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Estri matti

Post n°625 pubblicato il 19 Gennaio 2014 da livieroamispera
 

Estri matti

Quanno me vie' qnell'estro de pazzia,
de scrive in povesìa,
me ne vad'in Trestevere debbotto;
e llì, ccom'un merlotto,
m'incanto a ssenti' questi e quelli llà,
che stanno a raggionà'.
Una dice a ssu fia, da la finestra,
ch'è ccotta la minestra:
"A Nenaccia, te possin'ammazzatte,
nun vienghi su a strozzatte?
Due stanno su la porta a ffa' l'amore
sentiteli discore:
"Io - dice lui - secca la lingua mia.
si' pparlo co' Mmaria."
E lei: - "Ve cianno v'isto sor vassallo;
Vorèssivo negallo?"
Lui: "Oh! ssapete che mme so' stufato"? ..
E llei: "Môri scannato!" - '
E io? Godo. E ssapete che ffarebbe?
Mentre stanno a pparlà', l'abbraccerebbe!

Giggi Zanazzo

6 aprile 1883

 
 
 
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