Teilhard de Chardin
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Alla scoperta di Teielhard
Teilhard de Chardin: scovato un altro piccolo tesoro
Continuando l’ardua impresa di rintracciare in rete notizie, studi, informazioni sull’opera e il pensiero di Pierre Teilhard de Chardin, abbiamo scoperto in una libreria antiquaria tedesca una edizione dell’opera Il Fenomeno Umano stampata in ciclostile nel periodo che Teilhard era a Roma in attesa dell’autorizzazione da parte del Generale dei Gesuiti alla pubblicazione dell’opera.
Il ciclostilato, Teilhard de Chardin, P. Le Phénomène Humain. Roma, 28 ottobre 1948. 4to (273 x 218 millimetri) è un’edizione estremamente rara stampata privatamente ( si suppone dallo stesso Teilhard) della celebre opera di Teilhard de Chardin sull'evoluzione. La pubblicazione ufficiale di quest’opera, che la Chiesa tentò di proibire avvenne subito dopo la morte dell’autore che come sapete avvenne nel giorno di Pasqua del 1955.
Durante il suo soggiorno a Roma Teilhard riceve dal Generale dei Gesuiti una decina di pagine di critica censoria che lasciano Teilhard scoraggiato e amareggiato.
Ma si riprende subito e si mette al lavoro per realizzare una serie di ritocchi “abili” che a suo parere renderanno il testo originale, precedentemente inviato a Roma, più agevolmente pubblicabile: il piccolo rimaneggiamente fatto da Teilhard rendeva il testo più chiaro e interessante. E’ però difficile precisare quali furono i rtitocchi “abili” dato che Teilhard avevo già corretto alcune cose nel 1947. Sembrerebbe che le modifiche apportate a Roma, all’opera Il Fenomeno riguardassero la pag. 223 relativa all’apparizione dell’uomo e delle pagine da 248 a 251 in cui accenna al problema “monogenismo-monofiletismo.
Sicuramente vi saranno altre pagine rimaneggiate: ma a noi non è dato sapere quali.
In questo senso scriveva alla cugina di aver trovato il mezzo per rispondere alle note del censore senza stravolgere il suo pensiero; nel contempo disseminò il suo testo di un certo numeo di note inframarginali aggiunte anche per il suo piacere personale.
La lettera alla cugina finisce, augurandosi personalmente che i rimaneggiamenti effettuati a Roma renderanno il suo lavoro in un opera più positiva e per questo più accettabile dalla Compagnia.
Infine è anche di Roma l’appendice che contiene alcune osservazioni sul “poasto e l’impotanza del male in un Universo in evoluzione.
Non sappiamo, anche perché non abbiamo tra le mani questo ciclostilato se l’ ’opera da noi scovata in questa libreria antiquaria è una copia della prima stesura presentata alla Compagnia dei Gesuiti oppure se il ciclostilato contiene i successivo i rifacimenti apportati da Teilhard. Sta di fatto che questa edizione ciclostilata in pochissime copie è del 1948 e la sua rarità è dovuta la fatto che questo ciclostilato fu dato a Roma, dallo stesso Teilhard, solo ad alcuni amici.
Da indagini da noi effettuate è risultato che neanche la Fondazione Teilhard de Chardin di Parigi ner possiede un esemplare.
Padre Polgar, che ha realizzato una bibliografia teilhardiana fa stato che alcune sue opere furono realizzate al ciclostile e distribuite solo da pochissimi amici.
L’estrema rarità e preziosità del volume si riscontra anche nel prezzo di vendita che la libreria antiquaria stabilisce in 12.000 euro. Troppe per le magra finanze del Centro di documentazione Teilhard de Chardin sul futuro dell’Uomo.
Giovanni Fois
PS . cliccate sulla foto per vederla tutta intera.
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" La verità non è asltro che las coerenza totale dell'Universo in rapporto ad ogni suo punto. Perchè dovremmo mai avere in sospetto o sottovalutare tale coerenza, per il solo fatto che siamo noi stessi gli osservatori? Si continua ad opporre una certa illusione antropocentrica a una certa realtà obiettiva. E' una distinzione illusoria. La verità dell'Uomo è la verità dell'Universo per l'Uomo, cioè sempliceemente, la Verità "
"...Si potrebbe dire che oggi, come ai tempi di Galileo, ciò che più occorre per percepire la Convergenza dell'Universo, non è tanto la scoperta di fatti nuovi (ne siamo accerchiati, da restarne accecati) quanto un modo nuovo di guardare e accettare i fatti.
Un nuovo modo di vedere, connesso con un nuovo modo di agire: ecco ciò di cui abbiamo bisogno... Dobbiamo prendere posizione e metterci all'opera, presto-subito " (La Convergence de l'Univers,23 luglio 1951)
" ...Sento, come chiunque altro, quanto sia grave per l'Umanità il momento che stiamo attraversando... E tuttavia un istinto, che si è sviluppato al contatto con il grande Passato della Vita, mi dice che la salvezza per noi è nella direzione stessa del pericolo che ci spaventa tanto... Come viaggiatori presi nel flusso di una corrente, vorremmo tornare indietro. Manovra impossibile e fatale. La nostra salvezza è più in là, oltre le rapide. Nessun ripiegamento. Ma una mano sicura al timone, e una buona bussola..." ( Esquisse d'un Universe personnel, 4 maggio 1936)
Di colui che pronuncerà queste parole nell'Aeropago, ci si burlerà come d'un sognatore e lo si condannerà. "Il senso comune lo vede, e la scienza lo verifica: nulla si muove", dirà un primo Saggio. "La filosofia lo decide: nulla può muoversi", dirà un secondo Saggio. "La religione lo proibisce: nulla si muova", dirà un terzo Saggio. Trascurando questo triplice verdetto, "colui che ha visto" lascerà la piazza pubblica, e tornerà nel seno della Natura ferma e profonda. Là, immergendo lo sguardo nell'immensa ramificazione che lo sorregge e i cui rami si perdono molto lontano al di sotto di lui, in mezzo all'oscuro Passato, egli colmerà ancora una volta la sua anima della contemplazione e del sentimento d'un moto unanime e ostinato, inscritto nella successione degli strati morti e nella distribuzione attuale di tutti i viventi. -Volgendo allora lo sguardo al di sopra di lui, verso gli spazi preparati per le nuove creazioni, egli si consacreà corpo e ed anima, con fede rinsaldata, a un Progresso che trascina e spazza via persino coloro che non ne vogliono sapere. E, con tutto il suo essre fremente di ardonre religioso, lascerà salire alle proprie labbra, verso il Cristo già risorto ma ancora imprevedibilmente grande, questa invocazione, sommo omaggio di fede e d'adorazione: "Deo ignoto" [Al Dio ignoto] (L'avenir de l'homme, note sur le Progrès, 10 agosto 1920, Le Seuil, pp. 35-37)
" Adesso che, attraverso tutte le vie dell'esperienza, l'Universo comincia a crescere fantasticamente ai nostri occhi è ceramente giunta l'ora per il Cristianesimo di destarsi ad una consapevolezza precisa di ciò che il dogma dell'Universalità di Cristo, trasposto in quelle nuove dimensioni, suscita di speranze pur sollevando al tempo stesso certe difficoltà.
Speranze, certo, poichè, se il Mondo diventa così formidabilemte vasto e potente, vuol dire che il Cristo è ancor ben più grande di quanto noi pensassimo.
Ma le difficoltà, poichè, alla fin fine, come concepire che il Cristo s'"immensifichi" secondo le esigenze del nostro nuovo Spazio-Tempo senza simultaneamente, perdere la sua personalità adorabile e, in qualche modo, volatilizzarsi?
Ed è qui che risplende la stupenda e liberatrice armonia tra una religione di tipo cristico e un'Evoluzione di tipo convergente (Le Cristique, 1955)
" Nel Cuore della Materia.
Un Cuore del Mondo,
Il Cuore d' un Dio"
(da Le Coeur de laMatiere, 30 ottobre 1950)