Creato da green_summer il 03/01/2008

non c'è due senzatre

..e vediamo se mi faccio sgamare ancora!!

 

 

Post N° 21

Post n°21 pubblicato il 04 Aprile 2008 da green_summer



SCUSATE L'ASSENZA!!!!!

 
 
 

PRIMI APPROCCI

Post n°20 pubblicato il 12 Marzo 2008 da green_summer

I primi approcci con l'altro sesso ammettiamolo, sono già di per se un oscuro mistero che ci attanaglia le menti in quegli anni in cui non siamo più bambini da poter giocare al dottore e l'infermiera senza suscitare malizia ma nemmeno abbastanza grandi da utilizzare quella malizia per sedurre l'ignaro compagno di classe che è ancora intento a scambrasi i doppioni delle figurine dei calciatori.

Io in particolare ero un vero disastro. Se un ragazzino mi piaceva, lui non mi vedeva nemmeno. Se invece ero io ad interessare a qualcuno, beh..allora prima che mi accorgessi di qualcosa il malcapitato doveva comprarsi la prima pagina di almeno 3 quotidiani a tiratura nazionale e farci stampare a caratteri cubitali una dichiarazione d'amore con tanto di nome, cognome e codice fiscale (miei, che altrimenti avrei pensato ad un caso di omonimia).

E fu così che il mio povero compagno di classe delle elementari, che chiameremo P. per salvaguardare la privacy (ed evitarmi denunce per diffamazione), passò un intero anno a cercare di farmi capire che gli piacevo senza che il pensiero sfiorasse minimamente la mia mente di fanciulla innocente. Anzi, mi misi pure a fare da intermediaria per la mia amica A., che a lei il povero P. piaceva e pure parecchio, così lei mi scriveva bigliettini che io gli dovevo passare...e il poveraccio ogni volta che gli strattonavo il grembiule per passargli la missiva aveva un tuffo al cuore e raccoglieva il foglio di quaderno strappato con mano tremante sperando che io mi fossi decisa a rispondere ai suoi sguardi traboccanti d'ammmore. Macchè.. e il bello che ho cercato in tutti i modi di convincerlo a "fidanzarsi" (eh si perchè all'epoca ci si fidanzava eh..) con A. e non mi capacitavo della sua ritrosia nè mi spiegavo perchè arrossiva ogni volta che lo prendevo di petto sull'argomento.

Finalmente un giorno però ho capito tutto, ad una festa di carnevale il povero P. vestito da cinese mi ha invitato a ballare e nonostante non fosse il mio compleanno mi ha regalato un pupazzo bellissimo, un cane a poix a metà tra pluto e la pimpa. meraviglioso.

Tutto questo per dire cosa?

Ah si! Altro che trilogy, una PIMPA è per sempre!!

P.S. spero che al povero P. il futuro abbia riservato in seguito conquiste più facili, dal canto mio..non sono cambiata molto!!!

 
 
 

TESTI E MUSICA!

Post n°19 pubblicato il 11 Marzo 2008 da green_summer

Quando siamo in macchina io e la piccola peste ci piace spararci la musica a palla e cantare a squarciagola. Stamattina ascoltavamo Elisa, "Eppure sentire", e a questa strofa:

"A un passo da te
Paura di decidere
Paura di me "

la Peste ha giustamente ribattuto:"EH MA ALLORA SEI PROPRIO 'NA FIFONA!!!"


 
 
 

Post N° 18

Post n°18 pubblicato il 03 Marzo 2008 da green_summer

 Parigi, rue de Grenelle numero 7. Un elegante palazzo abitato da famiglie dell'alta borghesia. Ci vivono ministri, burocrati, maitres à penser della cultura culinaria. Dalla sua guardiola assiste allo scorrere di questa vita di lussuosa vacuità la portinaia Renée, che appare in tutto e per tutto conforme all'idea stessa della portinaia: grassa, sciatta, scorbutica e teledipendente. Niente di strano, dunque. Tranne il fatto che, all'insaputa di tutti, Renée è una coltissima autodidatta che adora l'arte, la filosofia, la musica, la cultura giapponese. Cita Marx, Proust, Kant... dal punto di vista intellettuale è in grado di farsi beffe dei suoi ricchi e boriosi padroni. Ma tutti nel palazzo ignorano le sue raffinate conoscenze, che lei si cura di tenere rigorosamente nascoste, dissimulandole con umorismo sornione. Poi c'è Paloma, la figlia di un ministro ottuso; dodicenne geniale, brillante e fin troppo lucida che, stanca di vivere, ha deciso di farla finita (il 16 giugno, giorno del suo tredicesimo compleanno). Fino ad allora continuerà a fingere di essere una ragazzina mediocre e imbevuta di sottocultura adolescenziale come tutte le altre, segretamente osservando con sguardo critico e severo l'ambiente che la circonda. Due personaggi in incognito, quindi, diversi eppure accomunati dallo sguardo ironicamente disincantato, che ignari l'uno dell'impostura dell'altro, si incontreranno solo grazie all'arrivo di monsieur Ozu, un ricco giapponese, il solo che saprà smascherare Renée

Titolo

L' eleganza del riccio

Autore

Barbery Muriel

Un libro veramente gradevole, un libro su quello che "sembra" e quello che "è", regala sorrisi e fa riflettere. La chiave del libro è nella frase che svela il significato del titolo:"

"Madame Michel ha l'eleganza del riccio – scrive Paloma, – fuori è protetta da aculei, una vera e propria fortezza, ma ho il sospetto che dentro sia semplice e raffinata come i ricci, animaletti fintamente indolenti, risolutamente solitari e terribilmente eleganti".

da leggere e rileggere.

 
 
 

Post N° 17

Post n°17 pubblicato il 25 Febbraio 2008 da green_summer

Il grande segreto di tutte le donne rispetto ai bagni ? che da bambina tua mamma ti portava in bagno, puliva la tavolozza, ne ricopriva il perimetro con la carta igienica e poi ti spiegava: "MAI, MAI appoggiarsi sul gabinetto!" e poi ti mostrava "la posizione" che consiste nel bilanciarsi sulla tazza facendo come per sedersi ma senza che il corpo venga a contatto con la tavolozza.

"La posizione" ? una delle prime lezioni di vita di una bambina, importantissima e necessaria, deve accompagnarci per il resto della vita. Ma ancora oggi, da adulte, "la posizione" ? terribilmente difficile da mantenere quando hai la vescica che sta per esplodere.

Quando "devi andare" in un bagno pubblico, ti ritrovi con una coda di donne che ti fa pensare che dentro ci sia Brad Pitt. Allora ti metti buona ad aspettare, sorridendo amabilmente alle altre che aspettano anche loro con le gambe e le braccia incrociate, ovvero la posizione ufficiale di "me la sto facendo addosso". Finalmente tocca a te, ma arriva sempre la mamma con "la bambina piccola che non può  più  trattenersi" e ne approfittano per passare avanti tutte e due!

A quel punto controlli sotto le porte per vedere se ci sono gambe. Sono tutti occupati. Finalmente se ne apre uno e ti butti addosso alla persona che esce. Entri e ti accorgi che non c'è la chiave (non c'è mai); non importa... Appendi la borsa a un gancio sulla porta, e se non c'è (non c'è mai), ispezioni la zona, il pavimento è pieno di liquidi non ben definiti e non osi poggiarla lì, per cui te la appendi al collo ed è pesantissima, piena com'è di cose che ci hai messo dentro, la maggior parte delle quali non usi ma le tieni perchè "non si sa mai". Tornando alla porta... dato che non c'è la chiave, devi tenerla con una mano, mentre con l'altra ti abbassi i pantaloni e assumi "la posizione"... AAhhhhhh... finalmente...

A questo punto cominciano a tremarti le gambe... perchè sei sospesa in aria, con le ginocchia piegate, i pantaloni abbassati che ti bloccano la circolazione, il braccio teso che fa forza contro la porta e una borsa di 5 chili appesa al collo. Vorresti sederti, ma non hai avuto il tempo di pulire la tazza nè di coprirla con la carta, dentro di te pensi che non succederebbe nulla ma la voce di tua madre ti risuona in testa: "Non sederti mai su un gabinetto pubblico!", cos? rimani nella "posizione", ma per un errore di calcolo un piccolo zampillo ti schizza sulle calze!!! Sei fortunata se non ti bagni le scarpe. Mantenere "la posizione" richiede grande concentrazione. Per allontanare dalla mente questa disgrazia, cerchi il rotolo di carta igienica maaa, cavolo...! Non ce n'è...! (mai).

Allora preghi il cielo che tra quei 5 chili di cianfrusaglie che hai in borsa ci sia un misero kleenex, ma per cercarlo devi lasciare andare la porta, ci pensi su un attimo, ma non hai scelta.
E non appena lasci la porta, qualcuno la spinge e devi frenarla con un movimento brusco, altrimenti tutti ti vedranno semiseduta in aria con i pantaloni abbassati. NO!! Allora urli: "O-CCU-PA-TOOO!!!", continuando a spingere la porta con la mano libera, e a quel punto dai per scontato che tutte quelle che aspettano fuori abbiano sentito e adesso puoi lasciare la porta senza paura, nessuno oser? aprirla di nuovo (in questo noi donne ci rispettiamo molto) e ti rimetti a cercare il kleenex, vorresti usarne un paio ma sai quanto possono tornare utili in casi come questi e ti accontenti di uno, non si sa mai.

In questo preciso momento si spegne la luce automatica, ma in un cubicolo così minuscolo non sarà tanto difficile trovare l'interruttore! Riaccendi la luce con la mano del kleenex, perchè l'altra sostiene i pantaloni, conti i secondi che ti restano per uscire di lì, sudando perchè hai su il cappotto che non avevi dove appendere e perchè in questi posti fa sempre un caldo terribile. Senza contare il bernoccolo causato dal colpo di porta, il dolore al collo per la borsa, il sudore che ti scorre sulla fronte, lo schizzo sulle calze... il ricordo di tua mamma che sarebbe vergognatissima se ti vedesse così; perchè il suo culo non ha mai toccato la tavolozza di un bagno pubblico, perchè davvero "non sai quante malattie potresti prenderti qui".

Ma la debacle non è finita... sei esausta, quando ti metti in piedi non senti più le gambe, ti rivesti velocemente e soprattutto tiri lo sciacquone! Se non funziona preferiresti non uscire più da quel bagno, che vergogna! Finalmente vai al lavandino., è tutto pieno di acqua e non puoi appoggiare la borsa, te la appendi alla spalla, non capisci come funziona il rubinetto con i sensori automatici e tocchi tutto finchè riesci finalmente a lavarti le mani in una posizione da gobbo di Notredame per non far cadere la borsa nel lavandino; l'asciugamani è così scarso che finisci per asciugarti le mani nei pantaloni, perch? non vuoi sprecare un altro kleenex per questo!

Esci passando accanto a tutte le altre donne che ancora aspettano con le gambe incrociate e in quei momenti non riesci a sorridere spontaneamente, cosciente del fatto che hai passato un'eternità là dentro. Sei fortunata se non esci con un pezzo di carta igienica attaccato alla scarpa o peggio ancora con la cerniera abbassata!
Esci e vedi il tuo uomo che è già uscito dal bagno da un pezzo e gli è rimasto perfino il tempo di leggere Guerra e Pace mentre ti aspettava. "Perchè ci hai messo tanto?" ti chiede irritato.
"C'era molta coda" ti limiti a rispondere. E questo è il motivo per cui noi donne andiamo in bagno in gruppo, per solidarietà, perchè una ti tiene la borsa e il cappotto, l'altra ti tiene la porta e l'altra ti passa il kleenex da sotto la porta; così è molto più semplice e veloce perchè tu devi concentrarti solo nel mantenere 'la posizione'. E la dignit?.

Questo è dedicato alle donne di tutto il mondo che hanno usato un bagno pubblico e a voi uomini, perchè capiate come mai ci stiamo tanto.

 
 
 
 

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