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Grazie ai signori De Bortoli padre e figlio, quindi.
Sempre su consiglio dei signori de Bortoli abbiamo proseguito per Olivola pranzando da Cà Nostra per poi transitare da Moncalvo, il cui centro storico ha piccole esponenze ma non vi ci siamo fermati, e raggiungere il Santuario di Crea per una passeggiata a piedi nell'ombroso Sacro Monte. C'eravamo già stati nel giugno del 2009 e anche qualche anno prima, in una gita di apertura di stagione piuttosto fredda: il luogo merita sempre.
Uno sguardo all'Atlante ci ha poi fatto scoprire la possibile presenza di un battello a fune sul Po, in località Porto di Rocca delle Donne: il traghetto non c'è più, spazzato via e mai più ricostruito dopo l'alluvione del 2000, ma Rocca delle Donne (frazione di Camino) così chiamata per via di un monastero di intraprendenti quanto (dice la vulgata locale) disinvolte monache, vanta una bella posizione panoramica sulla pianura vercellese dall'alto dell'estrema propaggine settentrionale delle colline monferrine, da cui si vedono i campi coltivati a riso, il cosiddetto "mare a scacchiera".
A scacchiera è anche l'impianto urbanistico di Trino, più famosa per l'ex-centrale nucleare che per i suoi monumenti e, tra le risaie, l'Abbazia di Lucedio è ormai parte di un'azienda agricola... ma il giro è comunque stato piacevole.
Domani, sempre grazie a un voucher di Carla e Fabio, gustoso pranzo indiano al ristorante Bharat.
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