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Beach Volley Gate: lo scandalo FIPAV/FIVB (2a puntata)

Post n°11 pubblicato il 12 Maggio 2008 da emanuelemonduzzi
 
Foto di emanuelemonduzzi

(PER VEDERE LE PUNTATE PRECEDENTI RICERCA I "TAGS" BEACH VOLLEY GATE)

LE PRIME ESPERIENZE CON MAMMA FIPAV

Verso la fine degli anni 90' cominciarono le prima apparizioni al famigerato Campionato Italiano Fipav del sottoscritto principalmente con lo storico compagno "Milo" Ravaglia ma anche con altri partner. La prima cosa che saltava all'occhio era l'incredibile disorganizzazione sia nella parte cosidetta burocratica prima del torneo che durante il torneo stesso. L'occhio esterno del cosiddetto passante rimaneva impressionato dal layout dell'evento (ben inteso sempre a carico dell'organizzatore locale) ma l'atmosfera, dal punto di vista interno era tutt'altra cosa. La disorganizzazione principalmente emergeva dal numero di persone addette all'evento (ovviamente da parte federale e sempre a carico dell'organizzatore locale) per l'effettivo lavoro svolto. Ma andiamo con ordine: la parte burocratica pretorneo: chi non è impazzito con i famigerati bollettini postali federali? Chi ha trovato libero almeno al terzo tentativo il famoso fax dell'Ufficio Fipav Beach Volley? Chi ha mai ricevuto in mano la propria licenza Fipav? Chi non ha tribolato aspettando l'esito della propria iscrizione sapendo che spesso era meglio inviare i fax minimo due volte? Per vostra guida SOLO dopo anni, anni ed ancora anni sembra  la Fipav, incredibile news del 2008, sia giunta a permettere l'iscrizione online cosa che in altri paesi (Svizzera, Francia, Usa...) è in vigore da tempo con ovvi benefici per tutti le parti coinvolte.

Ed i "regolamenti"? La prima cosa che saltava all'occhio era la semplice composizione del tabellone di gioco: il regolamento affermava che il tabellone poteva essere a 12 o 16 o 24 o 32 squadre... inoltre il direttore del torneo (uomo Fipav) aveva la facoltà di cambiare tutto a sua discrezione! Insomma il regolamento non indicava la formula designata ma una specie di glossario generale senza specificare nulla. Non so come recentemente sia evoluta la cosa visto che ho felicemente smesso di analizzare questi simpatici regolamenti capestro, ma credo che poco sia cambiato. Sorvoliamo la parte relativa alle riunioni tecniche e su tutto quello che riguarda la parte onsite; ci torneremo su in un'altra puntata.

L'aneddoto di oggi è relativo alla partecipazione del team Monduzzi/Ravaglia al Campionato Italiano Fipav tappa di Senigallia. Dopo le solite note peripezie di cui sopra si comincia finalmente a giocare ma c'è un problema: mancano gli avversari in clamoroso ritardo (ed assenti alla riunione tecnica). Prime consultazioni febbrili fra i responsabili Fipav capeggiati dall'allora Paola Albini, nota per la sua proverbiale poca simpatia soprattutto nei confronti dei suoi non pupilli... insomma dopo un tira e molla durato parecchio tempo e dopo aver calpestato tutti i regolamenti scritti la decisione finale è "Monduzzi/Ravaglia devono il decidere il da farsi! Se giocare contro i ritardatari oppure no!" Come? Cosa? Chi? La grande e spocchiosa Mamma Fipav fa decidere all'ultima ruota del carro, cioè noi, il da farsi nonostante regolamenti e proprio personale designato?!? Come al solito il saggio Ravaglia, taciturno fino a quel momento, mandò tutti in un paese ben designato. E così fu.

Per la cronaca la partita del 1° turno non si giocò e lo staff Fipav fece di tutto per far ricadere la colpa dell'eliminazione della squadra ritardataria sui sottoscritti che invece avrebbero accettato ogni decisione dei Ponzi Pilati federali.

Fu la prima piccola crepa di un qualcosa che allora, come adesso, genera ancora un'assoluta sudditanza psicologica verso coloro che gestiscono il potere.

Ricordatevi questa parola 'potere' : sembra non avere nulla a che fare col mondo del beach volley. Invece c'entrerà. Eccome se c'entrerà.

 
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