Creato da david_41 il 19/09/2008

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Post n°198 pubblicato il 06 Marzo 2010 da david_41

 

 

 

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La pace verrà in te stessa 


Io mi sto lasciando l'amarezza dietro

 
In questo periodo  stò pulendo la mia mente

 
Non c'è spazio per il rammarico

 

 
Cercherò di dimenticare 



Guarda dentro me 


Tu sei alla ricerca della amore incarnato

 
io delle frequenze dalle quali  vibro.

 
Accenderò il mondo 



La pace verrà dentro di me 

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I’m leaving bitterness behind
This time I’m cleaning out my mind
There is no space for the regrets
I will remember to forget

Just look at me
I am walking love incarnate
Look at the frequencies at which I vibrate
I’m going to light up the world

 

Peace will come to me

foto: Federico Bebber

 
 
 

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Post n°196 pubblicato il 02 Marzo 2010 da david_41

 

 

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.2051096

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Ho la nostalgia di qualcosa di molto bello, di molto semplice,

una sorta di paradiso perduto;

ho bisogno di una certa bellezza,

questa mi fa vivere.

 

 

Igor Mitoraj

 
 
 

S k o p a s

Post n°195 pubblicato il 01 Marzo 2010 da david_41

 

 

 

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menadedanzante-skopas

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Il Pathos è il nuovo ingrediente,  nessuna  calma  

serena compostezza .  

Ho vigore intenso,    sentimento e passione 

interiore 

e........

pose di grande contorsione.

o mia.... menade danzante

 

R

 

Σκüπας

 
 
 

Il Satiro danzante

Post n°194 pubblicato il 01 Marzo 2010 da david_41

 

 

 

satirodanzante 

 

La Materia e le sue infinite forme;

Dall’Uno generate;

La sublime danza cosmica;

I Cieli e la Terra si ritrovano in un istante;

Compagni separati ma sempre intimamente tendenti al ritrovarsi;

Così l’uomo e la donna si specchiano l’uno nel molteplice;

Ognuno scorge il Se nell’altro;

Dall’eterno rimirar il munifico miracolo dell’Amore;

La nostra Acqua Ardente;

Il misterio del fuoco che discende dai cieli;

Ivi una sacra coppa ad accoglierlo intimamente;

A sostenerlo con un tenero abbraccio;

Nel mentre l’aere si Satura di consapevolezza vivifica;

Non v’è Nulla di più puro del sospiro di un ebro al levar del Sole;

Michele Trapani

 

 

    

    

Osservo  danzando

danzo  osservando

il   Satirodanzante

danza      la danza

ed è acquafuocote

rraria.. . .  .   piove

 

R

 

 
 
 

Il David

Post n°193 pubblicato il 01 Marzo 2010 da david_41

 

 

 

il david 1

 

 

david

 

Non riuscivo a staccarmi dal David,

stupito fino alla     magnificenza ,

alla sublime  bellezza del corpo maschile.

 

 il David 2

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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ed ebbe inizio il tutto.

 

R

 

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fame chimica

Post n°192 pubblicato il 26 Febbraio 2010 da david_41

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foto: Federico Bebber

 
 
 

... . . e 43°

Post n°189 pubblicato il 19 Febbraio 2010 da david_41

 

 

 

 

Oggi  offro ( a tutti voi )   , uno dei miei numerosi oggetti impolverati (in verità, poca polvere!).  !

Ricordo come  fosse ieri,  una quindicina d'anni fa, ad un mercatino delle pulci ,  una brevissima, intensissima ma "estenuante trattativa" per l'accaparramento di questo vinile che tanto mi  rintonava  ed intronava piacevolissimevolmente,  in mente  la mia eterna giovinezza .

 Essì  perchè ci si mette molto tempo per diventare  giovani  ebbe a dire un certo PabloP 

Chiesi al titolare del micro-stand:

"selling england by the pound ?" con aria british (maccheronica)

e lui:  " boh !   no inglisc io "

Alchè  io,  intuendo l'antifona ed afferrando il 33giri,  feci lui  il gesto,

quello di sfiorare le dita  ( pollice-indice)    per chiedergli quante lire erano nelle sue

intenzioni per dar in vendita  l'oggetto della trattativa.

Mi guardò negli occhi, con aria da mercante viaggiato, cercando di capire se le

mie invece di intenzioni fossero serie, o del solito acquirente d'aria vintage, e mi

disse: 

" varda, senza perdere mutu tiempu, nè jeu nè tìa, dammmene quindicimila , ca osce nu se bbusca na lira ! "

.... fu una incredibile,  estenuante,  breve  ma palpitante  trattativa, e neanche una parola (sprecata).

Ed io che volevo pagare in sterline !

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Il brano   Firth to Fifth,    

racchiude tutta la grandezza compositiva dei  Genesis e   l'essenza della

loro musica,  l'assolo di chitarra di  Steve Hackett  ogni volta mi emoziona

fino ai brividi.

 

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R

 

 

 
 
 

tanti auguri Augusto

Post n°188 pubblicato il 18 Febbraio 2010 da david_41

 

 

 

 

 

 

 

Sono nato al caldo e mi hanno chiamato Augusto, come un nonno che non ho mai conosciuto.

Il cognome Daolio mi è stato dato da un uomo semplice ed, a suo modo, dolce e complice.

Dall'età di sedici anni canto in un gruppo che si chiama Nomadi, scrivo canzoni e giro il mondo.

C'è un altro mondo dentro di me che racconto con il disegno e la pittura, lo faccio da parecchi anni ed alberi,

rocce, cieli, lune, ombre ed altro popolano questi miei racconti. Ho esposto in giro per l'Italia, ho illustrato

dischi, libri, cartoline, manifesti. che è dentro di me e preme. Una specie di confessione, prima ad uno spazio

bianco     , non disegno per riempire un vuoto, ma per vuotare un pieno

poi ad occhi che guarderanno.

Ho lo studio a Novellara in via De Amicis, il numero credo sia il quarantaquattro, non ho il telefono

ma montagne di libri e di oggetti.

Le notti invernali nella bassa hanno ancora il profumo delle mele sull'armadio.

Cerco di essere un uomo del mio tempo, ma sono anche un uomo antico, pieno di ciò che ho visto ed imparato.

I miei disegni non hanno titolo. Mi interessa l'aspetto magico e segreto delle cose.

Gli enigmi, le illusioni delle ombre. Ho bisogno di rappresentare tutto ciò che c'è dietro e dentro  alle cose;

il mondo surreale e fantastico che si cela nelle pieghe della notte e dei giorni.

Disegnandolo, cerco dimetterlo davanti a me come uno specchio anche se diventa un gioco ironico,

sottile e melanconico. Ecco perchè disegno paesaggi spaesati confusi nella mente, carpiti un po' ovunque.

In essi si nasconde l'uomo non sempre visibile, ma che sa mescolarsi alle cose, scambia i ruoli,

diventa cavallo ed albero, un gesto, una mano, occhi e l'infinito cielo come teatro, come una messa in scena

ideale" .

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Sono nato il  18 febbraio 1947

a Novellara  di Reggio Emilia,

nel cuore della notte, mentre freddo e brina duellavano

con rami secchi di pioppi e tigli.

 

 


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. . . tuorlo dell'uovo rimescola

Post n°187 pubblicato il 15 Febbraio 2010 da david_41

 

 

 

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credevo di essere un ramo secco

 
nella tua quercia

 
guai chi ti taglia

 
a chi brucia

 
a chi ti fetta

 
fulmine d'oro illumina


tuorlo dell'uovo rimescola


il cibo che chiama il peccato

 
è la mia bocca

 
nella mia bocca

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Ciao  Umbè . . . . .

 

R

 
 
 

Ingrediente Novus

Post n°186 pubblicato il 12 Febbraio 2010 da david_41

 

 

 

 

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Umberto Giardini alias Moltheni esordisce discograficamente nel 1999 con l’album di debutto “Natura in Replay” (1999) edito dalla Cyclope Records di Francesco Virlinzi (Carmen Consoli / Mario Venuti) partecipa al festival di Sanremo del 2000 con il brano Nutriente.

Partecipa alla colonna sonora del debutto cinematografico di Franco Battiato “Perduto Amor”, sforna il suo terzo album “Splendore Terrore” (2004) con cui inaugura una nuova svolta sposando sonorita’ più scure e minimali legate al folk e alla psicadelia. Seguono “Toilette memoria” (2006) con ospiti illustri quali Verdena, Franco Battiato e Carmelo Pipitone dei Marta sui Tubi, e “Io non sono come te” EP (2007)

Esce infine quello che e’ considerato il suo lavoro piu’ rappresentativo e completo, e’ “I segreti del corallo” (2008), che ottiene grande successo di pubblico e critica. Il 27 Novembre 2009 viene pubblicato

“Ingrediente Novus”.

 

L I V E  stasera, al... 

 

"Endorfina" 

Montesano Salentino -LE- 

 

 

 

 
 
 

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Post n°184 pubblicato il 30 Gennaio 2010 da david_41

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Jim

 


Questa è la fine
magnifico amico
Questa è la fine
mio unico amico, la fine
dei nostri piani elaborati, la fine
di ogni cosa stabilita, la fine
né salvezza o sorpresa, la fine
non guarderò nei tuoi occhi... mai più
puoi immaginarti come sarà
così senza limiti e libero
disperatamente bisognoso di una... mano straniera
in un... paese disperato
, baby
cavalca il serpente, cavalca il serpente
fino al lago, l'antico lago, baby
Il serpente è lungo, sette miglia
cavalca il serpente... è vecchio e la sua pelle è fredda
l'ovest è il meglio, l'ovest è il meglio
Vieni qui e ci occuperemo del resto
l'autobus blu ci chiama
Autista, dove ci porti
L'assassino si svegliò prima dell'alba, s'infilò gli stivali
Prese una maschera dall'antica galleria
e s'incamminò verso l'atrio
andò nella stanza dove viveva sua sorella e... poi lui
fece una visita a suo fratello, e poi lui
s'incamminò verso l'atrio
arrivò a una porta... e guardò dentro
padre, sì figlio, voglio ucciderti
madre... ti voglio... fottere
Vieni, baby, rischia con noi
e incontrami sul fondo del bus triste
faccio un rock triste, su un bus blu
uccidi, uccidi, uccidi,
Questa è la fine
magnifico amico
questa è la fine
mio unico amico, la fine
mi fa male liberarti
ma tu non mi seguirai mai
la fine delle risate e delle dolci bugie
la fine delle notti in cui tentammo di morire
Questa è la fine

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J M

 

 
 
 

Cadeau

Post n°183 pubblicato il 23 Dicembre 2009 da david_41

 

 

 

 

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Immagine

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Nell'arte Cristiana la pigna, come tutti i frutti a guscio duro,


rappresenta il corpo umano che

racchiude in un "guscio"

l'anima.

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A U G U R I     di ognibene a tutti i blog e profili amici .  R

 

foto: R

 

 

 
 
 

il ritorno a casa del Maestro

Post n°181 pubblicato il 14 Dicembre 2009 da david_41

 

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da ieri,  Lecce  nella chiesa di San Francesco della Scarpa

mostra antologica  :  "Fernando De Filippi , opere 1962-2009"

Un viaggio nella memoria di un artista che nel corso della sua lunga carriera ha attraversato alcuni dei momenti fondamentali dell'arte italiana. Una carriera complessa , una carriera che da Lecce dove è nato , lo ha condotto a Milano dove oggi vive e dove ha ricoperto per quasi un ventennio il ruolo di direttore dell'accademia di Brera.

 Una vita artistica complessa quella di De Filippi che, partendo da una figuratività postinformale, attraversa le più attuali esperienze  degli anni Sessanta e Settanta meritando l’attenzione della critica attiva del momento da Caramel a Del Guercio, Crispolti,  Di Genova,  De Grada,  Micacchi.

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L'albero poeta - acrili su tela - cm.150x200 1988 l'Albero del poeta

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Le incertezze del Poeta acrili su tele sagomate - cm.278x235 - 1986 le Incertezze del poeta

Installazioni architettoniche di acrilici su tele sagomate popolate da nomi e memorie attinte al mito della mediterranei.

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Il catalogo, curato da Antonio Cassiano e Michele Afferri, contiene saggi e riflessioni di Marco Meneguzzo, Fernando De Filippi, Marina Pizzarelli, Adriano Altamira, Brizia Minerva.

La mostra resterà aperta dalle 9 alle 13 e dalle 16 alle 18.

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bella notizia

Post n°180 pubblicato il 12 Dicembre 2009 da david_41

 

 

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Ci hanno pensato un po' e lo hanno fatto. "La voglia di risalire su palco insieme e fare dei concerti è stata inarrestabile":   Piero e Ghigo , protagonisti di una delle più belle storie della musica italiana con i Litfiba, suoneranno di nuovo insieme nella prossima primavera. Da aprile 2010 terranno quattro concerti a Roma, Milano, Firenze e Acireale. Dopo una separazione a cui hanno fatto seguito anni di lento riavvicinamento, umano e artistico, Pelù e Ghigo torneranno quindi insieme per un live frutto dell’esperienza raccolta in anni di concerti in tutto il mondo, con canzoni che sono la storia del rock, e dal quale nascerà un dvd live in uscita in estate.

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Davvero una bella notizia per chi come me una 20a d'anni fà si trovava spesso  a far parte  delle folle sotto i loro palchi . Energia pazzesca, una grinta animalesca  vedevo nelle sincere gestualità di Piero un mimo contemporaneo, un pifferaio magico arrivato da un altro pianeta.  Ghigo invece sempre assorto nella sua grande dote della musicalità.   Lulù e Marlène   è il  brano che  ricordo con tanta nostalgia, a me fa venire in mente alcune cose di Edith Piaf o Jacques Brel,  e poi.......

Istanbul,

il gioiello

erano gli anni 86-89

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Avrai poche cose

Post n°179 pubblicato il 10 Dicembre 2009 da david_41

 

 

davide dutto 1

 

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Cosa c'è di più vivificante

in questa nostra vita , che  sentire di un poeta, un poeta artigiano , di quelli che creano oggetti (o soggetti) verbali, come per esempio l'immagine della mucca al pascolo: pigramente stesa sull'erba, con lo sguardo strabico rivolto chissà dove, assorta e allo stesso tempo in guardia, con la coda che frusta l'aria, e l'erba che sale e scende il condotto tra bocca e stomaco.

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davide dutto

 

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Dice che la sua poesia nasce così, dopo mesi di su e giu, immerso nella vita, ma fuori dalla vita, strabicamente concentrato, assorto e in guardia.

Dice che la sua poesia nasce dalla necessità impellente di testimoniare i gesti e le parole degli anelli più deboli della catena, prima che siano spazzati via dalle leggi della (presunta)  evoluzione. Ecco allora forse  nelle sue poesie il perchè di così tante immagini della guerra, riuscendo a coinvolgere me lettore e facendomi passare dal conflitto quotidiano delle piccole cose . 

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"In guerra la legge di Darwin raggiunge il suo apice di disumanità, ed è li che subentra la poesia con la sua carica di umanità. Umanità vuol dire anche come nel film 'La grande guerra'  di Monicelli ,  il soldato che fa trivellare di colpi la scaldarroste:  la poesia è li, nei fori della padella trivellata, e osserva i volti infangati .

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Avrai poche cose ma quelle che avrai:

le forchette spuntate, le tovaglie

a quadri in saldo degli Obei Obei.

Le mareggiate nei boccali

non ti dovranno spaventare,

nè i terremoti in lavatrice:

la pace verrà dopo il funerale.

Lentamente ti tornerà la fame.

Verrà il giorno che non saprai il mio nome.

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Luigi Nacci

poesia vincitrice del Poetry Slam            

 

 

 
 
 

dal Casello al Castello

Post n°178 pubblicato il 03 Dicembre 2009 da david_41

 

 

 

 

 

Immagine 007

 

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  Amici miei

 

       vengo . . . . . .

Sopra  un cavallo

che Si Disegna nel

        Cielo

Non porterò il Lutto

io Canto e Rido

Danzo sugli

      Specchi 

Prigionieri del Sole

   Vengo . . . . . .

Puccetto

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Immagine 006

 

 

 giorni frenetici e concitati causa per cui la mia così ridotta presenza qui, dovuti appunto a preparativi organizzativi per la personale del mio amico (fraterno) Antonio. Mostra che si terrà al Castello      Carlo V , Lecce centro. (inaugurazione sabato 5 cm , alle ore 19 ci sarà la  presentazione e sarà fino al 6 /1/10 ) ovviamente , tutti invitati , anche e soprattutto chi non può farlo fisicamente (presenziare) , spero lo farà ‘spiritualmente ’  , Puccetto  apprezzerebbe (forse)  maggiormente , io lo so .


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[Struggle for Pleasure ] . . . or for Dolour

Post n°176 pubblicato il 28 Novembre 2009 da david_41

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Le trecentomila lune
del casello di Puccetto

di Giuliana Coppola

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Per una volta, una volta soltanto e forse ora, per sempre, chissà, t’è venuta voglia di percorrere la strada che ti conduce ad un luogo, specchio di un’anima; se tu lo desideri, li trovi nella tua terra luoghi che lo diventano per le storie in loro racchiuse; te le raccontano, in silenzio, una quercia, una pineta, una torre, un angolo di mare, una grotta, oggi un casello di ferrovia immerso nella campagna... L’hai cercato perché ne avevi sentito parlare, perché t’è giunta l’eco di Puccetto, perché hai ricordato fischio di treno e brivido tra rami al passaggio di littorina.
Ti è stato benevolo anche il cielo; si è mantenuto limpido, quando ti sei mosso da Tutino, dal suo castello e la sua chiesa, le sue viuzze e il suo calvario; Antonio ti attendeva ai piedi del castello; t’ha fatto da guida sulla strada che hai percorso nel verde; ti ha sorriso una chiesetta sulla destra; ti ha sorriso il casello; hai trovato la nicchia di cespugli, quando Puccetto t’è venuto incontro.
“Con le parole mi costruisco una nicchia di cespugli, ma una nicchia così trasparente...”, ti suggerisce Puccetto... Ecco, il casello è oggi nicchia di cespugli di una trasparenza infinita, surreale; libro aperto il casello, perché pagine piene di scrittura sono le pareti...senza più valore il tempo.
“L’età, il tempo, che importa ci sono i fiori, c’è la pioggia per la terra e poi ci sono i momenti per il silenzio. Io non sapevo contare. Diciamo che avevo superato le trecentomila lune e una stella”, ti racconta Puccetto e intorno le pezze, a te che sei venuto a cercarle nella loro casa, trasmettono la forza del tempo, la leggerezza dei fiori, il fresco della pioggia, la luminosità di trecentomila lune e una stella, per non perdersi mai; trasmettono i brandelli di verità che loro conoscono, che soltanto loro possono narrare e comunicare.
Il fischio del treno lacera il silenzio; Puccetto abbassa le sbarre; passerà la littorina - la vedi ad un passo da te - ritornerà silenzio della terra, di un albero che il vento ha fatto sfiorire, della strada, via Madonna della Pietà che unisce chiesa e casello, che tu hai percorso per arrivare a sentire silenzi e voci e non sai quanto di tempo sia passato...
Puccetto, Antonio D’Aversa, scrittore e pittore della sua anima, ha colmato di sé gli spazi, scrivendo e dipingendo soffio di vento, immagini del creato, gli occhi buoni del suo cane, il perdersi lieve delle scintille nel camino, acceso di tanto in tanto ad allontanare freddo ed ombre.
Prima, seconda, terza, quarta stanza al primo piano del casello, più vicino al cielo... ti vengono incontro mondi primordiali di colori... pensi che così si sarà offerto al creatore l’universo prima che decidesse di dargli un ordine; un magma di luce, un oceano di riflessi... “un solo nome, Puccetto”... ti assalgono il bleu profondo di un mare senza orizzonte, il rosso dell’argilla, il bianco, il giallo, il verde, il bleu ancora che i colori d’ossido di piombo conficcano nell’ordito d’una pezza e ancora il bianco candore d’una luna replicata trecentomila volte.
“Dipingo di notte, sul sagrato della chiesa...”; passata l’ultima littorina e ritornato silenzio, la pezza obbliga Puccetto a portarla dove lei vuole, a lavorare su lei, a trasmetterle e ad affidarle pensieri... e Puccetto sa quando inizia la sua opera ma non sa quando potrà terminarla... non è lui a deciderlo.

 

 

web 1 1817

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“La mia pelle è una terra

il mio corpo un sentiero senza destino

la mia vita è un errore

la mia mano una radice deposta sull’orizzonte

l’odio è una bocca piena di sabbia la mia pelle rubata al tempo.

Nel pozzo profondo esistono immagini e un grido che nessuno ascolta.

Io sono affascinato dal pozzo perché é là che i miei gridi mi abbandonano

il mio corpo è bleu, è un riflesso di luce

io sono un secolo di troppo, un secolo di silenzio e d’argilla

un campo tracciato dalla notte, il mio corpo è un incendio”.

La pezza si è piena di immagini, di grida che nessuno ascolta; la pezza pesa di grumi rappresi

di sofferenza e colore.

 

In realtà mette delle tavole di legno per terra, o anche delle "pezze",  (tele  qualsiasi) come le chiama lui, a volte ci cammina anche sopra e continua a dare colori diversi, uno sull'altro in varie forme finchè non è soddisfatto.

Dopo le proiezioni  di documentari e films a lui dedicati ,  l'hanno interrogato circa l'arte,

 e lui :


 "Scusate ma tremo tutto non sono abituato al pubblico.
Molti dicono di me che sono un poeta, un grande pittore... incompreso, un'artista, sembro quasi un eroe.
Nessuno ha capito un cazzo,

Puccetto è un nome comune di cosa." 

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                    web 1 1876

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Il fischio del treno, ancora; ne passano sedici durante il giorno. E intanto hai il tempo di osservare che le rughe di un’anima e di un corpo sono passate tutte sulle pareti del casello; urli silenziosi di colori su pezze graffiate dal pennello; urlano in silenzio l’assurdo di una solitudine senza un perché, il bisogno disperato di lavorare, di mbrattare e nguacchiare le tele, questo permette di vivere, soprattutto quando si arriva al capolinea.
Il casello, luogo dell’anima, che oggi hai scelto di cercare, è un cumulo vivo di brandelli di storie “sono loro a comandarmi, ad ordinarmi che così dev’essere... cambiano se le poso qui nel vento, se le porto in un angolo al sole, se c’è buio intorno”, dice Puccetto.
Il fischio del treno, ancora, e d’un tratto una lama di raggio di sole... il casello di Puccetto è in via della Pietà nel silenzio del verde di un paese che ha nome Tutino, di Tricase, Le.

 

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Naviamente

Post n°175 pubblicato il 26 Novembre 2009 da david_41

Chris Sharma

 

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"la Musica, grazie alla sua funzione destabilizzante, 

deve essere capace di aggiungere qualcosa al  luogo,

facendolo rivivere per il pubblico

d'oggi"

 

 

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"Un uomo senza nome e con una fortuna a venire." 

             Wim Mertens

in foto: Chris Sharma

 

 
 
 

Deriva finita

Post n°174 pubblicato il 23 Novembre 2009 da david_41

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Essendo che si venne a trovare nel peggio del peggio
in quel fottuto istante dall'indicibile odore
d'esser carcassa per marcescente ormeggio
prese coscienza con rassegnato stupore

Denso il mare che non ondeggia più... Deriva finita

Era giunto infatti al porto dei rottami presi in ostaggio
da un vento insano e corrotto che piace solo a qualche uccello
e a riprova che non era un brutto sogno nè un miraggio
urtò la banchina e subì un violento scrollo

Denso il mare che non ondeggia più... Deriva finita

E sentì una falla aprirsi e percepì un dileggio,
come se il mondo intero assistesse al suo tracollo
la chiglia del suo carattere si rivelò un lavoro greggio
che lo dette in pasto a quel mare forse mai satollo

Denso il mare che non ondeggia più... Deriva finita

E perso per perso si lasciò succhiare da quel melmoso peggio
accennando a un sorriso di ebete splendore
E riuscì a legarsi al marcescente ormeggio
per affogare impiccato e senza ostentare dolore

Denso il mare che non ondeggia più... Deriva finita

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 Godano/Maroccolo

 foto: Umberto D'Aniello - Capri

-

R

 
 
 

L' Amore incondizionato

Post n°173 pubblicato il 18 Novembre 2009 da robin_19750
 

Photobucket

 

Il cavallo
Un’anima.
Quattro zoccoli.
Una criniera.
Una coda.
Amici dell’uomo da millenni.
Mai schiavi davvero.
Luminose scie nel buio.
Stelle forse.
Nobili angeli
Fiato che si fa nuvola nel freddo del mattino,
ed esce dal morbido naso di velluto
di un essere antico
e ricco di tutto quello che l'Uomo non avrà mai:
La tenerezza di un’anima selvaggia.

 


 
 
 
 
 

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