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Post N° 39

Post n°39 pubblicato il 10 Settembre 2006 da sarabanda5

 Considerazioni finali
L’evoluzione delle strutture organizzative regionali e delle procedure
maggiormente adeguate al perseguimento delle finalità istituzionali sono
improntate alla massima flessibilità e sono soggette alla continua revisione
necessaria a garantire che l’amministrazione regionale possa rispondere in
modo adeguato e tempestivo al proprio mutevole contesto di riferimento,
ottimizzando l’impiego delle risorse disponibili, creando condizioni interne di
funzionamento che valorizzino, motivino e riconoscano il contributo delle risorse
umane, sviluppando un buon livello di comunicazione interna ed esterna e di
interconnessione mediante sistemi informatici e statistici.
Inoltre, nei processi di innovazione organizzativa assume sempre più
rilevanza il collegamento tra strategia e organizzazione. Non è sufficiente
ricercare un modello organizzativo efficiente, ma è necessario che quest’ultimo
sia coerente con le scelte di posizionamento strategico dell’ente (quale ruolo,
funzioni, competenze, relazioni con gli altri attori del territorio, forme di gestione
adottare) e delle linee di sviluppo che lo stesso intende perseguire.
In realtà, non è individuabile un modello di riferimento, un idealtipo
organizzativo, quanto invece è auspicabile che i differenti assetti organizzativi,in relazione alle caratteristiche degli enti, al contesto più o meno evoluto in cui
operano ed alle correlate strategie di sviluppo, siano rispondenti ad un
rinnovamento sostanziale dei principi e delle modalità operative di
funzionamento.
In tal senso si registrano realtà regionali particolarmente innovative nel
settore delle politiche sociali, Regioni “laboratori di innovazioni” per la nuova
funzione di governance del sistema di welfare locale. Accanto a queste si rileva
un secondo gruppo di Regioni che ha intrapreso la strada del cambiamento
organizzativo ma che incontra ancora qualche difficoltà in fase attuativa: alcuni
modelli organizzativi rappresentano un updating dell’organizzazione burocratica,
mantenendo ancora uno stretto collegamento con la logiche e meccanismi di
fondo tradizionali.
Il passaggio ad una concezione organicistica dell’organizzazione,
contraddistinta da una visione dinamica dei compiti e delle funzioni dirette al
perseguimento delle finalità istituzionali, dallo sviluppo delle professionalità, da
relazioni interpersonali anche al di fuori delle linee gerarchiche, da processi
decisionali di tipo multidirezionale, dalla dominanza dei valori e delle norme di
comportamento connessi alla razionalità e allo sviluppo, non è ancora compiuto.
Occorre agire sul clima e sulla cultura organizzativa affinché i processi di
innovazione intrapresi dalle amministrazioni regionali siano efficaci e coerenti
con le decisioni strategiche adottate, consentendo il perseguimento dei fini
istituzionali.;

 
 
 
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