Creato da Maddalena_e_oltre il 30/04/2013
C'è una forza misteriosa nelle cose esteriori [...]. Un attore, per immedesimarsi perfettamente nello spirito del personaggio da rappresentare, deve indossarne il costume.*
 

 

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Post n°133 pubblicato il 09 Marzo 2015 da Maddalena_e_oltre



Nella piccola casa bassa in fondo al giardino, oltre la siepe di lillà, il vecchio sarto gobbo Moravec sgombra il tavolo da lavoro, prende un doppio foglio di giornale e lo stende sul piano, come fosse una tovaglia, per poi apparecchiarvi la sua cena frugale.
Quanto silenzio accorre da questi mondi scomparsi, dietro la tenda vibrante su un uscio vuoto. Quante storie non scritte di un'umanità semplice cui è stato sottratto il lusso di una quotidianità da esecrare e ripudiare. ...Quanto amore mai nato o sprecato tra pietre sconnesse, tra muri cementati da lacrime e speranze.
Preziosa diviene l'opera di chi raccoglie voci e mormorii, interrogando i ricordi e i piccoli accadimenti che la storia degli uomini è solita tralasciare.

Se solo intuissimo l'universo che si cela nelle patate lesse mangiate dal sarto gobbo Moravec su una tavola apparecchiata con un doppio foglio di giornale, nella casetta in fondo al giardino, oltre la siepe dei lillà ...

 

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Commenti al Post:
GnothiTauton
GnothiTauton il 09/03/15 alle 19:02 via WEB
bisognerebbe esser certi che il sarto comesichiamalui sapesse leggere
 
 
Maddalena_e_oltre
Maddalena_e_oltre il 16/03/15 alle 08:36 via WEB
Nel senso di leggere con companatico? :)
 
korov_ev
korov_ev il 11/03/15 alle 16:09 via WEB
Se per preziosa lei intende utile, non so quanto lo sia, l’opera di chi raccoglie le voci e i mormorii della storia degli uomini, madame. Quello che, però, le posso dire per certo è che c’è chi di quei mormorii, di quei fievoli barbagli, sa cogliere i giochi d’ombre e sa raccontarli. È importante, perché sono proprio quelle piccole increspature sulla superficie compatta di ciò che si vede, a contenere interi, invisibili universi non meno importanti della tela che tutti insieme tessono e che chiamiamo Storia, con l’onore di una S maiuscola. Io credo che lei questo dono ce l’abbia, madame.
Se solo intuissimo l'universo che si cela nelle patate lesse mangiate dal sarto gobbo Moravec su una tavola apparecchiata con un doppio foglio di giornale, nella casetta in fondo al giardino, oltre la siepe dei lillà ... potremmo raccontare storie innumeri come i granelli di sabbia di un deserto, e anche se probabilmente non servirebbe a niente sarebbe bello ascoltarle.
P.S. Solo un piccolo rimprovero per la sua ruffianeria, madame: questa è come la storia de “lu pollu cusutu ‘n culu” al cui strazio mai nessuno ha dedicato due righe, mentre se fosse stato “lu panda cusutu ‘n culu” ci sarebbe stata una sollevazione popolare.
Ecco, in egual maniera io le contesto il fatto che a scrivere robe belle, quando c’è di mezzo la patata, son buoni tutti. Avrei voluto vedere come se la sarebbe cavata co’ lu cetriolu, avrei voluto vedere! :-)
 
 
Maddalena_e_oltre
Maddalena_e_oltre il 16/03/15 alle 08:45 via WEB
Per preziosa intendo bella, terribile, necessaria e, perché no, anche utile. Forse è un'interpretazione poco "democratica"? Forse la sua utilità è vista da pochi? Non so... credo sia solo questione di educazione (un'utilità che preserva dall'"essere educati male"). Ecco, se qualche volta capita che io riesca a raccontare qualcosa di quei mondi che incontro, ad aprirvi anche un solo fuggevole spiraglio... ne sono contenta... davvero (come una bimba a cui sia stato detto "brava" :)). P.s. Be' in effetti la rarità dell'animale non dovrebbe essere la discriminante per evitare una cucina tanto urticante! Le giuro che comunque io personalmente non mangerò mai un "pollu cusutu'n culu"! Per quel che riguarda la patata... ecco vede, essendo io appartenente al gentil sesso, potrei ribaltare il suo appunto: sarebbe stato sospetto se avessi scritto del cetriolo :))
 
Koheleth
Koheleth il 14/03/15 alle 23:23 via WEB
Chissà se l’aveva intuito Austerlitz, o forse Vera mentre glielo ricordava, oppure è solo la mia memoria che mette insieme cose che non c’entrano niente… Ma in fondo a loro interessava solo ricostruire il proprio passato, mi piace questo ricreare una storia del povero sarto alle prese con la sua frugale cena. A me ricorda il mondo di quand’era bambina mia nonna, che ancora oggi alla soglia dei cent’anni di vita lo racconta di rado e malvolentieri, quasi vergognandosi della miseria di allora. Buona domenica. K.
 
 
Maddalena_e_oltre
Maddalena_e_oltre il 16/03/15 alle 08:53 via WEB
E' un mondo sommerso (tanto per usare un altro aggettivo evocativo) quello del sarto Moravec , un mondo che riacquista vita nel ricordo di Austerlitz, che si innesta sui racconti di Vera. Sicuramente molto più dell'intuito, se io l'ho colto :) Piccoli segni per ricostruire un'identità perduta, scordata, latente. Segni apparentemente secondari o di poco conto ma così incomparabilmente preziosi in realtà, legante necessario ai grandi massi costituenti la Storia (quella che cita Korov). Il punto di partenza è Sebald, ma vi si intreccia anche l'Enciclopedia dei morti di Kis, l'universo nel particolare, il salvataggio nella memoria di ogni fatto, di ogni gesto perché nulla sia dimenticato. Soprattutto persevera quel pungolo che ancora non so identificare che spinge a cercare, come un rabdomante, qualcosa sotto ogni superficie o meglio quel profondo che in superficie affaccia. (Grazie... retroattivamente :))
 
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