Creato da dylandog5656 il 03/01/2010

Cet

parole, solo parole: vacue e vuote.

 

 

« Quanno ChioveFigli »

Per mero amor di pace.

Post n°17 pubblicato il 06 Maggio 2012 da dylandog5656

“Sei un’artista? Che domanda da voltastomaco: sei lì, in mezzo al vuoto e al tutto, una luce t’illumina. Sei un’artista seduta. Sei stanca di fare l’artista, l’attore, il buffone, il giullare, il saltimbanco? Perché non ti alzi in piedi e non dici qualcosa. D’altra parte è il tuo mestiere, sei una mestierante, un’ imbonitrice istrionica, una parolaia. Che fai reciti, fingi? No, tu interpreti a soggetto. E allora facciamolo questo gioco, tu, io e la tua arte.

Io t’interrogo artista e tu parlerai. Ti farò domande sui più diversi argomenti che tanto ci appassionano e tu, artista, risponderai. E dovrai farlo d’artista.

 

“Prima domanda: chi è un’artista?”

 

 

La vita morale dell’uomo fa parte della materia dell’artista, ma la morale dell’arte consiste nell’uso perfetto di uno strumento imperfetto. L’artista non ha bisogno di dimostrare nulla: poiché perfino la verità può essere dimostrata.

 

 

“Non dimostrare, non dare un significato a queste parole. La verità m’interessa. Cosa ne sai. Cosa ne sai della vita?.”

 

 

La vita sintetica si fa perchè costretti: è tutto è fuorché una terapia.

Ella non ha alcuna funzione.

Quella di punirti, no.

Quella di proteggerti, no.

La vita sintetica la consigliano le mamme che non amano.

La maggior parte di esse certo, che addosso ai muri di sbieco e di lato campano.

Campare è una cosa dura, secca ed anche fragile, una specie di vecchia corda che anche puzza un poco di muffa.

 

Vivere è non chiedersi niente, invece, neppure alla sera.

 

Vivere è non tirare conclusioni a singhiozzo a strozzo, alla cieca e neppure al chiaro di argomenti propri, impropri, ma che t’importa.

 

Vivere è non pensare.

La vita sintetica invece, vive autonomamente da te.

Tu sei un elemento, una qualsiasi cosa, quella che vuoi, tanto non conta.

La vita non fa male, non senti nulla, un pò di plastica ai fianchi

forse.

La vita sintetica non sei tu che la vivi. È lei che ti vive.

I momenti veri della vita sintetica sono quelli rubati.

Di notte, il sogno.

Di giorno la stoffa del sogno: il ricordo.

 

 
 
 
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