Creato da arianna_leggera il 12/12/2006

Novità_in_arrivo

"The best is yet to come"

 

 

Anniversario sussurrato

Post n°126 pubblicato il 12 Dicembre 2007 da arianna_leggera

La mia favola non ve la posso raccontare. Non riesco a farlo, ora.
Non so bene il perchè. Ho bisogno di silenzi. Di sentirla crescere dentro me e sorridere sorniona, arricciando appena il naso.

C'è qualcosa che accade. Oltre me. Altrove rispetto alle strade finora percorse.

Sussurro "Buon compleanno, magico mondo di Ari".

E nulla più. Per ora.

 
 
 

Sogni proibiti

Post n°125 pubblicato il 11 Dicembre 2007 da arianna_leggera

Mentre sale l'attesa per l'AriBirthday (siete pronti? siete caldi?), mi porto avanti con il lavoro e vi spiattello bel bella una stringata lista dei regali che arderei ricevere.

a) un possente bazooka per deflagrare tutti (dico tutti!) i Babbo Natale appesi ai balconi di mezza Italia. Chi ha lanciato questa moda terrificante? E poi, lo sanno anche i 2enni che Santa Claus scende dai comignoli e non arriva di sottecchi alla finestra come un ladruncolo di tv al plasma. Li odio. Vojo fa' una strage.

b) un affilato machete per decapitare con un sol colpo Tiziano Ferro, che da settimane ci sbomballa i timpani con l'ennesimo racconto in musica di un amore strappacuore. C'ha freddo, sente i passi e le voci, c'ha paura di star bene (?)...perchè non va dall'analista invece di inquinare il mio apparato uditivo?

c) un dispositivo hi-tech per togliere l'uso della parola a chiunque mi chieda "già fatti i regali?" o "che fai a Capodanno?". Sono nataliziamente idiosincratica, odio il freddo, penso già al mare e c'ho troppe cose da fare per gettarmi tra la plebe inferocita che assedia i centri commerciali. Che fa un po' effetto panem et circences.

E allora. Direttamente dalla mia anima turcinels, sentite come suona bene questa antica cantilena:
"Mo vène Natale, ne tenìme denare: facìmece u lìtte e ce jàme a curcà" (Viene Natale, non abbiamo denaro: facciamoci il letto e andiamo a coricarci).
Giustappunto

 
 
 

Quasi compleanno

Post n°124 pubblicato il 10 Dicembre 2007 da arianna_leggera

Vi regalerò la mia favola nel giorno dell'Aricompleanno.
Mercoledì il giardino di Arianna compirà un anno.
365 giorni vissuti così intensamente da sembrare 365 anni.

Le mie mani brillano, colme di ori e gemme. Il cuore sorride, accarezzato da pensieri soffici. Intonsi nella loro potenza. Il tempo trascorso non ha scalfito ciò che sono davvero. Mi ha arricchita. Mi ha resa più bella. Più dolce, seppur agguerrita. Sotto un vestito di candidi veli color perla si intravede il luccicchio di un'armatura possente. 

Ho segnato il mio territorio con strisce infuocate. Per superare quei confini ogni giorno. Ad ogni alba, conquisto nuove terre. Con la consapevolezza quieta e feroce di un Regina magnanima. Una baccante, una ninfa, una dea, una pastorella, una margherita. Tutte facce di un'unica Ari.

Non lasciatevi accecare dai lustrini....e ascoltate questa poesia.

 
 
 

Ari cogitans

Post n°123 pubblicato il 05 Dicembre 2007 da arianna_leggera

Una favola delicata e intensa da raccontare. Da raccontarvi.
Viaggia su e giù, tra mente e cuore, da un paio di giorni.
Il mio cervello iperattivo ha già sfornato decine di di incipit diversi.
Ma manca ancora l'input giusto.
Quel minuscolo tassellino fatato che scatena la magia.
E che fa parlare solo la mia pancia, senza filtri.

Sarà perchè ho l'adrenalina a mille.

 
 
 

Aspirante blogstar

Post n°122 pubblicato il 29 Novembre 2007 da arianna_leggera

Chi va con la blogstar, impara a blogstarseggiare. La scintillante fama di Uto ha coinvolto anche Ari e i Fratelli. Che domenica prossima, nella intellettualissima cornice della Fiera del Libro di Foggia, saranno chiamati - nientepopodimenochè - a fare da relatori al convegno "Raccontarsi 2.0. Esperienze di vita bit".

Come i tre moschettieri, armati di mouse e nemici giurati del glitter. A raccontare come da un post possa nascere un'amicizia che va oltre il monitor, supera le distanze geografiche e colpisce i cuori.

Torno a Foggia, e stavolta dovrò sembrare un'autentica cittadina della Capitanata. Ho una promessa da mantenere. Ho studiato, giorno e notte. Con il capo reclinato su antichi testi di lingua foggiana, scoprendo la ricchezza di un dialetto spumeggiante che attinge a piene mani dalla tradizione della semplice vita contadina. Trasformandola in perle di saggezza che risuonano di eco antichissime, risalenti anche alla lingua latina. Parole che scintillano proprio come il grano d'agosto. E condensano in poche sillabe messaggi d'altri tempi, abbaglianti come la luce tersa, bianca e croccante, che fa sembrare Foggia simile a una candida distesa di case e strade, costantemente illuminata dalla lampada di un gigantesco riflettore.

E allora...Pronti? Lesson number one. The scagliozz is on the table.

Vabbè, siamo seri...ehm...
Cari relatori, dopo il convegno, mi raccomando:  Amma fa cape canàle (=dobbiamo fare capo canale). Questa espressione proverbiale racchiude in sè la promessa di una festa, una vera e propria abbuffata, da celebrare al termine di un lungo e faticoso lavoro. Per esempio, nel secolo scorso, a Foggia si faceva cape canàle dopo la mietitura, la vendemmia, la raccolta delle olive. Una tavolata in compagnia per rifocillarsi e ritrovarsi dopo tanta fatica. L'espressione "cape canàle" deriva probabilmente dal sostantivo "baccanale", l'antichissima festa orgiastica celebrata dai romani in onore di Bacco.

Spero vivamente, però, che - con la scusa della Fiera - non mi costringerete a passare il pomeriggio a raccogliere frutta. Perchè laggiù, nella patria di Uto e Renzo Arbore, "'a corte p' u marìte, 'a longhe pe ccògghje i fike" (Con la donna bassa ci si sposa, quella alta serve a cogliere i fichi). Di fichi non è stagione, nun ce provate! (scivolata romanesca).

Vorrà dire che, per scongiurare il pericolo di sfruttamento dell'Arimanodopera, farò scattare il piano "gattamorta", e mi presenterò al convegno tutta "sdeleffàte" (=tutta imbellettata). Il verbo "sdeleffà" è di origine sconosciuta, ma - secondo gli studiosi - potrebbe derivare dal francese "se farder", che vuole dire, appunto, "imbellettarsi".

Fichi o non fichi, quest'incontro sarà "grùsse quandé ogge e ccràje" (grande quanto oggi e domani). Il termine "cràje" deriva dal latino "cras", domani. In foggiano antico si usava anche "pescràje", che significa dopodomani.

Pescràje salirò su un treno. Aspirante blogstar foggiano-taroccata offresi. No glitter e poesie di Neruda, max serietà. No raccolta fichi. Astenersi sloggati e perditempo.

Nota: le traduzioni dei proverbi sono tratte dal volume "Si dice a Foggia", autore Osvaldo Anzivino, Claudio Grenzi Editore.

 
 
 

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