrazione, il Centro-Destra non se l'era passata poi così male. Due assessori dimessi (defenestrati) per la questione del troppo cemento non sono cosa da nulla.

Quindi ben vengano le tavole rotonde del Meeting sulle «cose da fare assieme sul bene comune». Ma ricordiamoci dell'esperimento amministrativo riminese del 2005. Semmai il Meeting riproporrà in sordina qualcosa che storicamente è già accaduto.

Quello che potrebbe accadere a livello nazionale, sarebbe soltanto il sacrificio di Romano Prodi fatto per mano di Fassino e Tremonti, con Veltroni che potrebbe accendere il suo cero «per grazia ricevuta», salendo a palazzo Chigi prima ancora di mettersi seduto a guidare quel Partito Democratico sulle cui sorti una persona perbene come Filippo Andreatta ha segretamente perso ogni speranza ed illusione.

A Rimini finì in giunta un assessore che dichiarò la sua non appartenenza politica: «Non sono mai stata iscritta né vicina ad alcun partito, e più che interrogarmi sul centro-destra o sul centro-sinistra, alla proposta di un impegno in giunta, mi sono chiesta se mi sentivo di tirarmi indietro davanti all’opportunità di operare, da un altro punto di vista rispetto a prima, per le persone e la città».

Ecco che cosa si intende per il «bene comune» di cui tratteranno Fassino e Tremonti. Come si vede a Rimini è già tutto accaduto. Nulla di nuovo sotto il sole, né con il bikini né senza...

La ciliegina sulla torta dell'assessore riminese indifferente alla Destra ed alla Sinistra, fu questa sua frase: «In giunta, sono considerata 'in quota' al mondo cattolico, più che a una coalizione». Se Buttiglione l'ha letta, ha avuto di certo i lucciconi agli occhi per la gioia.


 
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