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Il diario di Amira Hass

Post n°129 pubblicato il 28 Novembre 2006 da arielasterisco

È la corrispondente da Ramallah del quotidiano israeliano Ha'aretz. Nata a Gerusalemme nel 1956, è l'unica giornalista israeliana ad avere mai vissuto nei Territori palestinesi. È l'autrice di Domani andrà peggio, pubblicato da Fusi orari.
Scrive la rubrica Il diario per Internazionale.

APARTHEID
Lunedì scorso sono stata presa da una sensazione di sconforto. Due sassi sono piombati di prima mattina nello stagno della mia attenzione, provocando rabbia, stanchezza e saturazione; una breve notizia su Ha'aretz
* e un messaggio di posta elettronica.
Ha'aretz rendeva noto che il comando centrale militare ha emesso un nuovo ordine: i cittadini israeliani non potranno più portare in auto dei passeggeri palestinesi in Cisgiordania.
L'e-mail informava che 105 coniugi e bambini con carta di identità palestinese e residenti in Cisgiordania hanno di recente ricevuto dalle autorità israeliane un "ultimo permesso di soggiorno": entro la fine dell'anno dovranno lasciare casa, lavoro, parenti e amici, oppure trasferirsi con l'intera famigli a. Malgrado il risalto dato alla politica israeliana dell'"ingresso negato" e le proteste di diplomatici statunitensi ed europei contro le discriminazioni di cui sono vittime alcuni loro concittadini, Israele porta avanti la sua silenziosa politica di espulsione.
Il nuovo divieto militare mi colpisce di persona. Vivo in Cisgiordania e spesso do un passaggio a dei palestinesi : amici o conoscenti, o persone -perlopiù anziani e donne- che incontro in strade dove passano poche automobili palestinesi. Ma la severità di questo divieto va oltre la mia angoscia personale, perché colpisce centinaia di attivisti israeliani contrari all'occupazione e tutte quelle persone che qui hanno qualche amico.

Il divieto aggiunge un ulteriore elemento al "doppio sistema stradale" che le autorità di sicurezza israeliane stanno realizzando da sei anni a questa parte: una rete di strade e infrastrutture per gli ebrei e un'altra per i palestinesi della Cisgiordania. Le prime sono ben curate, ampie, illuminate e scorrevoli; le seconde strette, piene di curve, trafficate e pericolose. Ordini militari e ostacoli fisici impediscono ai palestinesi di usare le "strade ebraiche". Il doppio sistema stradale è stato criticato anche dalla comunità internazionale, ma le proteste, come in altri casi, non hanno avuto alcun effetto.
Il doppio sistema stradale è strettamente collegato alla versione israeliana aggiornata dello "sviluppo separato" : colonie spaziose, ben tenute e in continua espansione, costruite su terreni (privati o pubblici) sottratti ai palestinesi, vere enclave del sistema legale, educativo e sanitario israeliano. E accanto a queste enclave che formano una catena solida e ben collegata, ci sono le comunità palestinesi, separate e impoverite. Un popolo con diritti individuali e nazionali domina un popolo privato dei suoi diritti. Esistono due insiemi di leggi per un solo territorio: uno discrimina la maggioranza, l'altro conserva i privilegi della minoranza.
Separazione, in lingua afrikaans, si dice apartheid. E chi cerca di mettere in guardia contro il suo consolidamento e inasprimento, lunedì scorso ha ricevuto l'ennesimo duro colpo.


*
Ha'aretz (da www.internazionale.it)  Primo giornale pubblicato in ebraico sotto il mandato britannico, nel 1919, è il quotidiano di riferimento per i politici e gli intellettuali israeliani. Ha da sempre posizioni coraggiose sulla pace e i rapporti con i palestinesi.
Ha una versione in inglese: www.haaretz.com

 
 
 
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Data di creazione: 14/11/2005
 

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