BAOL[…] Sto qua e ascolto il pianista. Sono all’ultimo tavolo a sinistra in Stefano Benni, da “BAOL” Area personale- Login
TagCerca in questo BlogMenuI miei Blog AmiciCitazioni nei Blog Amici: 2 Ultimi commentiChi può scrivere sul blog
Solo i membri di questo Blog possono pubblicare messaggi e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
|
E' il 14 Giugno del 1998, Salt Lake City, nel covo del “nemico” gara sei, mancano quarantasei secondi alla fine e Utah Jazz conducono ancora di tre. Jordan si incarica del tiro da due e porta i suoi Chicago a meno uno. Mancano 30 secondi. Palla a Malone, che non sarà un caso se di soprannome fa “il postino” (la palla nelle sue mani, è come una lettera, sicuramente consegnata a canestro, perché altrove, le poste funzionano.) Probabilmente, se non lo avessero portato via, sarebbe ancora li, sotto canestro, sulla sinistra, ai bordi dell’area, esattamente nel punto in cui, Jordan, con uno movimento, che Malone, non solo non vide, ma che ancora penso torni nei suoi incubi notturni, gli sottrasse la palla. Quando Malone si rese parzialmente conto di quello che stava succedendo, Jordan era già dall’altra parte, a lasciare scorrere i secondi, lenti e inesorabili, palleggiando. Quando mancano 5 secondi e 2 decimi alla fine, attacca l'avversario, lo sbilancia con una finta, e mentre il malcapitato, si ritrova praticamente seduto in terra, lui va in sospensione e lascia partire il tiro, da circa sei metri dal canestro. Solo il rumore del cotone, nel silenzio di un palazzetto ammutolito e attonito. Nel terminare il movimento di tiro, rimane con il braccio sollevato, nella posizione esatta in cui si trovava quando il pallone ha lasciato la sua mano, per iniziare quella parabola perfetta. Non è un canestro, è il canestro. Il canestro del sesto titolo in nove anni, il canestro che suggella una carriera, una storia di sport, il canestro che il più grande giocatore di basket di sempre, e forse il più grande atleta di tutti i tempi, consegna direttamente ai libri di storia. Un’eredità, un suggello, un finale degno di un campione ineguagliabile.
Zidane, ha scelto un altro modo, per lasciare un ricordo. Il modo peggiore. Personalmente penso che eleggerlo migliore giocatore dei mondiali, sia un errore. Un campione, è anche un esempio, un riferimento per tanti giovani che si avvicinano allo sport. Un campione è anche uno stile, un modo di stare in campo, un comportamento. Zidane ha dato un pessimo esempio di se, e lascerà un detestabile immagine, come ultimo suo gesto su un rettangolo di gioco. Non ci sono attenuanti al suo comportamento, e poco importa, quali siano e se ci siano state provocazioni. Due modi e due stili, due strade, e due scelte. Permettetemi di preferire di gran lunga, il braccio teso di Michael Jordan, alla testa bassa di Zinedine Zidane.
https://blog.libero.it/baol/trackback.php?msg=1394349 I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio: Nessun Trackback Commenti al Post:
Gli Ospiti sono gli utenti non iscritti alla Community di Libero. |
Inviato da: mauriziospag
il 05/01/2010 alle 21:53
Inviato da: oca.oca
il 10/01/2009 alle 19:26
Inviato da: demy_moore37
il 06/10/2007 alle 20:17
Inviato da: demy_moore37
il 01/06/2007 alle 16:46
Inviato da: demy_moore37
il 16/04/2007 alle 14:52