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BABBO NATALE E I SUOI FOLLETTI

Post n°3 pubblicato il 05 Novembre 2010 da flymonica

Nel punto più alto del Polo Nord, al 70° parallelo a nord dell’Equatore, sorge la fabbrica di Babbo Natale, dove lavorano centinaia di elfi e folletti. 
Questi lavorano per fabbricare miliardi e miliardi di giocattoli per accontentare tutti i bambini del mondo.
Questo è quello che leggevo sempre sui libri ogni volta che arrivava il Natale.  
Non credevo all’esistenza di questa fabbrica né tanto meno a quella di Babbo Natale, degli elfi e dei folletti, fino a quando io, le mie amiche e un nostro caro esploratore abbiamo deciso di andare sul Polo Nord, per esplorarlo.  
Siamo partiti con il dirigibile “AITAK” e, quando siamo arrivati sulla banchisa, tutto era ricoperto di ghiaccio, pulito e duro. 
Qua e là sorgevano igloo, che da fuori sembravano piccoli, ma all’interno erano grandissimi. Sembrava di essere in un deserto freddo. 
L’immenso silenzio era interrotto dal verso delle foche e dei trichechi. 
Mi sarebbe piaciuto tantissimo restare ad ammirare il paesaggio, ma ecco che la nostra guida era arrivata e dovevamo seguirla. 
Ci inoltrammo verso il piccolo villaggio abitato da Samoiedi tutto bianco e gelato, per riposare. 
Quella notte, però, io e le mie amiche Atrebor e Tamsita non riuscivamo a dormire e così indossammo le nostre pesanti mantelle e ci inoltrammo nel buio. 
Ci mettemmo tutte e tre sulla slitta trainata da lupi e, dopo alcune ore di viaggio, arrivammo in un posto tutto illuminato. 
La fortissima luce non riusciva, però, a sciogliere i due ghiacciai che avevano al centro una grandissima casa. 
Questa aveva un giardino dove erano parcheggiate tante buffe slitte e dove c’erano tante renne, alcune delle quali con un buffo naso rosso che lampeggiava. 
Il cancello era formato da due statue di eschimesi, con in testa il classico cappello rosso e bianco di Natale, e sul naso un campanello. 
Dato che avevamo smarrito la strada, suonammo quei campanelli, che subito si misero a cantare “Jingle Bells” e, quando la canzone terminò, il cancello si aprì e noi entrammo. 
In quella grande casa vedemmo gli elfi e i folletti intenti a costruire dei giocattoli e poi arrivò un signore dall’aspetto molto simpatico. 
Questi ci spiegò che su quella casa nevicava tantissimo, perché c’era bisogno proprio della neve per costruire i giocattoli che, una volta fatti ghiacciare, venivano dipinti con splendidi colori. 
Ci riempì di caramelle e proprio quel gesto ci fece capire che lui era proprio Babbo Natale: ognuno di noi aveva avuto proprio la caramella del suo gusto preferito. 
Da allora, per me Anedita e le mie amiche Atrebor e Tamsita, il Natale è sempre più bello, perché sappiamo che quelle leggende sono vere. 
Ogni anno ci arriva una bellissima cartolina firmata: Babbo Natale, elfi e folletti.

 
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