Creato da: aram9 il 15/09/2007
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gangster paradaise

Post n°10 pubblicato il 19 Dicembre 2007 da aram9
 
Tag: Musica
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Mi piace. (punto)  ;-)

 
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I've heard it through the grapevine

Post n°9 pubblicato il 15 Dicembre 2007 da aram9
 
Tag: Musica
Foto di aram9

Emozioni:

In questo spazio inserirò dei video musicali...che possano mi auguro, suscitare una piccola emozione...

Un pensiero, un ricordo, una riflessione, un sorriso, una commozione, un leggero ed impercettibile brivido sulla pelle, una gran voglia di muoversi e ballare....qualsiasi cosa riescano a scatenare...per assurdo, anche se triste...diventerà bellissima...

Saranno musiche che amo, per mille motivi...

Se anche a voi avranno fatto lo stesso effetto...diteci cosa vi hanno scatenato...

Questa canzone, mi riporta prepotentemente, nei miei vissuti anni 70-80...non a caso, è inserita nella colonna sonora del film Romanzo Criminale, uno dei tantissimi che preferisco e che rivedo molto volentieri...

Vita vissuta in uno dei tanti quartieri della periferia di Roma...dove i bambini giocavano, si divertivano, crescevano e diventavano adulti...e dove poi...ognuno di noi, ha preso la propria strada...giusta o sbagliata che sia...non voglio ne giudicare ne sindacare...

Ma i bambini non nascono criminali...ci diventano!

Mara ;-)

p.s. Un mio pensiero...e come tale...discutibile, questo sia ben chiaro.

 
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Cuccioli

Post n°8 pubblicato il 06 Dicembre 2007 da aram9
Foto di aram9

Se mi soffermo a pensare all’amore che ho sempre provato per gli animali, non posso fare a meno di pensare alla grandissima pazienza che hanno avuto con me i miei genitori.

Le due cose sono sempre andate di pari passo…il mio amore e la loro pazienza.

Mi sono sempre dedicata con tutta me stessa agli animali che trovavo, o ritenevo fossero in enorme difficoltà, cani, gatti, uccelli…indistintamente…ricordo che una volta sono stata capace di tornare a casa con una rana…un ragazzino l’aveva presa in uno stagno vicino a dove abitavo, la mostrava a tutti, e tutti la toccavano, qualcuno provava ribrezzo, altri ci giocavano facendola saltare per forza…io l’avevo vista ed avevo provato una grande pena nel cuore…mi mettevo in testa che la sua mamma la stava cercando, e lei impaurita cercava la sua mamma, oppure lei stessa aveva dei cuccioli che la stavano aspettando…non ricordo esattamente cosa dissi al ragazzino, ma quella sera la rana era mia…e qui, mio papà fu un grande…la sistemò per la notte nella vaschetta che avevamo nel cortile, e la mattina presto ci recammo tutti e tre allo stagno.

Eravamo contentissimi della nostra azione, almeno io lo ero di sicuro, mio papà forse un po’ meno…lungo il tragitto tornando a casa, lo riempii di domande…“avrà ritrovato la sua mamma?...Tu che dici?...la rana ritrova la sua casa vero?” …lui mi rincuorava rispondendomi che gli animali sono guidati dal sesto senso, sono capaci di grandi imprese e mi raccontava di cani che avevano fatto km e km per tornare dai loro padroni, superando mille ostacoli.

Ripensandoci, mi rendo conto di essere stata tremenda…era più forte di me, se trovavo un cucciolo o soltanto incrociavo il suo sguardo, me lo dovevo portare a casa…ormai avevo affinato la tecnica…adottavo l’atteggiamento classico dei bambini quando devono darti una notizia terribile, quelle da doccia fredda per intenderci…entravo in casa con andatura leggermente dinoccolata, testa bassa e naso rivolto al pavimento, ma occhi che guardavano attraverso la frangia…poi…mi appoggiavo allo stipite della cucina con le mani dietro la schiena…sarei rimasta lì per ore, non avrei mai avuto il coraggio di aprire il discorso…ma lo sapevo…di lì a poco i miei genitori avrebbero detto qualcosa.

Scrutavo i loro movimenti…e solo oggi riesco a comprenderli.

Iniziavano a lanciarsi degli sguardi lunghissimi…tra di loro, rivolti a me, poi di nuovo tra loro…mia mamma di spalle cercando di non farsi vedere, faceva gesti con le mani a mio padre…mio papà invece sospirava a lungo, si faceva coraggio e prendeva in mano la situazione...”Mara, tesoro…che problema hai?...qualsiasi cosa sia successa, si può risolvere…c’è un rimedio a tutto…soltanto alla morte non possiamo rimediare”.

Parlare per me era difficilissimo, così come trattenere le lacrime, perché la paura che mi dicessero di no, prendeva il sopravvento.

Quanto erano vere le parole di mio papà…si trovava sempre una soluzione… alcuni dei miei cuccioli li abbiamo tenuti, altri svezzati o curati e sistemati presso amici, altri purtroppo non siamo riusciti a salvarli.

Non ho mai trattato i cuccioli come dei giocattoli…i miei genitori hanno sempre preteso che rispettassi prima di tutto le loro esigenze…era la “condicio sine qua non” per poterli tenere...nutrirli e curarli secondo quanto dettato dal veterinario, niente passeggiate con loro in braccio se erano troppo piccoli da non poterlo fare, pulire i loro giacigli...l’unica cosa che loro avrebbero fatto, era accudirli se ne avessero avuto bisogno mentre ero a scuola, per il resto era tutto un mio ònere.

Ho sempre avuto al mio fianco almeno un cane, non potrei farne a meno … Diana, Laira, Furia, Luna, Yatra, Bianchina, Nanà e adesso…Coccò, Yuma, Yeva, Gea e Teo.

Ho spazio e ne posso tenere più di uno…devo dire che comporta un gran dispendio di energie e molti sacrifici…ma l’amore incondizionato che sanno darti, non ha limiti...loro sono fatti così.

 
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Roberto M.

Post n°7 pubblicato il 18 Novembre 2007 da aram9
 
Tag: Ricordi
Foto di aram9

….da piccola la maggior parte del tempo libero lo trascorrevo in strada con i miei amici e le amiche...erano tempi diversi da quelli di oggi, si poteva giocare sotto casa senza tanti problemi e i bambini venivano controllati da tutti gli abitanti della zona, come nei paesi, dove tutti si conoscevano.

Eravamo divisi in 2 gruppi di età diverse, in quello della mia ricordo benissimo, Gina, Franchino, Antonio, Stefania, Paoletto, Catia, Stefano e tanti altri.

Con due di loro ho sempre avuto una forte complicità…ed era reciproca…si chiamavano Roberto e Massimiliano.

Roberto era alto, moro, aveva la pelle color ambra, portava occhiali da vista quadrati…ma sotto, io vedevo i suoi occhi neri e le ciglia lunghissime da cerbiatto, in più era di una simpatia unica, ogni volta che ci mettevamo seduti sugli scalini dell’uscita secondaria della questura, mi raccontava le sue storie divertenti…la sua fantasia non aveva limiti…s’inventava situazioni assurde pur di farmi sorridere.

Ripensarci oggi…”quante stronzate mi ha raccontato”…ma erano pensieri di bambini, inverosimili, grotteschi, carichi di bugie, ed innocenti.

Massimiliano invece più mingherlino, capelli neri come la pece, occhi verdi e intensi, nasino all’insù…molto carino e con dei lineamenti delicati.

Io però avevo il debole per Roberto, vedevo a lungo…sapevo e sentivo che sarebbe diventato un bellissimo ragazzo. Ci siamo fidanzati come succede da bambini…ufficialmente…ma ne io ne lui eravamo consapevoli di questo. Dicevo ai miei genitori che ero fidanzata con Roberto, ma lui non lo sapeva.

Roberto diceva ai suoi che era fidanzato con me, ma io lo ignoravo completamente. Quando siamo diventati leggermente più grandi…ce lo siamo detto…”io e te siamo fidanzati”….praticamente siamo stati insieme, un tira e molla lascia e ripiglia fino ai 14 anni…poi le scuole diverse, le nuove amicizie come è giusto che sia, ci hanno allontanato.

Come ci batteva il cuore quando ci incontravamo e, come era difficile a quell’ età guardarci negli occhi per qualche minuto in più.

Oggi mi pento di non averlo fatto, ma lo dico col senno del poi…e non sarei stata una bambina e un’adolescente se l’avessi fatto…ma dico che avrei dovuto farlo perché è morto a 18 anni.

Un virus mi è stato detto, non ho mai saputo bene della sua morte e non ho mai voluto indagare più di tanto…non c’era più…era inutile sapere come e perchè…non c’era più, punto e basta.

Ero fuori Roma in vacanza a casa di un’amica…non fui informata del suo ricovero in ospedale e della sua morte se non al mio rientro...la notizia mi sconvolse…è l’unica cosa che rimprovero ai miei genitori, avrebbero dovuto almeno avvisarmi, era un mio carissimo amico e sarei corsa…ma il ricovero e la morte furono praticamente immediati, e non lo fecero con l’intenzione di farmi del male.

Non riuscivo a credere che era morto, non ci eravamo neanche salutati quando ero partita per la vacanza…mi sono ritrovata spesso a guardare dal mio balcone il suo…con la speranza di vederlo, e scoprire che non era vero.

Il balcone…dove uscivamo, ci salutavamo con la mano e ci strillavamo…”dopo…alle quattro…tutti giù che se gioca”

Giocavamo a fare la famiglia, ci piaceva interpretare la vita degli adulti.

Massimiliano e Roberto erano i promotori, e se ne uscivano sempre dicendo…“Mara fa la parte della mamma” io ero contenta di questo ruolo, mi sentivo la primadonna…poi veniva il bello…il marito chi lo fa?... “Io faccio il marito!” diceva immediatamente Massimiliano…Roberto acuto, faceva finta di riflettere e rispondeva “Aooo se tu fai il marito, io faccio l’amante però?”…mi guardavano e aspettavano che io decidessi….era sempre così.

“Si” rispondevo io molto agitata “Roberto fa l’amante!” lo trovavo più intrigante e a lui piaceva molto l’idea…a tutto il resto della banda toccavano sempre le parti secondarie, del fruttivendolo, del lattaio, del postino, ma eravamo sempre una famiglia con una marea di figli.

Il povero Massimiliano usciva di scena immediatamente…e la commedia veniva praticamente  interpretata da me e da Roberto.

Tutti contenti di aver trovato il proprio ruolo in quella che doveva essere poi una lunga interpretazione, preparavamo i cartoni e si creavano gli ambienti di una casa.

La cucina, il bagno, le camere, abbondavamo con gli spazi…si creavano ambienti che all’epoca vedevamo soltanto in televisione e che non esistevano nelle case che abitavamo. Però la scenografia era importante e non tralasciavamo nessun dettaglio.

S’iniziava a giocare dopo due ore di averlo deciso…la mamma si alzava, preparava la colazione ai figli che uscivano per andare a scuola, poi si dedicava alla colazione per il marito che di corsa doveva andare al lavoro, ma mica poteva uscire così…nooo…doveva strillare…”va bene cara io vado a lavorare, ci rivediamo questa sera!”…appena lui usciva…chi bussava alla porta?...ma chi?...Roberto! …Ma era impaziente di salutarmi e darmi il suo bacio, non gli dava nemmeno il tempo di uscire a Massimiliano…si scontravano sulla porta di casa.

Roberto mi salutava con i baci quando entrava, quando usciva, ogni scusa era buona per riempirmi di baci.

Eravamo bellissimi in questi ruoli, e certi casini…uscivamo dalle finestre, ci affacciavamo dalle porte…discussioni a non finire per ore…”la porta per entrare non è questa, sei entrato dalla finestra”…non si capiva mai dove entrare o uscire, ed in mezzo a tutto questo macello di andirivieni di gente…ogni tanto…pensavamo ai figli…ma che stanno a fa? Ma che stanno a fa tutti questi figli?

Che cosa facessero all’epoca non l’abbiamo mai saputo.

Ma adesso che siamo adulti…possiamo sicuramente dire, come si usa a Roma…”reggevano er moccolo”.

Amo ricordare questi momenti, li rileggo e rido a crepapelle, ma amo ricordare il mio amico…è un pensiero per Lui…ogni volta che torna alla mia mente è un piacere, e mi auguro che il mio pensiero riesca a portarlo in vita, per poco, pochissimo tempo…un omaggio al carissimo Roberto. ;-)

 
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Il prof. Manfredi

Post n°6 pubblicato il 14 Ottobre 2007 da aram9
 
Tag: Ricordi
Foto di aram9

Ho preso la decisione di scrivere e pubblicare sul blog alcuni miei ricordi…mi rendo conto che dedicare un po’ di tempo alla scrittura mi fa stare bene, la vivo come una  coccola…quindi…vai con l’auto-coccola ;-)

Chi ha avuto modo di conoscermi sa che mi piace scrivere, non sono mai stata  una cima a scuola, mi impegnavo lo stretto necessario ed avevo una predilezione per le materie tecniche, l’italiano non è mai stato il mio forte…ma fare i temi mi piaceva, ero libera di esprimere il mio pensiero che si tramutava in parole…l’idea mi piaceva molto.

Le professoresse di questa materia mi hanno sempre dato dei voti bassissimi...non riuscivo a capire il perchè, mi sforzavo a scrivere nel miglior modo possibile, e non venivo mai premiata con un bel 6 pieno, era sempre stiracchiato e guarnito di meno, meno, meno.

A me piaceva fare i temi d'attualità, descrivere le situazioni e la vita di tutti i giorni, dei giovani nelle nostre realtà di periferia, cercando di mettere nero su bianco quello che i miei occhi percepivano e vedevano...ma con l'ironia della mia età, con il sorriso sulle labbra, con la speranza di poter cambiare il mondo che soltanto un giovane può avere, ma le bacchettone non hanno mai compreso questo.

Soltanto uno, il prof. Manfredi, piccolino scuro di carnagione e del sud, cresciuto in una famiglia modesta che aveva fatto enormi sacrifici per sostenerlo negli studi.

L'ho avuto come insegnante al terzo anno delle superiori...che bello...ricordo con molto piacere che i sette e gli otto in italiano fioccavano, addirittura iniziò a leggere i miei temi a tutta la classe...mi vergognavo da morire... mentre lo leggeva, ascoltavo il mio scritto appoggiata spalle al muro e con la testa leggermente abbassata…ma quando mi dovevo recare alla cattedra per ritirarlo, passavo tra i banchi senza abbassare lo sguardo, mi sembrava di camminare a dieci cm da terra e mi sentivo una stangona.

A dire il vero questa cosa accadde perchè la brava secchiona, nonché acida e antipatica della classe...rosicò maledettamente...non riusciva a spiegarsi perché Mara, quella che in italiano non era mai arrivata a prendere un bel sette, erano già due volte che prendeva un voto più alto a Lei?...Lucia era sempre stata la migliore della classe?...Era strano?...e inaccettabile!

A questa richiesta di spiegazione...il professor Manfredi fu obbligato a rispondere…

ricordo le sue parole...come fosse adesso…

“bene cara Lucia...mi chiedi il perchè di questa differenza di voti...intanto io sono il professore e tu l'alunna...leggo, correggo, ed esprimo un giudizio con un voto...questo è il mio giudizio…non si discute”

“becca e porta a casa” dissi io tra me e me…

“ma essendo un uomo democratico e ben disposto al colloquio con gli alunni, ti spiego e sono ben contento di farlo...La differenza sta nel fatto che quando tu scrivi sei ripetitiva, fai dei temi lunghissimi e nel leggerti sei di una noia mortale…Lucia….quando scrivi sei pallosa…generalmente correggo i temi nel pomeriggio, ma ne lascio soltanto uno fuori, quello di Mara…ho preso questa decisione dopo averla letta la prima volta…ceno, mi accomodo sulla mia poltrona, accendo il mio sigaro e leggo e correggo il suo tema…mi diverte non mi annoia, ha un’ironia tutta sua, affronta problemi di attualità molto scabrosi, crudi, descrivendoli anche con un’apparente freddezza, ma non so come…poi riesce a trovare il modo di farti abbozzare un sorriso…trovo che sia molto piacevole leggerla…mi lascia sempre con dei dubbi che inevitabilmente mi portano a ripensarci e riflettere, io provo questo...e da oggi visto che me l'hai fatto notare, leggeremo alla classe intera il suo tema”.

Tutti mi guardarono come per dire  “hai capito sta ca**o de Mara?”

L’’imbarazzo misto alla grande gioia non me lo scorderò mai, così come il calore sul mio volto…non so perché ho iniziato con questo ricordo…mi piacerebbe stringere la mano al mio prof. Manfredi, mi piacerebbe ringraziarlo, e potergli dire grazie…mi ha dato lo stimolo a scrivere, mi ha dato un po’ di fiducia in me stessa, ricordo queste sue parole scrivo…e sorrido…un mio ex compagno di scuola è riuscito a rimediare un indirizzo e un telefono di un certo prof. Manfredi…chissà se è Lui…dai nostri calcoli nelle ultime cene fatte anche con gli altri abbiamo dedotto che potrebbe essere Lui…ma nessuno ha trovato il coraggio di contattarlo…dovrei farlo io, vorrei farlo…mi blocca il pensiero di poter disturbare…e magari invece così non è…a Lui potrebbe far piacere farsi una cena con tutti i suoi ex allievi della 3’B…sono passati tanti anni, tantissimi…ma forse un professore come Lui, con la passione che aveva per i suoi ragazzi…potrebbe apprezzare ed esserne felice…lo faccio ho deciso…faremo la nostra solita cena tra compagni di scuola, prima della fine dell’anno…e chissà se avremo l’onore di avere seduto tra noi…il nostro professore...incrociamo le dita e auguriamoci che sia Lui ;-))

 

 

 
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