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Beach Volley Gate: lo scandalo FIPAV/FIVB (3a puntata)

Post n°14 pubblicato il 03 Giugno 2008 da emanuelemonduzzi
 
Foto di emanuelemonduzzi

(PER VEDERE LE PUNTATE PRECEDENTI RICERCA I "TAGS" BEACH VOLLEY GATE)

L'AVVENTURA SAMMARINESE

Nel 1999 ebbe inizio l'esperienza sammarinese. Ancora oggi molti mi domandano che legame ho avuto con la Repubblica di S.Marino e se sono io stesso cittadino sammarinese avendo giocato per i colori biancoazzurri dal 1999 al 2003.

La risposta è più semplice del previsto: il sottoscritto è cittadino italiano a tutti gli effetti, non ha mai avuto alcun parente a S.Marino né mai un domicilio a S.Marino.

Ma allora? Come è stato possibile giocare per S.Marino? In pratica esisteva un accordo (forse esiste ancora) fra FIPAV e Fed.S.Marino per il quale (molto sinteticamente) i giocatori dell'una e dell'altra federazione non risultano 'stranieri' pur giocando per conto dell'altra, accordo riconosciuto anche da FIVB e CEV. C'erano alcune limitazioni (per esempio non era possibile giocare in eventi che assegnavano punti per la qualificazione olimpica per i quali occorreva esibire il passaporto) ma tutto sommato l'accordo era vigente.

Mi presentai, in compagnia dell'amico di sempre Riccardo Marchiori, alla Fed.S.Marino dove molti altri organizzatori senza scrupoli e giocatori di ogni sorta erano già stati cercando di approfittare della situazione proponendo di tutto. Il sottoscritto (per la parte gestione atleti) e Riccardo Marchiori (per la gestione eventi) presentammo un progetto molto semplice e razionale per far crescere il movimento e per poter fare attività tranquillamente senza dover passare sotto le "forche caudine" federali (federali nel senso di FIPAV). Cosa più importante NON chiedemmo una lira alla Fed.S.Marino anzi ci prendemmo in carico alcune incombenze. Il progetto piacque e fu approvato e così inizio l'avventura sammarinese.

Una piccola ma significativa digressione sulle "forche caudine" federali italiche che si possono riassumere con due parole: disorganizzazione e concussione.  Ho già citato più volte la disorganizzazione italica soprattutto per la gestione atleti; un piccolo esempio sono le 14/quattordici telefonate fatte all'Uff.Beach Volley per avere il fax di autorizzazione (parola amatissima dai federali) per poter partecipare ad un torneo in Austria a Velden...il fax arrivò in ritardo ed ovviamente con tutti i dati sbagliati ma come al solito i responsabili locali capirono la situazione e con chi avevano a che fare. Concussione: quanti organizzatori si sono visti chiedere oboli extra dai responsabili federali del momento per poter autorizzare (ci risiamo) un determinato evento? Quante volte sono state minacciate ritorsioni di ogni tipo, più o meno velatamente, ai vari promoter? Anche l'altro giorno mi hanno riferito un altro episodio analogo sul quale ritornerò.

Cominciò così l'avventura a S.Marino che fino a quel momento non aveva avuto alcuna esperienza nel beach volley. La visibilità della Fed.S.Marino nel contesto internazionale crebbe parecchio ed arrivarono anche i primi risultati sia dal punto di vista tecnico che da quello organizzativo visti i memorabili eventi fatti a Riccione dallo staff di Riccardo Marchiori.

Anche in questo caso la FIPAV non rimase a guardare: non appena si accorse che S.Marino cominciava a muoversi ed acquisire potere (vi ricordate di questa parola nelle scorse puntate?), iniziò a mettersi di traverso cercando di mettere subito in discussione l'accordo di collaborazione firmato a suo tempo con la Fed.S.Marino.

La prassi FIPAV è più o meno sempre lo stessa: tu puoi fare quello che vuoi ma se cresci più del previsto allora ti devo ridimensionare per non perdere potere... perchè poi alla fine il problema è sempre questo. Libertà o etica sono vocaboli assai sconosciuti ai federali figuriamoci poi parole come concorrenza o competitività.

Il settore atleti da me coordinato, rimase indenne da questa prima battaglia politica, ma ciò mi permise di assistere molto da vicino a questi giochi di potere e di venire a contatto con alcuni soggetti: mi venivano inoltrate le email fatte da Don Angelo Squeo e quelle delle Fipav così cominciai a farmi un quadro ancora più completo della situazione.

La Fed.S.Marino dovette tornare subito sui suoi passi e quasi rinnegare un accordo che era stato sottoscritto da entrambe le parti ma che ovviamente aveva validità fino a quando i pruriti romani lo consentivano.

Nel frattempo la possibilità di partecipare a parecchi eventi internazionali mi diede l'opportunità di venire in contatto con molti organizzatori, giocatori e più in generale con gli addetti ai lavori. Dopo pochi minuti di chiaccherata con il soggetto di turno veniva immancabilmente fuori la solita frase "we have problems with Fivb" oppure "we have problems with our national federation"... a tutte le latitudini, sembra incredibile, ma il comune denominatore era sempre quello.

Il tarlo, che da tempo lavorava in silenzio, piano piano cominciò a farsi più rumoroso.

Alla prossima puntata!

 
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