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« Liar (Why, Liar?)La Formula di Dio »

Napoleone is death

Post n°56 pubblicato il 23 Ottobre 2007 da retiarius72
 
Foto di retiarius72

..L'anno scorso, col numero 54, e io non lo sapevo.

Naturalmente, il Napoleone cui alludo io è il "Napoleone", nato nel 1997 (se non erro) dalla fantasia di Carlo Ambrosini, uno dei migliori sceneggiatori di tutta la "scuderia" Bonelli.

E' triste come gli impegni continui, specie quelli lavorativi, ti portino via il tempo, e così di brutto che nemmeno hai l'occasione di andare in edicola a comprare uno dei tuoi fumetti preferiti, ma così è... Lo stesso mi è successo con la magnifica "Gea" (chi legge fumetti sa che Luca Enoch è un grande, e quanto bello e atipico sia Gea come fumetto), nel senso che ugualmente mi sono dimenticato di comprarla, però, in quel caso, il discorso è diverso, visto che Gea è nata come "romanzo a fumetti", e quindi era destinata a finire di suo (vabbe', ad essere "filologici", anche Napoleone non doveva andare oltre il numero 8, però è un altro discorso, occhei?).

Questo è il motivo per cui un post da sezione "Fumetti", mi finisce dentro "Purple Pills": l'arrabbiatura (si fa per dire, poi spiegherò) derivante non solo dall'essermelo perso per mesi, ma, soprattutto, il fatto, nel momento in cui me non sono ricordato, di sapere che non usciva più, e nemmeno da poco, ma da circa un anno, perché, appunto, "Napoleone", come serie - bimestrale, per altro - era defunta.

Dunque, parlavo di arrabbiatura.

Beh, arrabbiatura è una parola grossa, però, davvero, il fatto che Napoleone non uscirà più mi intristisce (sempre di retorizzazioni si tratta, non prendetemi troppo sul serio), perché era realmente un fumetto sui generis.

Anzitutto, per il modo in cui il protagonista interagiva col suo inconscio, che gli si palesava sotto forma di tre allucinazioni semi-permanenti: Lucrezia, Caliendo e Scintillone.

Lucrezia è una ninfetta, presumo, nell'intento dell'autore, emblema della natura duplice dell'animo umano (è molto femminile, molto sensibile e molto caparbia: insomma, è molto donna), Caliendo è un maggiordomo dal naso enorme e dalla tenuta old style, compassato e ligio alle regole, Scintillone è una sorta di quadrumane anfibio, insofferente alle imposizioni, al contrario di Caliendo.

Già il particolare di questi tre distinti e loici aspetti della personalità di Napoleone me lo rendeva simpatico, inoltre, in questa serie hanno sempre avuto un gran peso la psicanalisi e l'inconscio collettivo (e, inevitabilmente, con esso, gli archetipi), quindi, in un modo o nell'altro, era difficile non rimanere colpiti dalle singole storie. In effetti, Lucrezia, Caliendo e Scintillone o si manifestavano accanto a Napoleone, accompagnandolo nelle sue avventure, oppure vivevano le loro "vite" nel mondo archetipico cui appartenevano (in dipendenza sempre di quello che il loro "creatore" in carne ed ossa viveva e subiva, ovviamente).

Napoleone aveva altri tre comprimari importanti, questi però in carne ed ossa: l'ispettore Boulet, che, spesso, lo seguiva nelle indagini, che per tutta la serie si è ostinato a chiamarlo "Signore", sempre e comunque, malgrado fossero amici di vecchia data e Napoleone insistesse per farsi dare del "tu"; Allegra, ragazzina orfana salvata da Napoleone nel n. 4 della serie, della quale poi diveniva tutore legale, e, infine, la burbera e materna signora Simenon, governante dell'Hotel di proprietà di Napoleone, che si lamentava continuamente di lui e delle sue abitudini, ma, era evidente, gli voleva bene come avrebbe voluto bene ad un figlio.    

Napoleone è proprietario dell'Hotel Astrid di Ginevra. E' un ex poliziotto, emigrato dall'Etiopia a seguito delle rivoluzione sanguinosa del 1974 (o almeno presumo che sia quella: così fosse, Napoleone, nella serie, intendo, dovrebbe avere una cinquantina d'anni, ma non li dimostra affatto).

Vista la sua passata professione, la vocazione di detective gli è rimasta, e, in effetti, la serie era un giallo.

In ogni modo, si è sempre trattato di un giallo originale, atipico ed inconsueto, in cui, anzitutto, spesso i criminali non sono condannati (da un punto di vista morale, intendo) e, in secondo luogo, i "tòpoi" tipici del giallo classico, alla Conan Doyle o alla Agatha Christies, per intenderci, dove, i protagonisti, con geniale logica ferrea, giungono eroicamente alle conclusioni più improbabili, frequentemente sono del tutto assenti: al contrario, spesso e volentieri la dinamica del caso e del caos regnano sovrane, e, le attitudini holmesiane o marpoliane (perdonatemi il neologismo) mostrano la corda, parendo, rispetto alla serie Napoleone, palesemente tirate via (per dirla in altri termini: il mondo è troppo complesso perché, deducendo qui, arguendo là, si possa arrivare a conclusioni univoche, e questa "filosofia" ha fatto da perno a tutta la serie).

Non di rado questo fumetto mi ha commosso, non esagero (sul serio, senza esagerazioni retoriche, intendo), e non poche volte mi ha colpito profondamente.

Se pensate che la stia facendo più grossa del dovuto, vi consiglio "Il mio nome è Nessuno", che, per caso, ho letto di recente, trovandolo in biblioteca (episodio che, tra l'altro, mi ha fatto ricordare che m’ero dimenticato della serie): troverete che è una eccellente riflessione sul nominalismo nichilistico (ovvero, sui limiti di definizione della realtà di cui intrinsecamente la "legislazione" del linguaggio patisce), sull’ontologia, sulla mancanza e sul dolore derivanti dalla perdita di qualcuno che ci è caro, e sulla capacità (o sulla necessità, se preferite) di andare oltre tale dolore, perché, altrimenti, non potremmo continuare a vivere (per non parlare del fatto che è disegnato in modo spettacoloso, e il "custode" della porta che viene aperta dalla prima parola mai pronunciata fa paura).

Che dire, per concludere?

Speriamo che, “Al di sopra degli stagni, al di sopra delle valli, delle montagne, dei boschi, delle nubi, dei mari, oltre il sole e l'etere, al di là dei confini delle sfere stellate”, il nostro amico Napoleone sia sopravvissuto, e continui a vivere le sue strane, mirabolanti e dolce-amare avventure...

Over,

Dave.

p.s.: vi posto questo link di recensioni, per farvi capire quanto Napoleone fosse apprezzato:

http://www.sergiobonellieditore.it/auto/componi_recensioni?id_personaggio=9

p.p.s.: ho scritto "dolce-amare", vabbene? per una volta ho deciso di mettere da parte il mio cinismo, occhei? ;-)

 
 
 
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