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Terra di Romagna!

Post n°10 pubblicato il 12 Maggio 2008 da emanuelemonduzzi
 
Foto di emanuelemonduzzi

La rubrica dedicata al "Politically Incorrect"  non poteva non essere dedicata alla terra natia: la Romagna.

Sin dai tempi del liceo il sottoscritto è stato uno dei più profondi sostenitori della Romagna in particolar modo della Regione Romagna.

Innumerevoli sono le motivazioni oggettive a favore del movimento della Regione Romagna: sociali, culturali, economiche etc. per le quali vi invito a visitare il sito: http://www.regioneromagna.org , sintetico ma assai efficace.

L'ingresso nel mondo del lavoro ed in particolar modo nel settore dei trasporti, mi ha permesso di annotare, da addetto ai lavori, come molte delle obiezioni portate al modello Tigello-Centrista siano assai fondate e di come il sistema regionale sia smaccatamente sbilanciato a favore dei cugini emiliani soprattutto per quanto riguarda le infrastrutture. La maggior parte delle iniziative sviluppate in Romagna sono sempre state effettuate in un'ottica di sudditanza psicologica/economica nei confronti del potere emiliano (sistema interportuale, sistema aeroportuale, connessioni stradali). A disposizione per chiarimenti, magari oggetto di una prossima puntata.

Il fattore che spesso viene trascurato a monte della discussione Regione Romagna SI o Regione Romagna NO è la stessa romagnolità.

Famiglia, laboriosità, onestà, libertà etc. sono tutti valori, presenti nel romagnolo, che seppur manifestandosi in combinazioni più o meno alterne, sono tutti impregnati dal quel senso di appartenza alla propria terra che è appunto la romagnolità. Una sorta di senso civico comune che viene da lontano e che nulla a che fare con i nostri vicini sia a Nord, Ovest che Sud.

Purtroppo siamo ancora ben lontani dal raggiungimento dell'obiettivo per due motivi fondamentali.

Il primo è di natura politica. Il Centro-Destra, mediamente assai scadente in loco, decise di cavalcare questa battaglia cercando di fare breccia nei romagnoli e di aggiudicarsi qualche voto in più avendo solitamente poche frecce da scagliare. Il Centro-Sinistra invece, timoroso di dover dividere una delle sue roccaforti di potere, decise di boicottare il movimento limitandosi a spingere i propri romagnoli in scuderia nei punti di maggior rappresentanza in Regione in modo tale da fugare l'alibi della non rappresentanza. La situazione da allora è in stallo e la nebbia è ancora fitta.

Il secondo ostacolo è di natura sociale. Il romagnolo, seppur con le dovute eccezioni, sta tutto sommato bene. Il livello di benessere che si respira dalle nostre parti è decisamente buono e le classifiche pubblicate da società specializzate ed enti di ricerca posizionano le province di Ravenna, Rimini e Forlì-Cesena sempre ai primi posti del ranking nazionale. Le "rivoluzioni", solitamente, le fa chi sta male e non chi sta bene. I molisani, a loro tempo, non esitarono a staccarsi dall'Abruzzo per mettersi diciamo "in proprio". La necessità crea il bisogno. Il romagnolo ha ancora una visione naif del movimento e la discussione in materia si limita spesso alla natura folcloristica e campanilistica della faccenda ("Quale città farà il capoluogo di Regione?").

Cosa sperare? Cosa fare? Beh, l'importante è almeno cominciarne a parlare.

Visita: http://www.regioneromagna.org

 
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