Un blog creato da topastraella il 12/07/2007

Bella Topa

Cose da donna

 
 
 
 
 
 

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Sono stanca »

Shopping!

Post n°1 pubblicato il 12 Luglio 2007 da topastraella

Calze.
Un intero scaffale di calze.
Di ogni genere e tipo: collant velati, opachi, coprenti, calze autoreggenti e non, con e senza la riga, a rete larga o stretta, fantasia o classiche, tuttonudo o col corpino, 15,20,30,40,50 denari...un'intera corsia del supermercato. Ci vorrebbe tempo per mettersi li' e scegliere con calma, anche se il primo, irragionevole impulso sarebbe quello di arraffare quel che capita, tutto quel che capita e scappare verso le forche caudine delle casse.
Indugiare a lungo, guardare, confrontare, far finta di niente in una corsia popolata di donne, o al piu' di coppie. Senza guardare nessuno negli occhi e sentendosi gli occhi di tutti puntati nella schiena, mentre si suda anche se non fa per niente caldo. Imbarazzo, vergogna, voglia di essere altrove.
Trovare il modello ma non la misura, o la misura ma non il colore, e cercare di capire perche' la regola secondo la quale le misure grandi dovrebbero stare in alto e quelle piccole in basso presenti cosi' tante eccezioni, tante da rendere impossibile trovare quel che si vuole senza mettersi a frugare ovunque.
Rassegnarsi infine a prendere quel che c'e', che raramente coincide con quel che si voleva, e mischiare il tutto col contenuto di un carrello gia' pieno di cose "normali", la maggior parte inutili.

Trucchi, ancor peggio.
Perche' i trucchi sono colorati e i colori devono essere quelli giusti. Passi per un rossetto che potra' essere troppo acceso o troppo spento, per un gloss che potra' avere o meno i brillantini, per un ombretto sbagliato o una matita inadatta.
Ma il fondotinta no.
Il fondotinta deve essere quello giusto, che se no si incorre nel famigerato effetto "maschera", con la pelle che da un certo punto del collo in su' cambia colore.
Il fondotinta bisognerebbe provarlo, ma come si fa?
Bisognerebbe fare come fanno tutte: andare in profumeria, farsi consigliare, provarlo sul dorso della mano.
Eh...come no.
Si va per approssimazioni successive...e alla fine ci si ritrova in casa tutti i possibili colori e tutte le possibili sfumature.
Tranne la propria.

Scarpe...il supplizio di Tantalo di chi porta un numero maggiore o uguale a 42...
Le altre possono entrare in un negozio qualunque avendo quasi la certezza di trovare qualcosa senza strapagarlo, chi porta il 41 o il 40 avra' magari difficolta' a trovare il numero, ma qualcosina rimediera' e tornera' a casa contenta. Le altre, quelle che portano un numero inferiore al 40 non so, perche' per principio non rivolgo loro la parola, tanto le invidio...
Ci sono negozi che vendono scarpe da donna di misure grandi, ovviamente. Pochi e con prezzi relativamente alti, ma ci sono. Il problema e' quel che si trova. Quasi sempre calzature estreme, piu' adatte a una professionista che a una ragazza normale. E poi ancora una volta bisognerebbe poterle provare, a meno di non voler tirare fuori la solita, patetica scusa del "regalo". Io ho scelto una via di mezzo: non dico nulla e finora nessuno mi ha chiesto nulla. Ovviamente non le provo, ma oramai conosco il numero giusto, che poi e' un numero in meno di quello che porto da maschio: 43.

Conoscere la propria taglia "da donna" e' importante - di piu': e' fondamentale.
Non si puo' arrivare impreparate di fronte a una commessa che ci ponga la tanto temuta domanda: "che misura"?
Eppure molte abbozzano, non sanno, vanno a tentoni e finiscono col pronunciare una frase che suona piu' come una resa che come un'indicazione: "Mah...piu' o meno e' fatta come me". Al che la commessa, che si trova davanti un maschietto nervoso e impacciato alto piu' di un metro e ottanta comincia a sospettare qualcosa e inarca il sopracciglio. Ma siccome e' molto professionale e oramai ne ha viste di tutti i colori, senza indugio stacca una 46 dall'appendino e ce la fa vedere.
Le taglie sono un problema, ma un problema che va affrontato e risolto. Taglie per l'intimo, taglie per i vestiti: non si puo' andare a far shopping senza conoscere le proprie taglie, e' un controsenso. Non dico di arrivare al fatidico "terza-misura-coppa-B-e-una-quarta-di-mutandine" ma almeno sapere che si porta genericamente "una terza" e' doveroso e risparmia imbarazzi e rossori al momento buono.
Che poi, non illudetevi, le regole che valgono per le donne valgono anche per voi.
Dato un vestito, qualunque vestito, puo' presentare tre caratteristiche:

- Vi piace da impazzire e vi sta da dio
- Costa poco
- C'e' la misura

Bene: sappiate fin d'ora che nel novanta per cento dei casi di queste caratteristiche ne potrete scegliere soltanto DUE.

La parrucca, la chiave di tutto, l'unico elemento in grado di compiere la trasformazione non poteva che essere il piu' difficile da procurarsi, e spesso il piu' costoso.
Rari i negozi, alti i prezzi, quasi impossibile trovare una giustificazione all'acquisto: non si regala una parrucca.
Nessuno regala una parrucca, sarebbe un controsenso - la parrucca va provata, provata e provata ancora. E non si spendono piu' di cento euro tanto per provare una parrucca a casa. Non c'e' soluzione: o giocate a carte scoperte, o andate a comprarla con un'amica donna che finga che sia per lei.
E' decisamente la prova piu' difficile, e infatti molte sorelline la parrucca non ce l'hanno.
Cosa che comunque a loro importa poco: tanto non escono.

Si potrebbe continuare per ore, a parlare di shopping. Si va dai casi estremi di chi davanti a uno scaffale diventa una gelatina tremante a quelli di chi va a far shopping vestita e truccata e si intrattiene amabilmente con le commesse. In mezzo tutto il mondo piu' o meno vario di chi si arrangia come puo' e cerca di superare alla meglio paure e timori che spesso non hanno motivo di esistere.
E lo shopping e' solo la prima prova, perche' si e' comunque nella maggior parte dei casi vestite da uomini.
Il peggio verra' dopo quando arrivera', e prima o poi arriva quasi per tutte, il momento di uscire.
Ma di questo avremo modo di parlare, oh se avremo modo...

 
 
 
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