Imperatore a sonagli - elegia di un serpente
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di te

scivola la tua fame, armata di lussuria si muove scorrendo sopra la pelle dei miei respiri è danza che incanta e soggiogaè spira che stritola sino alla resa è veleno che zampilla dai denti.e io sono vittima e sono la carne offerta e sono il respiro affannato e sono le grida sommesse e mute e sono l'estasi che…
 

Chi dei due ucciderà prima l’altro?

ti guardo e mi vedo e se muovo una mano tu imiti muovendola allo stesso modo ma sei solo un’immagine vuota del mio specchio malato non ti curi del mio sentire o dei miei desideri e strisci crudele sulla pelle a cercare morsi per trattenere quest’anima avvelenata dal mio nulla eti ucciderò solo uccidendomi.
 

tu

tu devasti il mio sonno avvinto fra i pensieri seminati sul cuscino o cuciti nell'orlo in cui inizia il precipizio dove cade il mio sogno. tu sei la serpe sinuosa che scivola fra la carne sei vertigine e vortice che avvolge con le sue spire sei il gusto del veleno che desideri e non conosci.
 

sinuoso come un serpente o una donna

sinuoso si inerpica lungo gli scoscesi abissi che abitano la tua carne,scivola lento, umido e crudele saettando la sua lingua sul tuo profumo, accosta i denti dove la polpa batte viva di sangue e voglia,e morde aspettando che il veleno corrompa il tuo pensiero...
 

chi?

chi vuole predare ... chi? sei preda o predatore? non sono preda d'altro, se non del mio ieri.non sono predatore d'altro,se non del mio domani.ma sono solo vittima del mio oggi.
 

avveleno

sinuoso si muove il pensieroe nel destino di vetro la sferarisponde ai tuoi quesitiche donasti al tuo dio,scegli il tuo e rispondi quale veleno berrai prima.
 

scivola la serpe

bacia il tuo desiderio e muore nel tuo veleno
 

esperimentazione

sbuffi maldestri di odorosi ricordile spire tracciano sottili solchi nei fianchi del tuo scherno ilare,mordi, azzanna ciò che mi lega al velenoe lascia che sia eterno oblio.
 

spiraLE

nel silenzio di questa spira,ascolto il fiato mentre scivolaaccarezzando quel che resta delletue voglie, non è un sognoil delirio di essere avvintofra i tuoi mondi diversi.sono giunto in quel luogostrisciando nel nulla di una pelle così morbida di corpi fluidi,così sinuosa di mente solida,che credo non esista stradaper tornare a essereciò da cui sonopartito.e rimango flessibilea fissare lo sguardoe aspetto la spiralea legare il tuo…
 

in periferia di me

Abbandonato nei sobborghi del cuore,ti supplicherò di mordermi,conficcare le tue zanne.Il veleno entrerà colatoda baci crudeli,tinti di rossetto, goccia che labbraghiotte abbandoneranno sulla mia storia.Avvelenato ti chiederò di farmi sognareancora questa allucinazione.
 

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