arrocco

favola

C'era una volta, assopita all'ombra di un albero maestoso, una grande tartaruga vecchia di mille anni. Ogni tanto alzava pigramente una palpebra e osservava i fili d'erba in cui si scomponeva il prato dinnanzi alle sue zampe.
D'improvviso giunse planando dal cielo un nibbio fischiatore. Atterrò accanto alla tartaruga e con il becco fremente si volse verso di lei dicendole: " Gentile tartaruga, non ho mai visto un carapace più bello di quello che lei indossa. I suoi colori sono quelli della terra grassa e dei campi fertili. E'  più liscio del cappello di un fungo, più profumato dei muschi del bosco profondo".
La tartaruga sporse appena il capo e aprì gli occhi lentamente. Guardò il nibbio.
Poi pacata rispose: "Nibbio traditore, non mi curo delle tue lusinghe e della tua sensibilità ostentata. Ben conosco la tua indole parassita di procurarti cibo già masticato dalle bocche altrui. Non sarò la tua preda di oggi". Così dicendo ritrasse la testa dentro al suo guscio, lasciando il nibbio scornato e scontento.

Vi sono tra gli essere umani, taluni che si artigliano alle vite altrui non sapendo costruire le proprie. Che con meschinità e invidia circuiscono incaute vittime ostentando amabilità ed empatia. Il loro segno distintivo è dissimulazione e spesso l'istinto più sensibile non ne riconosce i raggiri, troppo ingenuo dinnanzi all'artefatta costruzione che il parassita dispone.