Creato da david_41 il 19/09/2008

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Omar Galliani 2

Post n°166 pubblicato il 27 Ottobre 2009 da david_41

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Il fondamento dell’artificio . 
Immaginate una mano che, con andamento paziente ma inesorabile, si disponga, armata di tutto punto, dinanzi alla grande distesa di un supporto ligneo. Indi cominci a saggiare la superficie dando corso alla sua lenta invasione. Da un punto qualsiasi di quella distesa ostile e resistente, inizierà la tessitura di una impalpabile trama, la stesura dell’emulsione di ciò che diventerà un’avvolgente pellicola. Quella mano procederà non a gesti larghi come nei colpi di spatola o di pennello (come dire nei colpi di scena), ma per infinitesimale accumulo o dispersione di cenere e tracce, sedimentazione, addizione, sovrapposizione, stratificazione, differenziazione di punti di raccordo o d’insistenza.

 

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creature doppie,

corpi siamesi,

cloni anfibolici che nascono da mitologie antiche e narrazioni archetipe.

 

Figurazione visionaria e misteriosamente atemporale,

il risultato e' un'opera intima e soggettiva, che si concede e si nasconde al tempo stesso dietro un

velo di ambiguita'.

L'evocazione del mito e la creazione di un universo onirico sono sicuramente gli aspetti che

conferiscono a questo lavoro un'identita' visionaria e soprannaturale.

L'universo di Galliani non nasce comunque esclusivamente dall'archeologia del mito, i volti di donna  su  enormi tele

sono visi contemporanei.

 

 

Al centro dell’attenzione sempre la bellezza dell’uomo e della natura,

quella bellezza che ha nel volto il luogo privilegiato della sua manifestazione.

 

“Omar Galliani è oggi il grande maestro del disegno italiano

e lo è perché ha saputo opporsi con coraggio a quell’arte moderna e contemporanea che ha negato l’uomo distruggendone il volto: Picasso l’ha ridotto a maschera, de Chirico a testa di fantoccio senza occhi né bocca, Bacon a macchia deforme. Con Galliani la bellezza del volto riacquista spessore e dignità perché sa coniugare l’uomo di oggi e l’uomo di sempre.”

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R

 

 

 
Rispondi al commento:
david_41
david_41 il 29/10/09 alle 17:03 via WEB
Cara B. ti dirò: l’opera che ho raffigurato in questo post , del medesimo artista, a mio soggettivo avviso tra i più grandi di oggi, ne è parte nella serie di sette spettacolari , coinvolgenti ed immense (non solo per le dimensioni)opere dedicate alla storia iconografica di Sant’Apollonia, la protettrice dal mal di denti. La storia del truce martirio della vergine Apollonia avvenuto ad Alessandria d’Egitto intorno al 249 ha colpito l’immagine degli artisti, oltre che dei fedeli, di ogni epoca. L’iconografia sulla Santa è vastissima, riflesso di un culto che in epoca medievale dilagò in tutta Europa con la diffusione del Cattolicesimo. La storia è del resto di quelle destinate a colpire, non fosse altro che per il terrore che accompagna il ricordo di ogni nostro mal di denti. “Apollonia, vergine cristiana, venne accerchiata dai pagani che la colpirono alle mascelle sino a farle schizzar via i denti, poi, acceso un rogo, minacciarono di gettarcela se non avesse pronunciato frasi empie. Ella chiese che la lasciassero libera un istante: ottenuto ciò, saltò rapidamente nel fuoco e arse viva”. Galliani in questa medesima mostra interpreta in chiave personale secondo il suo inimitabile stile, una visione simbolica e trasversale del martirio della santa e fornisce un’interpretazione contemporanea di una nuova modalità anche sottilmente ironica per esorcizzare la morte e vede tavole anatomiche, calibrate da un raffinato segno di chiaroscuro a grafite, accostate a volti angelici i quali a me fanno percepire l’essenza mentale e spirituale della donna, l’espressione della sua anima interiore e dell’inconscio, visi che tra luce ed ombra divengono uno spazio cosmogonico che mi avvicina prepotentemente all’infinito. Un abbraccio ___ R
 
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