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Nina Siciliana

Post n°51 pubblicato il 21 Luglio 2013 da livieroamispera
 

Nina Siciliana, poetessa italiana del XIII Secolo, contende alla toscana Compiuta Donzella la palma di prima poetessa in lingua volgare. Non molto si conosce di lei, al di fuori della sua corrispondenza platonica con Dante da Maiano, del quale era follemente innamorata, ricambiata, sebbene i due mai si siano incontrati.

Il volume "Gemme o Rime di poetesse Italiane antiche e moderne, scelte da A. Ronna" (Parigi, Baudry, Libreria Europea, 1843) e "Poeti Italiani Contemporanei maggiori e minori" (Parigi, Baudry, Libreria Europea, 1843) riportano quale sua unica poesia la "Risposta a Dante da Maiano che era di lei innamorato", mentre il sito Italian Women Writers Project riporta anche il "Lamento d'Amore tradito, nell'allegoria dello sparviero fuggitosene" (citato da Blasi, Jolanda de, ed., Antologia delle scrittrici italiane dalle origini al 1800, Firenze: Nemi, 1930, p. 8).

Il primo verso delle due poesie suona, rispettivamente:
1-) Qual sete voi, sì cara proferenza
2-) Tapina me che amava uno sparviero

Il medesimo sito Italian Women Writers Project indica i seguenti testi -cartacei o elettronici- nei quali Nina Siciliana è menzionata:

1. Nina Siciliana, fl. 1290; Hillman, Cynthia, ed., Collected Poems (Chicago: Italian Women Writers Project, 2006)

2. Nina Siciliana, fl. 1290; Bergalli Gozzi, Luisa, 1703-1779, ed., "Qual sete voi, sì cara proferenza" (Venezia: Antonio Mora, 1726) in Componimenti poetici delle più illustri rimatrici d'ogni secolo, pt. 1, p. 1.

3. Nina Siciliana, fl. 1290; Blasi, Jolanda de, 1888-1964, ed., "Rime" (Firenze: Nemi, 1930) in Antologia delle scrittrici italiane dalle origini al 1800, p.7-8.

4. Nina Siciliana, fl. 1290, "Sonetto e qualche piccola poesia" (Giunti, 1527) in Raccolta di rime antiche.

Su Google libri, Nina siciliana è menzionata da:

1-) "Manuale della letteratura del primo secolo della lingua Italiana, Volume 1" di Vincenzio Nannucci (Magheri, 1837)

2-) "La Moda. Giornale dedicato al bel sesso", (Francesco Lampato, 1840) 

3-) "Donne Illustri, Vol. 2-3", di Ambrogio Levati (Nicolò Bettoni, 1822) 

4-) "Prospetto biografico delle donne italiane rinomate in letteratura dal secolo decimo quarto fino a giorni nostri: Con una risposta a Lady Morgan risguardante alcune accuse da lei date alle donne italiane nella sua opera L'Italie", di Ginevra Canonici Fachini (Dalla tipografia di Alvisopoli, 1824 - 271 pagine) 

5-) "Commentari di Gio. Mario de Crescimbeni, intorno alla sua istoria della volgar poesia", di Giovanni Mario Crescimbeni (A. De Rossi, 1702) 

6-) "Effemeridi scientifiche e letterarie per la Sicilia" (1833) che riporta il seguente sonetto, dedicato a Guido Cavalcanti, pubblicato anonimo, ma attribuito a Nina:

Onde si move, e donde nasce amore?
Qual è suo proprio luogo, ov'ei dimora?
Egli è sustanzia, accidente, o memora?
È cagion d'occhi, od è voler di cuore?

Da che procede suo stato? è furore?
Come foco si sente, che divora?
Di che si nutre? ti domando io ancora
Come, e quando, e di cui si fà signore?

Che cosa è, dico, Amore? egli ha figura?
Ha per se forma? o pur somiglia altrui?
E vita quest'Amore, o vero è morte?

Chi 'l serve, dee saver di sua natura:
Io ne dimando voi, Guido, di lui;
Perch'odo molto usate in la sua corte. 

corredandolo delle seguenti annotazioni:
Questo Sonetto fu pubblicalo primieramente fra la rime antiche, e poscia nell'edizione de' poeti del primo secolo della lingua italiana impressa in Firenze nel 1816. A questo rispose Guido Cavalcanti colla famosa canzone dell'amor terreno, ove sviluppa poeticamente tutti i proposti quesiti, il che non è stato per quel che mi sappia avvertito.
Memora per memoria fu usato dallo stesso Cavalcanti nella canzone di replica dicendo in quella parte dove sta memora.
Cavalcanti scrisse moltissime poesie amorose, e quindi avea gran pratica nella Corte di Cupido, di che andava attorno la fama; laonde a lui si rivolse la nostra poetessa con queste metafisiche dimande d'amore.

La poesia era effettivamente indirizzata a Guido Cavalcanti, ma non da Nina Siciliana, sibbene da Guido Orlandi, al quale Cavalcanti rispose con altra poesia.

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