Betty Elena Betsabea"...perchè per me l'unica gente possibile sono i pazzi, quelli che sono pazzi di vita, pazzi per parlare, pazzi per essere salvati, vogliosi di ogni cosa allo stesso tempo, quelli che mai sbadigliano o dicono un luogo comune, ma bruciano, bruciano, bruciano come favolosi fuochi artificiali color giallo che esplodono come ragni traverso le stelle e nel mezzo si vede la luce azzurra dello scoppio centrale e tutti fanno Ooohhh!..."On The Road di Jack Kerouac |
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Le fate ignoranti sono quelle che incontriamo e non riconosciamo ma che ci cambiano la vita. Non sono quelle delle fiabe, perché loro qualche bugia la dicono. Le mie sono ignoranti, ma esplicite, anche insolenti a volte, ma non mentono sui sentimenti. Le fate ignoranti sono tutti quelli che vivono allo scoperto, che vivono i propri sentimenti e non hanno paura di manifestarli. Sono le persone che parlano senza peli sulla lingua, che vivono le proprie contraddizioni e che ignorano le strategie. Spesso passano per "ignoranti", perché sembrano volgari e invadenti per la loro mancanza di buone maniere, ma sono molto spesso delle "fate" perché capaci di compiere il "miracolo" di travolgerci, costringendoci a dare una svolta alla nostra vita. Questo blog è dedicato a tutti gli ignoranti Betty
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AMORE
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Genova 20 luglio 2001 PER NON DIMENTICARE Chi sono i BLACK BLOC Ricordiamoci Genova, ricordiamoci della mattanza della scuola Diaz. Ricordiamoci che la “ricerca di possibili appartenenti al blocco nero” fu utile per giustificare insensati pestaggi e violenze a persone inermi. Ma , come al solito, il problema sta nel pregiudizio (e quindi nell’ignoranza) della gente. Nell’ignoranza di quelle persone che distrattamente hanno ascoltato l’informazione di regime caratterizzata dagli anni cupi di governo Berlusconi. Il Blocco Nero non è violenza fisica, è violenza simbolica. L’attacco alla proprietà privata non è un danneggiamento in senso stretto, non è rivolta contro persone e non mette a repentaglio vite umane. Semmai è la violenza insita nel capitalismo ad averci abituato a pensare e a trattare le persone come oggetti. La proprietà privata è infinitamente più violenta di una qualsiasi azione contro di essa, i suoi valori hanno colonizzato il mondo non esitando ad usare violenza là dove è necessario, creando povertà ovunque, affamando milioni di persone e distruggendo spazi vivibili e vitali per il pianeta. Tutto questo è esattamente ciò che il blocco nero rigetta, e l’attacco alla proprietà privata diventa un atto di trasformazione necessario se vogliamo ricostruire un mondo utile e pieno di gioia. Sfasciare una vetrina della Nike è un’azione violenta? Il concetto di “violenza” è sicuramente contraddittorio...è difficile capire quando un’azione è violenta e quando non lo è....quando un’azione violenta si può considerare autodifesa? Sicuramente è violenza la povertà e lo sfruttamento che la Nike produce nei paesi del Terzo Mondo. Infrangere una vetrina di una multinazionale, un simbolo del capitalismo, può soltanto fare molto rumore....e il “rumore” è forse violenza? |
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Ciao Giampi, ti linko questo documento,dove
parlano direttamente i Black Bloc in una intervista,
odio di classe e odio del capitalismo,
sono anarchici,non hanno una precisa sede,
devono attaccare e distruggere..
Leggi
Leggi Peri...Pier Paolo Pasolini
La Ballata delle Madri
Mi domando che madri avete avuto.
Se ora vi vedessero al lavoro
in un mondo a loro sconosciuto,
presi in un giro mai compiuto
d'esperienze cosi diverse dalle loro,
che sguardo avrebbero negli occhi?
Se fossero lì, mentre voi scrivete
il vostro pezzo, conformisti e barocchi,
o lo passate, a redattori rotti
a ogni compromesso, capirebbero chi siete?
Madri vili, con nel viso il timore
antico, quello che come un male
deforma i lineamenti in un biancore
che li annebbia, li allontana dal cuore,
li chiude nel vecchio rifiuto morale.
Madri vili, poverine, preoccupate
che i figli conoscano la viltà
per chiedere un posto, per essere pratici,
per non offendere anime privilegiate,
per difendersi da ogni pietà.
Madri mediocri, che hanno imparato
con umiltà di bambine, di noi,
un unico, nudo significato,
con anime in cui il mondo è dannato
a non dare né dolore né gioia.
Madri mediocri, che non hanno avuto
per voi mai una parola d'amore,
se non d'un amore sordidamente muto
di bestia, e in esso v'hanno cresciuto,
impotenti ai reali richiami del cuore.
Madri servili, abituate da secoli
a chinare senza amore la testa,
a trasmettere al loro feto
l'antico, vergognoso segreto
d'accontentarsi dei resti della festa.
Madri servili, che vi hanno insegnato
come il servo può essere felice
odiando chi è, come lui, legato,
come può essere, tradendo, beato,
e sicuro, facendo ciò che non dice.
Madri feroci, intente a difendere
quel poco che, borghesi, possiedono,
la normalità e lo stipendio,
quasi con rabbia di chi si vendichi
o sia stretto da un assurdo assedio.
Madri feroci, che vi hanno detto:
Sopravvivete! Pensate a voi!
Non provate mai pietà o rispetto
per nessuno, covate nel petto
la vostra integrità di avvoltoi!
Ecco, vili, mediocri, servi,
feroci, le vostre povere madri!
Che non hanno vergogna a sapervi
- nel vostro odio - addirittura superbi,
se non è questa che una valle di lacrime.
È cosi che vi appartiene questo mondo:
fatti fratelli nelle opposte passioni,
o le patrie nemiche, dal rifiuto profondo
a essere diversi: a rispondere
del selvaggio dolore di esser uomini.