Creato da: xprometeox il 06/07/2006
per anime erranti

BAOL

[…] Sto qua e ascolto il pianista. Sono all’ultimo tavolo a sinistra in
fondo. Se non ti piace lo spirito del tempo, se ti piacerebbe conoscere
la filosofia baol, se non riesci a dormire o se stai sognando, vieni.
Mi riconoscerai subito: ho un tatuaggio a forma di fiocco di neve sulla
mano. Starò qui fino a quando il pianista suonerà. E finché si sono io,
suonerà

Stefano Benni, da “BAOL”

 

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Una camicia distratta

Post n°9 pubblicato il 15 Novembre 2006 da xprometeox
 

Ho perso due taglie, senza sapere come e dove…sono un uomo distratto, ma prima che tutto questo succedesse, avevo comprato una camicia bellissima. Color sabbia.

Poi la camicia è cresciuta, o mi sono ristretto io, che poi dal punto di vista di come cadono le spalle non cambia, e le spalle cadevano troppo, io per un po’ le ho tirate su, ma poi mi sono deciso a comprare un’altra camicia.

La camicia bella, davvero mai usata, immaginavo di poterla dare a un uomo che non fosse nato con la camicia, quindi l’ho messa in quei grandi contenitori bianchi, dopo averla lavata e stirata.

Non era un gesto per lavarmi la coscienza, ho lavato la camicia, la coscienza no, che poi avrei dovuto anche stirarla, e stirare la coscienza, senza appretto è un casino.

La mia camicia bellissima, l’immaginavo indossata da un uomo alto e forte, che camminava lento su un altopiano africano, al tramonto. Se immagino non bado a spese, tanto vale, vi pare.

Ma non è mai arrivata, la mia camicia al mio fratello africano che al tramonto continuava a camminare nudo. Al tramonto fa freschino, anche in Africa, vi assicuro. Ma la camicia, distratta quanto me, si è persa, ha sbagliato strada, è finita in un mercatino di roba usata, in una piazzetta di Torino, e l’ha comprata un uomo svizzero per parte di madre, calabrese da parte di  padre. Non ho niente contro i calabresi, tanto meno contro gli svizzeri, ma non era il mio sogno. Se qualcuno cambia i miei sogni, vorrei essere avvisato.

Ieri però:la grande notizia. Uomini di legge, hanno compiuto il più grande sequestro di merce contraffatta della storia dell’umanità. In effetti durante tutto il medioevo, la contraffazione era quasi ridotta a zero, ma ora no, ora sono in molti a contraffare.

Tonnellate e tonnellate di articoli sportivi, tute, maglie, camice, e scarpe, che si fregiavano di marchi immeritati, spacciandosi per Nike e Reebok, per Adidas e Fila, senza diritto.

La giustizia ha trionfato, e i disonesti sono stati smascherati.

Ma la notizia ancora più bella, è che la merce non è stata estirpata dell’abusato marchio, e poi spedita, magari a spese dei contra-banditi a popolazioni di nudi, a gente che di scarpe e maglie, di tute ha bisongo, no!

Per fortuna tutti quegli indumenti, cuciti da bambini sottopagati e sfruttati, in qualche lontana landa della Cina,  non arriveranno mai a bambini africani o a uomini che camminano al tramonto sull’altopiano.

Distrutta, macerata e sminuzzata, ridotta a brandelli, spappolata.

Per fortuna signori, per fortuna, perché un uomo sull’altopiano, non debba dire mai, che le sue scarpe sono delle Nike.

Ma la mia camicia? Quella io l’avevo mandata a lui, e non era neppure contraffatta. Se perdo ancora una taglia, questa che ho addosso, gliela porto di persona.

 
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Una guerra silenziosa

Post n°8 pubblicato il 10 Novembre 2006 da xprometeox
 

immagine

C'è una guerra che non fa notizia, che non fa rumore, che non ha titoli e inviati.

Una guerra che fa più morti delle guerre coi cannoni, che lascia ogni giorno sul campo vittime che non avranno bandiere sulle loro bare, che non avranno funerali di stato, che non saranno ricordate col nome di una via.

Ogni anni, nel mondo:

 2 200 000 morti in incidenti sul lavoro

 
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FIGLI DI UN DIO MINORE

Post n°7 pubblicato il 13 Luglio 2006 da xprometeox
 

Una cosa che avevo scritto al tempo delle Olimpiadi, e ho ritrovato in questi giorni, mentre cercavo invano di fare un po' di ordine, sul mio Pc.

Avrei potuto anche buttarla, e voi direte, avrei fatto bene, ma per colpa di demy (a cui se mi consente la dedico) mi è venuta voglia di metterla qui.

cavoli vostri e moderate gli insulti che sono sensibile...

:) ciao.

                  

Emergono dai miasmi delle nebbie catodiche, che ne celano l’esistenza al mondo; regolarmente, con la puntualità di un vecchio orologio a cucù elvetico, per poi ritornare nel dimenticatoio con altrettanta regolarità. (si ho bevuto, si vede tanto, ma solo qualche bicchiere giuro!)

Sono gli sport minori, parenti della pelota basca, e della corsa dei sacchi, più che non del calcio sfavillante o della rutilante formula uno.

Sono quelle discipline come il curling, incrocio delirante tra le freccette e le bocce.

Mi piace immaginare che sia stato inventato così, da quattro teppistelli dalla pelo rosso, una sera, in una periferia polverosa di una città scozzese, scacciati dal pub dai più grandi, che monopolizzavano il bersaglio per le freccette.

Seduti, a pensare come combattere la noia di quella fredda sera d’inverno, tra una battuta sulle gambe di Jenny, e una sulle tette di Mary, a uno venne l’idea di utilizzare lo stagno ghiacciato, per un nuovo gioco. Di pietre ce n’erano in abbondanza, e per fare un bersaglio, non serviva altro che svuotare la vescica, ruotando su se stessi nel farlo. In effetti, tale era il freddo che il bersaglio venne un po’ piccolo, e non perfettamente circolare, perché tra i 270 e 360 gradi, il getto si andava riducendo, e il pistolino congelando.

Adesso sono qui, i nipoti di quei pionieri della pietra sul ghiaccio, nella vecchia e calma Pinerolo, a sessanta chilometri dal centro esatto della XX olimpiade invernale, proprio sulla strada che dal capoluogo conduce al colle del Sestriere, e ai riflettori dello sport invernale che conta.

Sembra quasi che li abbiano lasciati qui, dicendo loro:  “Poi passiamo, torniamo a riprendervi, state buoni”

Ma pensate che questa gente, gente che cammina sul ghiaccio (che poi altro non è che acqua ghiacciata, e se se ne rende conto un politico nazionale, ci gioco la camicia, che questa la sfrutta)

gente abituata a fare a meno del clamore e della ribalta, pensate che questi si possano smontare?

No, certo che no, e in effetti, si sono subito adattati, integrati con la tranquilla cittadina, amalgamati con la popolazione locale, in un connubio fatto di complicità e di stima.

L’altra sera li ho incontrati, in un caffè, sotto i portici, seduti a consumare improbabili intrugli, dall’alto tasso alcolico.

Ogni tanto, qualcuno degli avventori di passaggio, timidamente, si avvicina al loro tavolo, un ragazzino allungava un foglietto stropicciato, per il rito dell’autografo.

Firmare autografi per un lanciatore di pietre, non dev’essere cosa da tutti i giorni, e si vedeva, e disegnava imbarazzo e stupore, su quei volti giocondi.

Oggi, va così, domani o tra una settimana si ricomincia la vita solita, tra la Val di Cembra e il West, persi nella periferia della Scozia, o nelle lande desolate del Canada, ma oggi va così, ed è una gran figata, questa olimpiade, si.

 
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QUELLI CHE...

Post n°6 pubblicato il 13 Luglio 2006 da xprometeox

Ci sono quelli che. Quelli che non reggi, che ti elargiscono le loro frasi fatte, ti vomitano addosso i loro luoghi comuni, le loro ovvietà, o peggio le loro bassezze.

Io comincio, poi mandatemi se volete i vostri “quelli che”

li aggiungerò ai miei.

 

Quelli che…adoro gli animali…fino a quando non devo partire per le fiji

Quelli che…voglio bene ai miei figli, e se li picchio, è solo per il loro bene si.

Quelli che…siamo campioni, campioni del mondo…e l’ultima volta era il subbuteo

Quelli che…razzista io, no ma penso li si debba aiutare a casa loro.

Quelli che…ti amo, per questo ti lascio.

Quelli che…non ci sono più le mezze stagioni.

Quelli che…una volta, ai miei tempi

Quelli che…al mio gatto solo anatra e coniglio alimentati senza ogm.

Quelli che…se l’è voluta, ma hai visto come andava in giro vestita?

Quelli che…ma pensa alla salute.

Quelli che…io di politica non mi occupo, ho già tanti casini di mio.

Quelli che…leggerei se avessi tempo.

Quelli che…non ti ho risposto, ma tanto lo sai quello che penso

Quelli che…c’è poco da ridere

Quelli che…al mondo è tutto una merda.

Quelli che…se ci fossi io, saprei cosa fare.

Quelli che…un concerto? No, preferisco un disco

Quelli che…le donne hanno anche troppi diritti

Quelli che…i cinesi, tra un po’ ci fanno un culo così

Quelli che…sanno sempre tutto di tutto.

Quelli che…non hanno mai un’opinione su nulla.

 
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NON SOLO CALCIO

Post n°5 pubblicato il 10 Luglio 2006 da xprometeox
 

E' il 14 Giugno del 1998, Salt Lake City, nel covo del “nemico” gara sei, mancano quarantasei  secondi alla fine e Utah Jazz conducono ancora di tre.

Jordan si incarica del tiro da due e porta i suoi Chicago a meno uno.

Mancano 30 secondi.

Palla a Malone, che non sarà un caso se di soprannome fa “il postino” (la palla nelle sue mani, è come una lettera, sicuramente consegnata a canestro, perché altrove, le poste funzionano.)

Probabilmente, se non lo avessero portato via, sarebbe ancora li, sotto canestro, sulla sinistra, ai bordi dell’area, esattamente nel punto in cui, Jordan, con uno movimento, che Malone, non solo non vide, ma che ancora penso torni nei suoi incubi notturni, gli sottrasse la palla. Quando Malone si rese parzialmente conto di quello che stava succedendo, Jordan era già dall’altra parte, a lasciare scorrere i secondi, lenti e inesorabili, palleggiando. Quando mancano 5 secondi e 2 decimi alla fine, attacca l'avversario, lo sbilancia con una finta, e mentre il malcapitato, si ritrova praticamente seduto in terra, lui va in sospensione e lascia partire il tiro, da circa sei metri dal canestro.

Solo il rumore del cotone, nel silenzio di un palazzetto ammutolito e attonito.

Nel terminare il movimento di tiro, rimane con il braccio sollevato, nella posizione esatta in cui si trovava quando il pallone ha lasciato la sua mano, per iniziare quella parabola perfetta.

Non è un canestro, è il canestro.

Il canestro del sesto titolo in nove anni, il canestro che suggella una carriera, una storia di sport, il canestro che il più grande giocatore di basket di sempre, e forse il più grande atleta di tutti i tempi, consegna direttamente ai libri di storia. Un’eredità, un suggello, un finale degno di un campione ineguagliabile.

 

Zidane, ha scelto un altro modo, per lasciare un ricordo. Il modo peggiore. Personalmente penso che eleggerlo migliore giocatore dei mondiali, sia un errore.

Un campione, è anche un esempio, un riferimento per tanti giovani che si avvicinano allo sport. Un campione è anche uno stile, un modo di stare in campo, un comportamento. Zidane ha dato un pessimo esempio di se, e lascerà un detestabile immagine, come ultimo suo gesto su un rettangolo di gioco.

Non ci sono attenuanti al suo comportamento, e poco importa, quali siano e se ci siano state provocazioni.

Due modi e due stili, due strade, e due scelte. Permettetemi di preferire di gran lunga, il braccio teso di Michael Jordan, alla testa bassa di Zinedine Zidane.

 
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