Ma. All'improvviso.
Cucivo le lacrime agli occhi.
I respiri con i miei gli chiudevo
(anzi sì)
potesse fare tanto male.
Post n°27 pubblicato il 17 Settembre 2012 da dylandog5656
RAFEAL ALBERTI A quel tempo eri bionda e grande, solida spuma ardente ed elevata. Parevi un corpo staccatosi dai centri del sole, lasciato da un colpo di mare sulla sabbia. Tutto era fuoco a quel tempo. Bruciava intorno a te la spiaggia. A rutilanti vetri di luce erano ridotte le alghe, i molluschi, le pietre che le ondate spingevano contro di te. Tutto era fuoco, fulmine, palpito d'onda calda in te. Se era una mano che osava o le labbra, cieche braci volando fischiavano nell'aria. Tempo incendiato, sogno consumato. Io mi rotolai nella tua spuma a quel tempo. |
Post n°26 pubblicato il 31 Agosto 2012 da dylandog5656
Un qualsiasi martedì sera la piazza della chiesa il bar, l'acquasantiera la smilza e l'obesa. “Sei splendida”. Si trascina il volgo per la via del borgo chi mi sbircia di traverso e chi mi scruta, perso. “Che figa” C'era ancora sole, batteva sul tempo di questo orologio che non ho che non è. “Che fata.” Ma. All'improvviso. Per mano te ne andavi ad una bionda vita. Ti sorrideva. Le sorridevi. Per mano me ne andavo a due teneri virgulti d'amare. Mi strappavano le dita. “Mamma, il signore del mare!” Scendevo dall'oro dei tacchi Cucivo le lacrime agli occhi. I respiri con i miei gli chiudevo a nessun perché rispondevo. “Me fija.” mi sussurrava una piccola donna le spalle incurvate dal male che culla. Mi accoglieva tra le sue braccia nodose. Le lasciavo fare. Non sapevo (anzi sì) potesse fare tanto male. anna greco |
Post n°25 pubblicato il 24 Agosto 2012 da dylandog5656
La piazza del mercato al sabato mattina. Sabato di maggio. Bancarelle e. Umanità multiforme. E globalizzata. Questuanti di seconda generazione, extra-ordinari, laurea al Conservatorio di patrie lontane. “Verni moiu liubovi", straziante amore su labbra morbide, appoggiate all'ancia di un clarinetto tenuto bene. Musica di seconda mano, per mangiare. Monetine nel cappello e inchini profondi. Carichi di speranza curvati al tintinnio di un volgare centesimo. Sprezzante. L'ha lanciato una vecchia che si crede di sapere tutto sulla vita. Si è trascinata sulla panchina, proprio quella imbrattata di parole d'amore. Ci poggia il culo, irriverente. Le avevo scritte per te e pure in greco antico. Vago ricordo erudito. “Ego boulomai dialegeszai sun se”
“Come mi sta?” Trattiene uno sbadiglio il marito annoiato, gli occhi sulle gambe di una valchiria arrampicata sui tacchi a spillo.
Un bar, un gazebo, fiori e piante della Riviera. Una birra ghiacciata. Un uomo accarezza la caraffa. Su e giù, lentamente. Ha dita seducenti. La caraffa si è bagnata. Una locandina. “Questa sera si recita a soggetto.”
Aspettiamo la sera. La piazza del mercato è andata in ombra, si è ritirata l'umanità.
C'è una chitarra. Pantaloni rossi smunti.
C'è una voce maschile. Profonda. Scende nell'anima, la accarezza e la schiaffeggia. Rimprovero supino. “I desideri sono la cosa più importante che abbiamo e non si può prenderli in giro più di tanto. Così, alle volte, vale la pena di non dormire per star dietro ad un proprio desiderio. Si fa la schifezza e poi si paga. E' solo questo davvero importante: che quando arriva il momento di pagare uno non pensi a scappare e stia lì, dignitosamente, a pagare. Solo questo è importante.” (A. Baricco)
C'è una voce femminile. Canta due note, senza arte. Se le è cavate dallo stomaco e le ha buttate oltre l'esofago. Per questo bruciano sulla pelle.
E' stata una sera bellissima. E lei era felice, molto felice. Come non succedeva da anni. Se ne sono accorti persino i bambini.
Manuela Anna Greco |
Post n°24 pubblicato il 17 Agosto 2012 da dylandog5656
Come mi vorreste? Con un altro carattere, altre caratteristiche? Riepiloghiamo. Troppo generoso, altruista. “Hey ombre, tu sei armonia.” “Accidente, ma quanto ti ha fatto bello tua madre?”
Sessualmente? State pensando a quello, ammettetelo. I giudizi, a caldo e a freddo sono assai lusinghieri, e sempre ripetuti nel tempo. Ma non li dico. Funziono come un centometrista: scopo in decontrazione, ma senza correre, con lenta e fantasmagorica immaginazione. Per “non morire lentamente” cambio marcia, ritmo, vado in assolo, rubando – con cortesia, il tempo, solo un po’, al partner, per restituirglielo e suonare e suonare: in accordo. Quando la musica finisce si resta in silenzio, dentro quel silenzio beato. Ti guardo, ti sorrido. Sorridi e mi accarezzi. “E’ buona musica, non trovi? Ti piace il jazz?” |
Post n°23 pubblicato il 14 Agosto 2012 da dylandog5656
Imbecilli! (Senza finestre dalla parte del cielo). Siete irritanti, urticanti e invasivi. Riflettete la vostra sostanza nella cronicità dei vostri vuoti a perdere. A chi urlate, contro chi imprecate? Vedete forse la luna che abbaiate come cani drogati e recintati? La vita, come la morte o la malattia, dovrebbero essere contenute nella memoria per non rischiare il ridicolo nella piccola miseria del tempo moderno. Le vostre pubblicazione non sono, dio mio, alterate, a dimostrazione che siete lucidi nella vostra microscopica pochezza intellettiva. L'unica forma di razzismo che mi riconosco e sento pulsare è nei confronti degli Imbecilli. <<Io so che quattro, cinque, dieci idee vi bastano per tutta la vita, vi servono per tutti gli usi quotidiani, per il giorno e per la notte, per l'amante e per il parrucchiere, per parlare e per scrivere, per alzarvi e per andare a letto la sera e che nel vostro cervello, senza finestre dalla parte del cielo, non hanno diritto d'ingresso che le verità diventate luoghi comuni e le idee che a forza d'uso si son fatte imbecillità.>> (Giovanni Papini) |
Inviato da: syhngrsy
il 26/02/2014 alle 00:20
Inviato da: terry095
il 31/12/2013 alle 08:26
Inviato da: terry095
il 21/10/2012 alle 19:10
Inviato da: terry095
il 04/05/2012 alle 13:53
Inviato da: dylandog5656
il 03/05/2012 alle 23:48