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Romanzo sconosciuto

Post n°674 pubblicato il 27 Gennaio 2014 da livieroamispera
 

Romanzo sconosciuto

'Na mattina, zi Rosa, nun vedenno
su' fia Nannarella
a magnà assieme all'antri la pulenta,
prima d'annà ar lavoro, annò corenno
su la cammera sua,
la cammera più bella
der casale. Trovò chiusa la porta,
e cominciò a chiamà: Nannì, che fai?
Nun t'arzi? Che te senti poco bene?
Risponne a mamma tua!
Nannì! Nannì! Risponni, e che nun ciai
core, pe' famme patì tante pene?!...
E la povera donna
nun sentenno rumore, co' le mano
cercava de sfascià la seratura
strillanno: Nanna è morta!
Madonna mia, Madonna!...
Er fijo suo più granne,
piagnenno, oprì la porta, con un sarto
la madre entrò pe' prima:
Nannarella nun c'era! Solo, in cima
a un cuscino trovarono un bijetto
in do' ce stava scritto: «mamma, io parto
per sempre, forse, perché tu m'avrai
già maledetta! Addio... ho amato ed amo
ancora, pazzamente, come mai
credo aver tanto amato i miei fratelli!...
Stanotte t'ho baciata sui capelli
per non svegliarti... e ho pianto...
Addio, baciami Toto,
Giggetto e mia sorella».
Sotto c'era firmato: «Nannarella».
Zi' Rosa sbottò un pianto
s'arovesciò su quer lettuccio voto
sangozzanno tra sé: «Nanna diletta
no, nun è vero, nun t'ò maledetta!
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Ne lo stanzone a piantereno, accanto
ar cammino, che manna
sprazzi de luce sull'ammattonato,
c'è 'na vecchietta tutta freddolosa...
Nun pare, eppuro è proprio lei: Zi' Rosa.
Zi' Rosa, ch'er gran pianto
che in un anno ha sverzato
la fa sembrà più veccia de dieci anni.
Sente bussà a la porta sganghenata,
e' rosario je trema tra la mano,
sa d'esse sola, la famija è annata
quer giorno a lavorà tanto lontano
co' 'na voce che pare d'ammalata
sospira tra le labbra piano, piano:
«Se fusse Nannarella, Maria Santa!»
E a 'sto pensiero trema tutta quanta...
S'opre la porta... E Nannarella! È lei
la fija che credeva già perduta!
È vestita de bianco
e sur visetto stanco
su quela bocca impallidita e muta
ce so' l'impronte d'un dolore granne...
Zi' Rosa vede tutto, soffocata
dar pianto opre le braccia... Ha perdonato!
Ha già scordato tutta
l'infamia della fija...
Nannarella tremanno ce se butta
e suggella er perdono su la bocca!...
Stanno lì strette, strette, abbracciate...
Mentre er foco tranquillo dorcemente
illumina la rocca,
pe' filà, de Zi' Rosa, e la mantija
bianca de Nannarella...
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Sergio Corazzini
Da Poesie sparse
 
 
 
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