Senza senso

E un'altra volta è notte e suono, non so nemmeno io per che motivo, forse perché son vivo.
E voglio in questo modo dire "sono!", o forse perché è un modo pure questo per non andare a letto
o forse perché ancora c'è da bere, e mi riempio il bicchiere. E l'eco si è smorzato appena
delle risate fatte con gli amici, dei brindisi felici in cui ciascuno chiude la sua pena,
in cui ciascuno non è come adesso da solo con se stesso
a dir "Dove ho mancato, dove è stato?", a dir "Dove ho sbagliato?" (Francesco Guccini)

Dopo non so quanto tempo rieccomi qua a provare a tenere in vita un blog. L’altra volta m’era riuscito per oltre un anno cosa che, vista la mia costanza, è da ritenersi un’impresa! Fa un certo effetto ritrovare scritto nero su bianco quelli che sono i miei pensieri e soprattutto il mio stato d’animo. Ed è ancora più strano vedere di come il tempo sia riuscito a cambiare anche un inguaribile pirlone come me. Se prima i miei post erano scanzonati, al limite del non sense (anche qualcosa aldilà del limite), ora cominciano ad essere d’una pesantezza che infastidisce anche chi sta a scriverli.

Probabilmente, me lo auguro, è un periodo. Anche perché sennò sarebbe da preoccuparsi seriamente. In fondo la mia arma di distruzione di massa è sempre stata una sana e distaccata ironia. Ho sempre fatto mia la filosofia del “meglio riderci sopra”, sono sempre stato l’anima della festa, il pagliaccio scanzonato che divertiva la compagnia e che faceva ridere.

Ma alla sera, prima di coricarsi sul letto per andare a dormire, il pagliaccio si toglie il trucco e, qualche volta, sotto la maschera del clown allegro e scanzonato c’è un’altra maschera certo, ma quella del Pierrot triste e piangente.

Quante maschere dovrò mai togliere prima di trovare la mia vera faccia?

Play it again Sam…