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Saigon

Post n°73 pubblicato il 19 Maggio 2007 da bartelio
 
Foto di bartelio







Quella di Porcello è una storia che va avanti da vent'anni, il tempo che Bicio e gli altri hanno passato nell'osservarlo dalla finestra dell'ufficio. Di lui oramai si sa quasi tutto ora vi racconto alcune cose.

Porcello è un tipo che d'estate ha la divisa estiva che consiste in pantaloncini canottiera zoccoli. Porcello abita proprio di fronte alla ditta in una villa di mattoni rossi con un gran tetto spiovente e davanti casa ha un orto rigogliosissimo che Bicio e gli altri chiamano familiarmente saigon, per via del fogliame che sono sicuri nasconde charlie, gli ultimi vietcong.

Saigon è un orto un luogo dello spirito su cui ci sarebbe da obiettare, perché avere un saigon davanti casa è opinabile, magari in un angolo si può capire, ma così non fa casa borghese, via, è così grande e un po' tamarro e un po' burino.

Porcello ha questo grande orto un saigon di orto ma nemmeno una canna per bagnare le verdure. Questa cosa è abbastanza incomprensibile a pensarci. Porcello porta dei secchi fino alle piantine di pomodoro e con un mestolo le bagna una per una. Nello stesso secchio Porcello quando crede di non essere visto ci piscia.

Porcello e la moglie ieri prendevano il sole sullo scivolo che porta al garage in pantaloncini sdraiati su un asciugamano e la cosa metteva un po' tristezza, i due stavano stesi in discesa sugli asciugamani e la moglie leggeva un libro. A un certo punto Porcello si è alzato ha preso il suo asciugamano e lo ha gettato addosso alla moglie, proprio sopra il libro. Questa non ha detto niente ha sollevato l'asciugamano lo ha piegato e messo accanto al libro che stava leggendo.

Del resto la donna ne ha viste di tutti i colori. Tutti ricordano le grida terribili di Porcello con la moglie la figlia e la nonna, la mamma di Porcello. Vivono con lui e lo subiscono. Da vent'anni. Porcello è un Dio terribile e cattivo che gira con gli zoccoli.

La nonna da qualche tempo non si vede più all'esterno. Ogni tanto fa la sua comparsa immobile su una sedia alla finestra del soggiorno illuminata da una lampadina fioca di venti trenta candele. Bicio e gli altri pensano che in realtà la vecchia sia morta e che Porcello per continuare a riscuoterne la pensione l'abbia imbalsamata e ogni tanto la esponga alla finestra per far credere che sia ancora viva, un po' come quel tale che aveva chiuso il padre nel congelatore e riscuoteva la mesata. Ogni tanto se passa un conoscente, raro perché Porcello non ha conoscenti è fondamentalmente misantropo e misogino, Porcello dicevo batte un piede per terra e la moglie tira la fune a cui hanno legato il braccio della mummia della vecchia e lei così saluta il passante. Qualcuno chiede persino "come sta la vecchia" ma Porcello non risponde.

Una volta Porcello urlò terribilmente con la figlia, che le era successo qualcosa alla catena della bicicletta. Si mise a gridare e lei era immobile sulla bici. Poi Porcello afferrò il manubrio e cominciò a tirare nella furia accecante che lo aveva preso tutto quanto, tira tira tira scuoteva tutta la bici e la figlia, tanto che lei tremava tutta e poi è scesa scossa e Porcello gridava porcodio diocane che cazzo hai fatto alla bici.

Lui va detto ha questo vezzo di non salire come fa il 99 per cento delle persone sulla bici, sedersi e poi attaccare la pedalata, lui no, prima mette il piede sul pedale e sul manubrio le mani, poi dà come un colpo di pedale e preso l'abbrivio si siede. Beh ci tentò anche quella volta, peccato che la catena fosse appunto scesa e così perse l'equilibrio cadendo con fracasso a terra tra altri porconi di ogni colore e forma.

Porcello ogni tanto lo vedi per strada in bicicletta con gli zoccoli e un secchio che va al maneggio a prendere il letame per Saigon.

Bicio ha detto che se ci fai caso in tutta la via l'unico faggio morto è proprio quello davanti alla casa di Porcello. Alcuni dicono che è un segno che il maligno abita lì dentro, ma Bicio invece sostiene che la notte Porcello versava il sale sulle radici per far morire il faggio: faceva ombra a Saigon.

 
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