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“Ho vissuto nelle scarpe di Karl Liebknecht “
Post n°42 pubblicato il 06 Dicembre 2014 da umamau0
Ho finito da poco la quarta lattina da mezzo litro di birra da due soldi e quando attacco con la quinta tutto intorno a me sembra una gigantesca giostra di suono, occhi e alito di vino rosso. Oggi non ho mangiato niente, ho camminato tutto il giorno con gente che non ho mai visto. Camminavo e tra la folla cercavo inutilmente un naso.
Ora sono qui fermo e tutto gira, le mie scarpe sono pesanti, i pantaloni di velluto marrone-verde consumati, nella tasca destra della mia giacca nera ho una copia delle “Lezioni americane” di Calvino e nella mano destra la quinta lattina di birra che mi fa volare. Mi unisco agli altri e inizio a ballare, cado e mi rialzo, qualcuno mi abbraccia altri mi baciano e scattano foto ricordo. Faccio la fila al cesso per liberarmi dei due litri di birra e stanco mi trovo un posto per sdraiarmi sull’erba nelle aiuole intorno al Castello. Chiudo gli occhi e tutto gira ancora. Mi addormento.
Una mano mi abbassa la cerniera e all’improvviso mi ritrovo il cazzo nella la bocca di una ragazza. Lei è Marisol ha venticinque anni, viene da Barcellona, studia all’Accademia di Brera e mi sta facendo un pompino perfetto e forse è tanto fumata che sembra anche molto convinta di quello che sta facendo.
Dopo, sto un po’ in giro con lei e la sua amica ci reggiamo a stento in piedi e ridiamo tanto. È tardi e non ci sono mezzi che portano dal centro alla periferia, mi avvicino barcollando ad un taxi e gli do dieci euro per riportarmi a casa.
Sono disteso sul letto e dormirò vestito. Quello che rimane di questa giornata è puzza di piedi, è profumo di erba, è alito di birra, è il sorriso di Marisol. Guardo gli alluci che escono fuori dalle mie calze bucate, rido e penso che la mia asimmetria da due soldi sia nata da una pennellata di Picasso.
Il condizionale non so cosa sia e con la vostra socialdemocrazia mi ci pulisco il culo: io voglio!
1 maggio 2007 ore 23,55 |