Nel sortilegio delle prime luci,
quando il gallo si mette a cantare,
lei nascondendosi fra le mie braccia,
con tenerezza mi disse:< Conducimi
con te nel paradiso del piacere:
è questa l'ora ed è questa la chiave.
Fa presto caro ad aprire il forziere
Del mio tesoro che saprai cercare .
Assaggia le mie lacrime che pendono
ora tremanti sull'iride, e bevi
dalla gola che mugola i profondi
lamenti del mio corpo che s'arrende.
Svelto, prima che l'alba su noi irrompa
E tutti i suoi pensieri porti il giorno,
entra nel paradiso e mentre canta
il pettirosso prendi il tuo piacere >.
In quell'ora legammo i nostri amori.
Puri come quel canto di richiamo,
pervasi di mistero come i fiori
saliti lungo il muro con un ramo.
Poi venne il giorno, coi fuochi d'oriente,
le cose che si muovono destò,
gli amori che si cercano, ma il nostro
sul petto, stanco, si addormentò.