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"IL MIO TANGO"

....si alzi il sipario...va in scena la vita....

 

 

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"Il giorno della mia memoria"

Post n°67 pubblicato il 01 Febbraio 2007 da baciamiancora2006

immagineC'era una volta, una giovane e piccola donna, con pochi sogni nel cassetto, ognuno legato inscindibilmente, alla sua vita di coppia, e che si apprestava a terminare gli studi del quinto anno del liceo, con la smisurata voglia di proseguire l'università a Chieti, dove il suo amore si impegnava a diventare odontoiatra. Era la sera del primo febbraio del 1999 e salutava la sua famiglia col sorriso di sempre, dicendo che andava a casa del suo fidanzato a cena e sarebbe rientrata a casa intorno alle 22:30. Era un lunedì come tanti, d'inverno. Aveva appena smesso di nevicare,e c'era ghiaccio in ogni dove. Le strade erano impraticabili, così molti studenti che eran soliti rientrare dopo il w.e., nelle loro città universitarie, rimasero bloccati nei propri paesi. Il paese era silenzioso, i negozi per la maggiorparte, chiusi, chiuse le scuole, le palestre, solo qualche pub superstite al gelo. Così decisi di rimanere a casa a coccolarmi fra divano, plaid, e dvd, mentre il resto della mia famiglia operava sapientemente per mettere in piedi quello stramaledetto mobile porta pc. Inutile dire, che passava il tempo e nessuno si accorgeva di niente. Non ci unimmo neanche a tavola per cenare, nessuno aveva fame quella sera. Alle 23:00 circa, guardai l'orologio e qualcosa non andava. Nessun rumore di campanello, nessuna telefonata, niente di niente. Decisi di scendere nello studio del piano rialzato di casa mia, dove l'allegra famigliola era ancora impegnata a sistemare il pc, noncurante dell'ora. Mi affacciai dalla finestrella microscopica, giusto appena quel tanto che basta per vedere se di sotto c'era un'auto parcheggiata, ma niente. Così decisi di tacere, tornai al primo piano, e automaticamente composi il numero del cell. di lui. Nessuna risposta. A quel punto dovevo fare la spia, e avvertire i miei che erano le 23 passate e quella stronzetta di mia sorella non era ancora rientrata. A quel punto, scoppiò la bufera in casa mia. I miei genitori son sempre stati molto rigidi sugli orari, e cinque minuti di ritardo volevan dire una sera di reclusione. Immaginate cosa avrebbe significato mezzora di ritardo specie se non avvisata per tempo. Rivedo nei miei ricordi quelle scene, e sembravamo dei burattini impazziti, perchè ormai l'uno non ascoltava più l'altro. Non era da lei. Lei se faceva ritardo, avvisava. Sapeva cosa sarebbe successo in caso contrario. Decisi di svegliare il mondo, così chiamai a casa del suo fidanzato, dove pensavo di trovarla. Pensavo. Lì, erano già tutti a letto, e come il mio sesto senso nella più bassa anticamera del mio sub-conscio, mi bisbigliava, non erano stati a casa, quella sera. Ricordo che mia madre mi guardava negli occhi come a volermi supplicare di dirle quello che lei avrebbe voluto sentirsi dire, e senza pensare dalla mia bocca uscirono le parole "Mamma, ho paura...." Erano ormai le 23:30, o giù di lì, non ricordo, quando decidemmo di chiamare i carabinieri, ma non facemmo in tempo a sollevare la cornetta del telefono che arrivò la chiamata disperata della mamma di lui. Li avevano trovati, ed erano in ospedale. Li aveva trovati il papà di lui che dopo la mia chiamata si era messo in moto. Sapeva dove erano. E soprattutto quello che poteva essere successo. La mia chiamata ha salvato una vita. Quella di lui. Mia sorella non è più tornata a casa.

Martedì 30 Gennaio 2007, 16.23 Pietra Ligure
DUE ANZIANI MORTI PER ESALAZIONI DI MONOSSIDO DI CARBONIO
Domenica 28 gennaio 2007, Piacenza
QUATTRO IMMIGRATI INDIANI MUIONO IN CASA PER ESALAZIONI DI MONOSSIDO DI CARBONIO
RAVENNA 23 GENNAIO, COPPIA DI FIDANZATI RIDOTTI IN FIN DI VITA PER ESALAZIONI DI MONOSSIDO DI CARBONIO
Lunedì 1 Febbraio 1999 mia sorella è morta alla ricerca di un pò di intimità in uno squallido garage, PER ESALAZIONI DI MONOSSIDO DI CARBONIO
E' inutile continuare, la lista è purtroppo lunga, e questo sta a significare come quanta gente oggi ancora ignori il significato e le conseguenze devastanti di questo gas letale. Il monossido di carbonio(CO) non è altro che un gas incolore, inodore, infiammabile, e molto tossico. Si forma durante le combustioni delle sostanze organiche, quando sono incomplete per difetto di aria (cioè per mancanza di ossigeno).Per le sue caratteristiche il monossido di carbonio rappresenta un inquinante molto insidioso, soprattutto nei luoghi chiusi dove si può accumulare in concentrazioni letali. Tali situazioni sono purtroppo frequenti e innumerevoli sono i casi di avvelenamento e gli incidenti anche mortali imputabili alle stufe o agli scaldabagni difettosi o non controllati. Essendo il CO incolore, insapore, inodore e non irritatante, può causare morti accidentali senza che le vittime si rendano conto di quel che sta loro succedendo. Frequenti sono pure i suicidi provocati dai gas di scarico delle automobili nei locali non aerati.
Una volta respirato, il CO si lega all’emoglobina con una affinità che è 220 volte superiore a quella dell’ossigeno e formando un composto inattivo fisiologicamente che viene chiamato carbossiemoglobina. Questa sostanza, al contrario dell’emoglobina, non è in grado di garantire l’ossigenazione ai tessuti, in particolare al cervello ed al cuore. La morte sopravviene pertanto per asfissia. In caso di intossicazione bisogna immediatamente portare all’aria aperta il soggetto colpito, perché la respirazione di aria arricchita di ossigeno aiuta l’eliminazione del CO dalla carbossiemoglobina.
Una concentrazione di CO nell’aria pari a 2000-4000 ppm (0,2%-0,4%) provoca la morte in circa 15 minuti, dopo aver provocato perdita di conoscenza. In presenza di 1000 ppm si sopravvive circa 90 minuti. I primi sintomi dell’avvelenamento sono l’emicrania e un senso di vertigine, purtroppo il gas provoca anche sonnolenza e questo impedisce spesso alle vittime di avvertire il pericolo e di aerare il locale.

Questo post, l'ho intitolato "il giorno della mia memoria", anche se in realtà non c'è giorno in cui non ricordi quanto accaduto quel primo febbraio di otto anni fa. Mi rendo conto, che l'informazione è sempre troppo esigua, se ancora nel 2007 succedono di questi casi. Spero che il mio post, i miei ricordi, e il mio voler dare un piccolo contributo a questa community, possano servire a far riflettere chi passa da qui, che distrattamente legge e pensa...." ma come si fa"...semplice, con la disinformazione, la noncuranza, e la distrazione... perciò ATTENZIONE, perchè potrebbe capitare a chiunque.

Foto tratta dal blog NeroColore

jess


 
Rispondi al commento:
umeboshi4ever
umeboshi4ever il 01/02/07 alle 17:06 via WEB
Volevo scrivere le setesse identiche parole che ha postato kolben... non ho davvero parole dolce jess... non ne trovo. La vita riesce ad essere molto più assurda ed ingiusta di quanto si possa mai immaginare... UmE
 
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SCAMBI EMOZIONALI

Postumi



frontale senza rispetto per le terga
fuga dall'unica sodomia
di spiagge isolate
senza grani
incuneandosi tra sentori
di malumore
quel velo
si lacera per riformarsi
sorta d'eterna verginità

di enjamber

 

SCAMBI EMOZIONALI

Perifrasi

lento schiudere
di parentesi simmetriche
e caparbie flutti
di salinità crescente
scorrono in aiuto
alla germinazione
di piaceri inconsueti
la mano scopre un volto
per saziarne un altro

di enjamber

Danzando lenti
si lascia a speranza
il sentiero di destra
come se il suo accettare fosse
implicito
lei non si butta
su ogni vita
su ogni invito...

di enjamber

 

SCAMBI EMOZIONALI

Viaggio a Nord ovest
 
 
 
 
È morta e breve la vostra pianura,
 così l’abbiamo sognata dal treno dei caci
E delle sedute strette,
Intercettata da troppe case
E macchine in tripla fila.
Era il ’56 e il Polesine
Ancora indugiava sotto
I terrori di ogni piena
La luce di novembre filtrava a fatica
 tra nebbie e rovi esausti.
Era lunga la terra solcata di scoline,
Enorme dopo l’aratura dell’alluvione.
Scesi dal treno che univa Bari
Alla nebbia tendevano lo sguardo
Verso né  mare né monti,
Solo lembi di terra a perdita d’occhio
I figli del tavoliere scoprirono
Un’aria di inquietudine
Come se lo spettro dell’infinito
Aleggiasse su quei campi attoniti.
Avevano sognato bene tutto
la sola data era sbagliata.
Tornassero ora nulla sarebbe fuori posto
Con capannoni ammassati su case
Tenute grandi come un orto e
Macchine che si sorpassano
Lungo canali fetidi.
Non occorre che la cornea di un vecchio
Per abbracciare tutto l’orizzonte
Circondato dai nuovi colli di discariche
L’acqua ospita solo gamberi alloctoni
E digiuni di plastica eternit e cfc.

di enjamber

 

SCAMBI EMOZIONALI

Una Maria


Maddalena fu donna
Cui non bastò l’amore
Portatele un nazzareno
che faccia di lei
ciò che ho fatto di quell’albero
la sera che mi rifiutò
che la porti nella polvere
nel succo dei suoi occhi di vento
che la faccia strisciare
serva di ignoti pezzenti
che la privi di essenze trucchi e vesti
che la ricopra di sangue ed acqua
dal trono dei tarli
che si conceda un solo orgasmo in morte
che la lasci invecchiare dimentica e una
che un sorriso ebete d’estasi l’appaghi

 

 
 
 
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SCAMBI EMOZIONALI

Ostranjenje


gocce grosse e tonfe
sciaguattano sulla polvere
e su scarpe
cedevoli tacchi quadri
di recente lucidatura
beige
un cielo di stenti frolli
fa del porfido tazza
senza manico
so che quella era casa mia

di  enjamber

 

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