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Lungo il cammino delle vostra vita fate in modo di non privare gli altri della felicità. Evitate di dare dispiaceri ai vostri simili ma, al contrario, vedete di procurare loro gioia ogni volta che potete!
( Sioux )

 
 
 
 
 
 
 

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« I GRANDI CAPI... PENSIEROROSSO »

 GRANDI CAPI

Post n°18 pubblicato il 16 Gennaio 2009 da acquadolcebg

Piccolo Lupo
Cheyenne del Nord

Nome originale: Oh' Kum hka' kit
Nato nel 1820 a Black Hill
Morto nel 1904 a Lame Deer

Piccolo Lupo, in quanto "sentinella delle case sacre" degli Cheyenne del Nord, era la più importante personalità della tribù. Come molti altri uomini famosi degli Cheyenne e dei Sioux, anche Piccolo Lupo si conquistò notorietà per il suo coraggio, combattendo le tribù vicine. Ancora a sessant'anni egli superava nella corsa tutti gli altri guerrieri della sua tribù, il che dimostra ampiamente la sua superiorità fisica. Aveva inoltre il dono di esporre il suo pensiero in modo chiaro e convincente. Il suo modo di esprimersi, tranquillo e mite, era in netta contrapposizione con la sua condotta in battaglia, dove combatteva come un ossesso. Non ebbe tuttavia molte occasioni per mettere in mostra le sue qualità di combattente con i bianchi. Solo nel 1865 prese parte ai combattimenti che si conclusero con il massacro di Chivington, a Sand Creek. Poco dopo andò a Washington, fece visita al presidente Grant e gli chiese che cosa ne fosse dell'agenzia che gli Stati Uniti avevano promesso agli Cheyenne nel 1851. Anziché un'esauriente risposta Piccolo Lupo ricevette una medaglia per la pace... Il capo visse gli anni seguenti con la sua gente nell'agenzia di Nuvola Rossa. Tutti gli anni si recavano alla caccia al bisonte e anche all'inizio dell'estate del 1876, per cui non seppero nulla di quanto avvenuto sul Rosebud e al Little Big Horn e non poterono prender parte ai combattimenti. Quando però il colonnello MacKenzie attaccò il villaggio di Dull Knife e lo distrusse. Piccolo Lupo intervenne con i suoi guerrieri e aiutò donne e bambini a sfuggire alla soldataglia, rimanendo gravemente ferito. Da quel momento i due capi e la loro gente rimasero uniti e insieme andarono nel territorio indiano che i falsi profeti dei visi pallidi avevano descritto come la terra promessa. Quando Piccolo Lupo si trovò di fronte all'agente indiano John D. Miles espose la desolante situazione che faceva soffrire gli Cheyenne del Nord:

Siamo venuti per ottenere dall'agente il permesso di tornare nelle montagne della nostra terra. Tutta la mia gente è cresciuta là, in un paese pieno di pini e di fiumi limpidi e freddi. Là eravamo sempre sani perché c'era carne per tutti noi. Là eravamo felici, finché i soldati del "Grande Padre" non ci cacciarono. Da un anno siamo qui al sud e già molti di noi sono morti. Questo non è un buon posto per noi, fa troppo caldo, c'è troppa polvere, qui non abbiamo cibo sufficiente. Vogliamo tornare a casa tra le montagne. Se darci il permesso per tornare non rientra nelle tue competenze, puoi lasciar andare alcuni di noi a Washington, per ottenere il permesso di tornare a nord?... Non possiamo rimanere qui ancora un anno, vogliamo andarcene subito. Se rimarremo ancora un anno, nessuno di noi potrà tornare a nord perché saremo tutti morti.

Miles era troppo debole perché ottenessero qualcosa. Quando apprese che tre guerrieri cheyenne scontenti avevano abbandonato la riserva pretese da Piccolo Lupo dieci ostaggi, finché i fuggitivi non fossero stati ripresi. Altrimenti minacciò che avrebbe ridotto gli Cheyenne alla fame. Piccolo Lupo rispose sprezzante:

Da quando siamo stati portati in questa riserva, il mio popolo ha patito la fame. Non puoi più minacciarmi con lo spettro della fame. Ieri ho visto dei bambini che per disperazione mangiavano l'erba, ora vuoi togliere loro anche l'erba?... Lasceremo la riserva e andremo a nord nella nostra patria. Non voglio che qui scorra il sangue. Inseguici solo se avremo un piccolo vantaggio. Se volete lo scontro, l'accetteremo e la terra si coprirà di sangue.

Il giorno dopo, il 9 settembre 1878, gli Cheyenne del Nord si misero in movimento, lungo un cammino che avrebbe dovuto portarli, dopo oltre mille miglia, nella loro vecchia patria sul fiume Powder. Questo viaggio fu un tragico evento che dimostrava quanto fosse nel complesso sbagliata la politica americana per gli indiani: dall'impotenza dell'agente Miles al divieto del ministro Schurz. Due giorni dopo la partenza, gli Cheyenne furono raggiunti dai soldati che mandarono un esploratore Arapaho come intermediario per invitarli a tornare indietro. Ma Piccolo Lupo respinse così l'invito:

Noi andiamo a nord. Quando ci dichiarammo disposti a venire in questo paese, ottenemmo la promessa che avremmo potuto tornare indietro. Strada facendo non toccheremo nessun bianco e non attaccheremo nessuno se ci lascerete viaggiare in pace. Se però i soldati ci attaccheranno noi ci difenderemo.

I soldati attaccarono subito, ma senza successo, perché gli Cheyenne si erano astutamente nascosti nei canyons lì vicini e il mattino seguente erano scomparsi. Cominciò così uno dei capitoli più vergognosi della storia dell'esercito americano. Da tutti i forti dei dintorni, anche lontani mille miglia, giunsero soldati per inseguire gli Cheyenne: i coloni bianchi, rancheri e altri degni cittadini, si misero insieme, per fronteggiare il "pericolo indiano". Alla fine più di tredicimila uomini armati (!) si misero in marcia per annientare un gruppo di circa trecento persone, di cui solo ottanta guerrieri. Quel gruppo di scalmanati riuscì a uccidere alcuni vecchi, ma il grosso del gruppo, sotto l'astuto comando di Piccolo Lupo, raggiunse, dopo sei settimane, il fiume Platte. Dull Knife, a questo punto, consigliava di dirigersi verso l'agenzia di Nuvola Rossa per chiedergli aiuto. Piccolo Lupo rifiutò, poiché la sua meta era la valle del fiume Tongue, patria del suo popolo. Gli Cheyenne si separarono e proseguirono in due direzioni diverse. Dull Knife e i suoi incapparono in una tempesta e furono accerchiati dai soldati. Durante le trattative, Dull Knife venne a sapere che in Nebraska non vi erano più riserve e che Nuvola Rossa e Coda Maculata ora si trovavano in Dakota. Dull Knife seguì rassegnato i soldati a Fort Robinson, dove il giorno dopo i suoi avrebbero dovuto deporre le armi. Durante la notte i guerrieri smontarono i fucili migliori e ne nascosero i pezzi sotto gli abiti. Quelle che consegnarono erano armi più o meno inutilizzabili. Gli Cheyenne furono alloggiati in una baracca che avrebbe potuto ospitare al massimo la metà di quelle persone. All'inizio furono trattati amichevolmente, ma quando in dicembre giunse a Fort Robinson, un nuovo comandante, il capitano Wesseis, la situazione peggiorò. Anche Nuvola Rossa, che era giunto dal Dakota, non poté far altro che offrirsi di ospitare gli Cheyenne nella sua agenzia, beninteso con il consenso del presidente. Dull Knife sottolineò il suo comportamento amichevole:

Ti siamo riconoscenti per l'offerta di voler dividere la tua terra con noi e speriamo che il Grande Padre ci permetta di venire da voi. Vogliamo solo vivere in pace. Non voglio combattere con nessuno. Sono troppo vecchio per combattere.

Quattro settimane dopo giunse da Washington la desolante notizia che se gli Cheyenne avessero ottenuto il permesso di restare, il sistema delle riserve sarebbe stato minacciato. Ancora una volta aveva vinto, quanto a umanità e buon senso, il punto di vista del generale Sheridan. Il Ministro per gli Interni Schurz era d'accordo con il generale e gli Cheyenne furono invitati a tornare nel territorio indiano. Dull Knife rifiutò e gli furono perciò dati cinque giorni di riflessione. Si cercava inoltre di facilitare le riflessioni degli Cheyenne facendoli digiunare. Al termine di questo periodo, il capitano Wesseis fece convocare i capi. Dull Knife rifiutò e tutti quelli che ne seguirono l'esempio furono incatenati. Quando Dull Knife lo venne a sapere, dovette riconoscere che non vi era via d'uscita:

È tempo di mettere gli abiti migliori e di intonare il canto della morte. Dobbiamo tutti prepararci a morire.

I guerrieri montarono i loro fucili e si dipinsero con i colori di guerra. Wesseis tentò ancora una volta di far cambiare opinione al capo, ma Dull Knife, nonostante fosse molto indebolito dalla fame e dal freddo, rimase fermo nella sua decisione:

Non andremo mai più a sud. C'è solo un modo di portarci là: uccideteci e portate là i nostri cadaveri. Siamo disarmati. Fatevi avanti, se volete colpiteci con un randello per i cani.

Quando si fece buio, Little Shield, capo dei Dog Soldiers diede il via all'evasione. Fu uccisa la sentinella ma lo sparo mise in allarme i soldati che inseguirono e uccisero uomini, donne e bambini indifferentemente. Dull Knife riuscì a fuggire con il figlio, la moglie, la nuora e il nipote. Con indicibili fatiche raggiunsero l'agenzia di Pine-Ridge, dove trovarono accoglienza e poterono restare. Più tardi Dull Knife ottenne persino il permesso di stabilirsi nella patria degli Cheyenne. Nella valle del Rosebud, che apparteneva alla riserva Tongue River, l'infelice capo Cheyenne trascorse i suoi ultimi anni. Amareggiato, morì nel 1883. Durante la fuga trentun guerrieri erano riusciti a superare le montagne. Per sei giorni si difesero con autentico disprezzo per la morte contro forze militari dieci volte superiori. Alla fine non rimasero che tre Dog Soldiers superstiti che furono accerchiati dagli inseguitori. Quando si videro persi attaccarono i soldati con i fucili scarichi e caddero sotto il fuoco dei soldati americani. Mai la definizione "morte da eroe" è stata più giustificata che per la fine di questi tre guerrieri cheyenne, il cui destino rappresenta quello di tutto il loro popolo. Piccolo Lupo, dopo essersi separato da Dull Knife, aveva trascorso l'inverno con la sua gente nelle caverne e solo quando la temperatura divenne più calda si mise in cammino verso il fiume Tongue. Qui incontrarono alcuni esploratori cheyenne al servizio dell'esercito e per loro tramite entrarono in contatto con il luogotenente Clark, un uomo di cui avevano un buon ricordo dai tempi di Fort Robinson. Anche questa volta si dimostrò amico degli Cheyenne e si offrì di accompagnarli a Fort Keogh. Piccolo Lupo si fidò di Clark.

Consegnerò fucili e pony quando sarò a Fort Keogh, non ora. Tu sei l'unico che non ci ha aggredito ma hai parlato con noi. Forse ora si quieterà la tempesta che ha agitato i nostri cuori tanto a lungo.

Passarono ancora parecchi mesi prima che l'apparato burocratico di Washington desse il permesso agli Cheyenne di avere una loro riserva sul fiume Tongue. Per molti era ormai troppo tardi, l'ozio li rese preda dell'alcool, e lo stesso Piccolo Lupo rimase vittima dell'acquavite. Dopo aver commesso un omicidio da ubriaco, gli fu tolta l'autorità di capo e da allora visse solo e appartato. Le fatiche disumane e il peso delle responsabilità per il suo popolo ci fanno provare compassione e indulgenza per la sua debolezza, sopraggiunta all'improvviso. L'immagine del grande capo che, dopo indicibili sforzi, era riuscito a ottenere una riserva per ciò che rimaneva del suo popolo nella terra natia, non ne rimane offuscata. Morì nel 1904 e le sue spoglie furono sepolte in una tomba di pietra, lo sguardo dei suoi occhi spenti rivolto alla terra del suo popolo orgoglioso, nella sua patria sul Rosebud

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Solo dopo che l'ultimo albero sarà abbattuto, Solo dopo che l'ultimo lago sarà inquinato,Solo dopo che l'ultimo pesce sarà pescato,Voi vi accorgerete,che il denaro non può essere mangiato Profezia Cree

 
 
 
 
 
 
 

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