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Post N° 75

Post n°75 pubblicato il 12 Settembre 2008 da bioantroponoosfera
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Ancora una volta una visita fruttuosa alla bancarella di libri usati.  Ho preso tra le mani un libro di Georg Popp: I grandi della fede- I personaggi che hanno segnato il cammino dell’umanità, edito dalla Piemme nel 1992. Alle pagine 235-242 ho trovato il capitolo dedicato a Teilhard de Chardin che vi ripropongo.

 

 

TEILHARD DE CHARDIN

L’uomo di fede di fronte alla scienza

 

 

Con grandi sforzi due uomini e una donna si aprivano  una strada attraverso la giungla, dove la natura era perfettamente intatta; avanzavano faticosamente, camminando lungo un corso d’acqua che attraversava quella zona selvaggia dell’India.  Il sudore imperlava la loro fronte, ma Teilhard, uno dei tre, non per questo si arrestava; gli altri due erano il suo amico Helmut de Terra e sua moglie Rhoda.  Erano tutti e tre paleontologi e studiavano la preistoria.

Anche in quel momento erano in cammino verso caverne che un tempo erano abitate dall’uomo.  Teilhard aveva il desiderio irrefrenabile di scoprire la vera origine della storia umana; per raggiungere questo obiettivo era pronto a superare qualunque ostacolo.  Pochi anni prima, nel 1930, aveva fatto parte della spedizione che aveva scoperto l’Uomo di Pechino, un antenato molto remoto della nostra specie.  I più famosi studiosi di preistoria avevano sempre gradito molto la partecipazione di Teilhard ai loro viaggi di ricerca. Stimavano la sua disponibilità e quella mancanza di pretese personali, che gli era propria in quanto membro di un ordine religioso: era infatti un gesuita.  Apprezzavano inoltre il suo zelo scientifico e la sua costanza, doti che vangono solitamente riconosciute ai sacerdoti della Compagnia di Gesù.

Helmut de Terra ammirava quest’uomo che con i suoi cinquantaquattro anni era ancora così pieno di energie e dedicava tutta la sua vita a Dio e alla scienza.  Infatti in quanto appartenente ad un ordine religioso non aveva né famiglia né  proprietà ed era perciò libero di dedicarsi completamente ai fini che si era prefissi.  Per raggiungerli sembrava dimenticare tutto, per esempio, in qual momento  il fatto che si sarebbe potuto fare finalmente una pausa.

“Pierre, -  gli gridò Helmut – non possiamo riposarci un po’? Anche Rhoda  è piuttosto stanca”.  Teilhard vi voltò, si asciugò la fronte e disse ridendo:” Si, ha ragione, e siamo anche perfettamente in orario”.  Si mise a sedere su un sasso coperto di muschio.  Con i suoi pantaloni color caki, ormai sporchi,non sembrava davvero un sacerdote.  Tuttavia chi lo conosceva più da vicino avvertiva che era costantemente unito a Dio nella preghiera.  Anche la sua passione per la scienza e la ricerca della verità derivavano evidentemente da questo amore per Dio.

“Mi dica un po’ – prese a dire Rhoda de Terra in tono interrogativo – come riesce a conciliare due realtà così diverse?  Lei è un sacerdote cattolico convinto, un gesuita e nello stesso tempo è un ricercatore di livello mondiale.  Negli ultimi ottant’anni a partire da Darwin la scienza si è andata progressivamente allontanando dalla Chiesa, e la Chiesa si è comportata allo stesso modo!  Lei, in quanto scienziato di indiscussa serietà, come può credere ancora alla Bibbia e ai racconti di Adamo ed Eva..?”

Teilhard si mise a ridere, subito però si rifece serio e assunse un’espressione quasi preoccupata “Si, ha ragione. Tutto fa credere che si debba scegliere tra scienza e fede.  La religione e la scienza sembrano contrapporsi senza possibilità di conciliazione.  Da ragazzo non scorgevo in ciò nessun problema.  Mio Padre mi conduceva con sé durante le sue escursioni attraverso i boschi della mia patria francese  Raccoglievamo pietre e stavamo ad ascoltare il canto degli uccelli.  Ho sempre amato la natura.  Mia Madre mi insegnò a parlare con Dio…”

“Mas allora Lei era diviso in due!” “No, al contrario! io vedevo la grandezza e l’amore di Dio nella bellezza della natura ed ero affascinato dall’idea che nell’universo nulla avviene per caso.  Chi conosce la natura avverte un profondo senso di protezione e percepisce che essa è “governata” da Qualcuno.

Se Dio non sostenesse l’universo, tutto sarebbe privo di significato e la natura non potrebbe ispirare all’uomo fiducia.

Se riflettiamo sulle origini della vita sulla terra scopriamo che l’evoluzione compie sempre un movimento ascendente: prima c’era la materia inanimata; poi si sviluppa la vita e alla fine venne  l’uomo. cioè un essere vivente animato dallo spirito, una persona.  In termini scientifici questo fenomeno si chiana evoluzione:  il regno animale si suddivide in molte specie, che derivano l’una dall’altra.  Nel complesso si può tuttavia individuare un movimento finalizzato verso l’alto, quasi un asse che porta all’uomo”.

“ La Chiesa però nega la teoria evoluzionistica!” esclamò la signora.  “Io direi piuttosto –riprese  Teilhard  - che la Chiesa non ha ancora perfettamente “digerito” questa teoria; parla però chiaramente di un movimento rivolto verso l’alto.  Sostiene  inoltre che la natura persegue uno scopo e che tutto è orientato ad un fine e tende a Dio,  oppure precipita nel vuoto. L’evoluzione stessa dimostra che esiste un fine ultimo.  La natura non farebbe ad esempio insorgere lo stimolo della sete se non ci fosse l’acqua.  L’uomo dunque  è alla ricerca di un significato dell’esistenza proprio perché esso esiste davvero”.

Su tutto ciò Rhoda de Terra  poteva anche essere d’accordo: se la materia e la vita subiscono un’evoluzione finalizzata verso l’alto, allora questo fine che sta al di sopra del mondo, ovvero Dio, deve esistere.  Poiché però c’era un aspetto che ella continuava a non capire, obiettò: “Tuttavia ciò che la Bibbia afferma della creazione non può essere conciliato con l’evoluzione”.  Teilhard non potè fare a meno di sorridere sotto i baffi; era troppi ad avere questa strana idea.

“E perché non potrebbe essere conciliato? - - rispose – Guardi, la Bibbia non vuole mica insegnare le scienze naturali, questo è compito degli scienziati.  La Sacra Scrittura ci rivela che Dio è l’origine e il fine della nostra vita.  Il mondo e la vita hanno un senso solo se esiste Dio.  Dunque io cerco di vivere insieme con lui: è verso di Lui che voglio orientare la mia vita, esattamente come tutta la natura compie un moto evolutivo verso l’alto.  Per questo la Bibbia rivela che Dio è all’origine di tutto l’universo che ha creato; poi racconta anche che un tempo gli uomini hanno cercato di vivere uniti a Lui, come fecero Abramo, Mosè ed altri ancora”

 

(segue al prossimo messaggio)

 

 
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RIFLESSIONI TEILHARDIANE

"  La verità non è asltro che las coerenza totale dell'Universo in rapporto ad ogni suo punto.  Perchè dovremmo mai avere in sospetto o sottovalutare tale coerenza, per il solo fatto che siamo noi stessi gli osservatori?  Si continua ad opporre una certa illusione antropocentrica a una certa realtà obiettiva.  E' una distinzione illusoria.  La verità dell'Uomo è la verità dell'Universo per l'Uomo, cioè sempliceemente,  la Verità "   

                                                                                                                                                          

 

" Senza che si possa dire per ora in quali termini esatti, ma senza che vanga perduto un solo frammento del dato, sia rivelato che definitivamente dimostrato, sul problema scottante delle origini umane, l'accordo si farà senza sforzo, a poco a poco, tra la Scienza e il Dogma.  Intanto, evitiamo di respingere anche il minimo raggio di luce, sia da una parte che dall'altra.  La fede ha bisogno di tutta la verità". (da Les Hommes fossiles, marzo 1921) 
 
" Inventariare tutto, provare tutto, capire tutto. Ciò che è in alto, più lontano di quanto è respirabile, e  ciò che è in basso, più profondo della luce.  Ciò che si perde nelle distanze siderali, e ciò che si dissimula sotto gli elementi... Il sole si alza in avanti... Il Passato è una cosa superata...  La sola scoperta degna dei nostri sforzi è come costruire l'Avvenire". (La découverte du passé, 5 settembre 1935)
 

"...Si potrebbe dire che oggi, come ai tempi di Galileo, ciò che più occorre per percepire la Convergenza dell'Universo, non è tanto la scoperta di fatti nuovi (ne siamo accerchiati, da restarne accecati) quanto un modo nuovo di guardare e accettare i fatti.

Un nuovo modo di vedere, connesso con un nuovo modo di agire: ecco ciò di cui abbiamo bisogno...  Dobbiamo prendere posizione e metterci all'opera, presto-subito " (La Convergence de l'Univers,23 luglio 1951)

 
"  Chiniamoci dunque con rispetto sotto il soffio che gonfia i nostri cuori per le ansie e le gioie di "tutto tentare e di tutto trovare".  L'onda  che sentiamo passare non si è formata in noi stessi.  Essa giunge a noi da molto lontano, partita contemporaneamente alla luce delle prime stelle.  Essa ci raggiunge dopo aver creato tutto lungo il suo cammino.  Lo spirito di ricerca e di conquista è l'anima permanente dell'Evoluzione" (Il Fenomeno Umano 1940)
 

" ...Sento, come chiunque altro, quanto sia grave per l'Umanità il momento che stiamo attraversando...  E tuttavia un istinto, che si è sviluppato al contatto con il grande Passato della Vita, mi dice che la salvezza per noi è nella direzione stessa del pericolo che ci spaventa tanto...  Come viaggiatori presi nel flusso di una corrente, vorremmo tornare indietro.  Manovra impossibile e fatale.  La nostra salvezza è più in là, oltre le rapide.  Nessun ripiegamento. Ma una mano sicura al timone, e una buona bussola..." ( Esquisse d'un Universe personnel, 4 maggio 1936) 

 
" L'Energia diventa Presenza...  Sembrerebbe che un solo  raggio di una tale luce, cadendo come una scintilla in qualsiasi punto della Noosfera, dovesse provocare un'esplosione abbastanza forte da incendiare e rinnovare quasi di colpo la faccia della Terra. Allora, come è possibile che, guardando attorno a me, è ancora tutto inebriato di ciò che mi è apparso, io mi trovi pressochè solo della mia specie?  Solo ad aver "visto"?...  Incapace, quindi, quando me lo si chiede, di citare un solo autore, un solo testo, in cui si riconosca, chiaramente espressa, la meravigliosa "Diafania" che, per il mio sguardo, ha trasfigurato tutto ?"  (Le Christique, marzo 1955) 
 
....IN QUESTA APERTURA VERSO QUALCHE COSA CHE SFUGGE ALLA MORTE TOTALE, L'EVOLUZIONE E' LA MANO DI DIO CHE CI RICONDUCE A  LUI . ( La Biologie, poussee à fond,peut-elle nous  conduire à èmerger dans le transcendant?  Maggio 1951)
 

Di colui che pronuncerà queste parole nell'Aeropago, ci si burlerà come d'un sognatore e lo si condannerà. "Il senso comune lo vede, e la scienza lo verifica: nulla si muove", dirà un primo Saggio. "La filosofia lo decide: nulla può muoversi", dirà un secondo Saggio.  "La religione lo proibisce: nulla si muova", dirà un terzo Saggio. Trascurando questo triplice verdetto, "colui che ha visto" lascerà la piazza pubblica, e tornerà nel seno della Natura ferma e profonda. Là, immergendo lo sguardo nell'immensa ramificazione che lo sorregge e i cui rami si perdono molto lontano al di sotto di lui, in mezzo all'oscuro Passato, egli colmerà ancora una volta la sua anima della contemplazione e del sentimento d'un moto unanime e ostinato, inscritto nella successione degli strati morti e nella distribuzione attuale di tutti i viventi. -Volgendo allora lo sguardo al di sopra di lui, verso gli spazi preparati per le nuove creazioni, egli si consacreà corpo e ed anima, con fede rinsaldata, a un Progresso che trascina e spazza via persino coloro che non ne vogliono sapere. E, con tutto il suo essre fremente di ardonre religioso, lascerà salire alle proprie labbra, verso il Cristo già risorto ma ancora imprevedibilmente grande, questa invocazione, sommo omaggio di fede e d'adorazione: "Deo ignoto" [Al Dio ignoto] (L'avenir de l'homme, note sur le Progrès, 10 agosto 1920, Le Seuil, pp. 35-37)

 

" Adesso che, attraverso tutte le vie dell'esperienza, l'Universo comincia a crescere fantasticamente ai nostri occhi è ceramente giunta l'ora per il Cristianesimo di destarsi ad una consapevolezza precisa di ciò che il dogma dell'Universalità di Cristo, trasposto in quelle nuove dimensioni, suscita di speranze pur sollevando al tempo stesso certe difficoltà.

Speranze, certo, poichè, se il Mondo diventa così formidabilemte vasto e potente, vuol dire che il Cristo è ancor ben più grande di quanto noi pensassimo.

Ma le difficoltà, poichè, alla fin fine, come concepire che il Cristo s'"immensifichi" secondo le esigenze del nostro nuovo Spazio-Tempo senza simultaneamente, perdere la sua personalità adorabile e, in qualche modo, volatilizzarsi?

Ed è qui che risplende la stupenda e liberatrice armonia tra una religione di tipo cristico e un'Evoluzione di tipo convergente (Le Cristique, 1955)

 

" Nel Cuore della Materia.

   Un Cuore del  Mondo,

    Il Cuore d' un Dio"

        (da Le  Coeur de laMatiere, 30 ottobre 1950)

 
" Nella peggiore delle ipotesi, se ogni possibilità futura di parlare e di scrivere si chiudesse davanti a me, mi rimarrebbe, con l'aiuto di Gesù, quella di compiere questo gesto, affermazione e somma testimonianza della mia fede: scomparire,m inabissarmi in uno spirito di Suprema Comunione con le forze  cristiche  dell'Evoluzione  (da Note di esercizi spirituali, 22 ottobre 1945) 
 
 
 

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