Creato da dylandog5656 il 03/01/2010

Cet

parole, solo parole: vacue e vuote.

 

 

Gli strani

Post n°32 pubblicato il 13 Ottobre 2012 da dylandog5656
Foto di dylandog5656

 Orrore

     Liso

         Irata 

    Vita

                Offesa

 

  Notte

   Evanescente

  Rubami

 Ora

 

 

(Olivo Nero)  Presenta 

 

Gli Strani

 

“Io so. Ma non ho le prove.

Non ho nemmeno indizi.

Io so perché sono un intellettuale, uno scrittore, 

che cerca di seguire tutto ciò che succede, 

di conoscere tutto ciò che se ne scrive, 

di immaginare tutto ciò che non si sa o che si tace; 

che coordina fatti anche lontani, 

che mette insieme i pezzi disorganizzati e frammentari di un intero coerente quadro politico, 

che ristabilisce la logica là dove sembrano regnare l'arbitrarietà, la follia e il mistero.”

Pier Paolo Pasolini

 

 

 

 

 

Alex Bartolo  cantautrice

 

(alberto carli 4 poesie 4)

Quando: Venerdì 2 Novembre 2012

A che ora: dalle 19.00 in poi

Dove: Ristorante Pizzeria La Scialuppa,

               Via Angelo Silvio Novaro, 19  Imperia

 

 
 
 

Angeli

Post n°31 pubblicato il 12 Ottobre 2012 da dylandog5656

L’uomo silenzioso – quello col cane - vide entrare la ragazza: una ragazza bionda.

Il signore indossava la sua giacca preferita: una giacca di velluto a costine, di taglio semplice, beige chiaro. Non aveva la sciarpa nera, come in quel bar, il giorno in cui incontrò Anna Martina. Intorno al collo ne aveva una delicata, celeste, di cachemire: soffice e leggera, come una giornata di Maggio.

 

Allora, con lui, c’era Zen, il suo Gold Retrivier bianco.

Anna Martina lo guardò per un solo istante prima di lasciare il bancone e avvicinarsi al tavolo. Per un solo brevissimo istante, una frazione di secondo, quel signore pensò al Moody Blues e al suo ondeggiare salendo. 

Anna Martina, il suo corpo, il suo volto, parlarono, parlarono ancora prima che parlasse la sua voce.

 

“Posso disegnare il tuo cane? Vuoi, signore silenzioso, che disegni il muso del  tuo cane?”

Una matita un foglio da disegno di carta ruvida, venuti fuori chissà da dove, e in pochi tratti sapienti lasciò sul tavolo il ritratto di Zen: non era solo somigliante, no: era vero, più vero del vero.

A punto, M punto. Due lettere maiuscole e due punti.

 

“Ciao devo prendere il treno. Devo andare in stazione signore col cane”.

 

Mentre Alessandro accordava il basso e Angelina  parlava  con me e io con lei, pensavo: distrattamente pensavo. Ero astratto e la vedevo andare via. Ero là, seduta su uno sgabello. E’ stata vicino a me. Ha lasciato un segno del suo passaggio e come un Angelo del Paradiso è volato in cielo.

 

“Mi chiamo Anna Martina e non vivo qui. Tu non essere triste, tornerò a trovarti. 

A poi.”

 

Frammenti, flasback. Micro memorie; particelle elementari. Refusi riflessi: niente, più niente, niente più che un nulla sospeso nel tutto di una fantasmagorica bolla di sapone.

 

Angelina parla al telefono e il mio pensiero fluttua in una Bella Bolla.

 

Si apre la porta e in un altro momento, in un altro mese, precisamente nel mese di Gennaio: un Giovedì di Gennaio, più o meno alle cinque del pomeriggio una giovane ragazza bionda, una farfallina gialla, come il sole, come la luna, come un tulipano giallo, una rosa gialla, fa scomparire la Bella Bolla. Un soffio e frrrrrr. Nessuno se ne accorge: solo io, io solo.

 

La farfalla gialla vola e tutto colora si stelline gialle. Alzo e gli occhi e, sbalordito, le vedo appiccarsi al soffitto che si trasforma in un cielo stellato. Vedo una coda luminosissima spandersi dovunque: brillanti e scintillanti stelline gialle che girano in tondo: gioiose, festose. 

 

Fuori è buio. Fuori è già notte. Ma qui, senza il mio bianco cane, senza Zen, c’è luce: tanta luce.

 

“Scusa signore ti posso fare delle domande?”

“A te piacciono le farfalle gialle che fanno domande ai signori silenziosi senza cane.”

 

Il mio cane vola, proprio come te. E di notte viene a dormire sul mio cuore. Mi guarda, mi saluta, chiude gli occhi e dorme beatamente.

Vola di giorno, alto in cielo, e, di notte, dorme sul mio cuore.

 

Lui, come Anna Martina, come te, è un Angelo del Paradiso.

 
 
 

Ecco!

Post n°30 pubblicato il 12 Ottobre 2012 da dylandog5656

 

Se hai voglia di stuprare "LIEVEMENTE" una minorenne, da oggi puoi farlo! Emendamento alla Camera n. 1707: Niente obbligo di arresto per chi verrà sorpreso a compiere violenza sessuale di "LIEVE ENTITÀ" verso minori. Firmatari della Legge : Gasparri ( PdL) Bricolo ( PDL ) Quagliariello ( PDL ) Centaro ( PDL ) Berselli ( PDL ) Mazzatorta ( Lega ) Divina ( Lega ). 

 

 
 
 

La segretaria e il pianista

Post n°29 pubblicato il 22 Settembre 2012 da dylandog5656

Notte senza oggetti. Finestra che di fuori è opaca, porte chiuse con cura.

Norme d'altri tempi, ereditate, convalidate, mai del tutto comprese.


Silenzio nella tromba delle scale, silenzio dalle camere accanto, silenzio alto presso i soffitti. 

O madre, tu, l'unica che ha sostituito tutto questo silenzio, una volta, al tempo dell'infanzia che lo prende su di sé, dice: non avere paura, sono io.

Che a notte fonda ha il coraggio d'essere questo silenzio per chi ha paura, per chi muore di paura. Tu soltanto sorridi, sorridi, sorridi trasparente sullo fondo chiaro nel volto impaurito che ti scruta. 


Vi è sulla terra un potere che eguagli il tuo potere? Come se tu fossi giunta molto al di là di tutto ciò che può sopravvenire, e alle spalle avessi soltanto il tuo accorrere qui, il tuo eterno cammino, il volo del tuo amore. 


R.M. Rilke


Io non ti conoscevo, non ti avevo mai vista prima di quella sera. Scrivo sempre, ossessivamente, le stesse cose, sempre quelle. La notte, gli occhi, le mani, le mani, le mani. E le notti non hanno "oggetti" ma neppure più paura o tristesse o solitude. Non ho accettato per le tue mani e perché tu sei un soggetto che vuole, fortissimamente, trovarsi: bussare alla propria porta e aprirsi. Quelli che ho riconosciuto in te, nel valore, è stata differenza, di corpi, di piedi, di donne e di uomini. Vorrei che tu esistessi sbadatamente usando le mani, le tue, per parlare e non per far di conto. Non fermarti troppo ad osservare che ti dice di amarti. E se lo fai tu, dillo e basta, pensando alla prossima recita e ad un altro palcoscenico, fosse anche casa tua. Semmai te ne parlerà (ma non la faranno) tu dille, da parte mia che "la perdono per averla tradita", dille che "se fossi stato un pò più giovane l'avrei uccisa con la fantasia". 

Stai astratta, leale ma senza dare mai fiducia.

Ogni bene Ophelia (non morirai: sottovoce.)

 

 
 
 

Salva con nome

Post n°28 pubblicato il 20 Settembre 2012 da dylandog5656

 

Fotografare è immortalare l’istante, che resta e passa. Lo puoi fare con la fotocamera, basta una polaroid per foto pop, con la tastiera bianca e nera che tanto nessuno ci capisce un cazzo di niente della musica che suoni. Si scattano immagini mediocri con la scrittura.

Ho una regola in quanto scriba apocrifo: mai soffermarmi sulla psiche altrui, rischierei la cocente delusione di rendermi conto che non hanno anima e sono soul per volgare imitazione. 

Evitare, eliminare, mettere nel cestino dell’immondizia la spazzatura inanimata fa parte del virtuosismo sull’ala destra, di pochi capaci, di farfalle solitarie, granata e toriniste, dell’arte tossica del vivere.

Chi dipendente, servo mai servile, servitore e non asservito, dell’(ab)uso terapeutico (per sé per il sé!) dalla parola scritta, suggerisco di non immortalare i figuri che errano sulla via, quella, si badi bene, che destino vuole si intersechi con la vostra. Togliete il ditino per lo scatto con sorriso e l’occhio dal mirino che tanto si spostano, vagano di nota in nota tra esclamazioni giubilanti, emoction ammiccanti e racconti  erosrosa inviati dall’affetto assicurato e da un programmato meeting di amorosi intenti d’ars amandi. Se tenete all’inquadratura perfetta dovete essere degli scrittorini in erba, degli aspiranti emergenti, dei novizi alle prime masturbazioni, mentali  e non. Se niente niente avete lo scafo del gozzo ligure, quelli che faceva Giuseppe Acquarone, ci lasciate perdere e continuate a guardare la collina che vi sta di fronte. La collina di fronte cambia colore a seconda delle stagioni e dei mesi.

 

 

 

 


 

 
 
 

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