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GIROVAGANDO PER IL WEB

Post n°190 pubblicato il 13 Giugno 2009 da bioantroponoosfera
Foto di bioantroponoosfera

Nel sito “Amore coniugale” fondato dal dr: Gabriele Bonomi e dedicato all’amore cristiano tra i coniugi, abbiamo ritrovato un discorso che Padre Teilhard de Chardin dedicò a due suoi amici carissimi in occasione del loro matrimonio.

Il discorso che Teilhard fa è una chiara espressione della sua visione del mondo e ne vuole fare partecipi i suoi diletti amici.

 

 

Ecco i“In questo istante in cui, in questa chiesa, stanno per unirsi le vostre due vite, non trovo niente di più adatto e di più prezioso da offrirvi che un elogio della Unità.

Unità: espressione astratta, forse, di cui si compiacciono i filosofi, ma qualità ben concreta, soprattutto, a cui tutti noi sogniamo di ricondurre le nostre opere e il mondo attorno a noi.

Al di sopra della dispersione apparente degli elementi materiali, dei capricciosi movimenti della natura, della irregolarità dei colori e dei suoni, della indisciplina e delle fluttuazioni delle nostre aspirazioni e dei nostri pensieri, che cosa cerchiamo infatti, con i nostri atti migliori, se non di far regnare sempre un po’ più di unità?

Scienza, arte, politica, morale, pensiero, mistica: forme diverse di uno stesso sforzo di armonizzazione in cui si esprime, attraverso le nostre operazioni umane, il destino e l’essenza dell’universo.

 Felicità, potere, ricchezza, sapienza, santità: sinonimi di una vittoria sulla molteplicità.

Nel fondo di ogni essere la creazione desidera un Principio che organizzerà un giorno i suoi tesori dispersi.

Dio è unità.

Ora, con quale gesto perseguire e raggiungere questa divina Unità?

Sarà forse erigendo, ciascuno nel cuore del suo piccolo mondo, un centro esclusivo di dominio e di godimento?

La nostra felicità consiste forse nel ricondurre tutto a noi stessi?

Potremmo essere felici alla condizione di divenire noi stessi, ciascuno per sé, il nostro piccolo Dio?

La vostra duplice presenza in questo luogo prova quanto sia lontana da voi questa  egoistica illusione.

Voi avete compreso che in ciascuno di noi l’essere non ha il suo polo definitivo, ma rappresenta una parte destinata a sintesi più alte.

Non l’unità di isolamento, ci dice il vostro esempio, ma l’unità di unione.

Voi avete scelto l’unità di unione e avete scelto bene.

Ma come precisamente potrà raggiungere la sua perfezione in voi due questa unità superiore promessa agli elementi che si susseguono in seno a un principio comune che li riunisce?

Come potrete essere veramente più uno, essendo due?

Non rallentando mai lo sforzo di divenire sempre più voi stessi, mentre vi donate.

L’unione può, a causa della soddisfazione che procura, prendere le apparenze di un punto di arrivo e di un riposo.

In realtà, niente più di essa partecipa della natura incessantemente progressiva della vita.

Per poter integrarsi bisogna che prima gli elementi preparino lungamente in se stessi i valori complementari che si possono associare.

E quando, alla fine, si sono incontrati non possono ancora restare uniti se non spingendosi  sempre più lontano sulla strada della loro perfezione.

La vera unione differenzia nella stessa misura in cui avvicina.

Essa è una incessante scoperta e una continua conquista.

Quale sarà questa storia, mai terminata, della vostra mutua conquista?

Dio solo lo sa, Lui che vi benedirà.

Ma io, in nome di tutta l’esperienza umana, posso assicurarvi che la vostra felicità dipende dallo spazio che darete alle vostre speranze.

Sarete felici, come lo desiderano le nostre preghiere e i nostri auguri, soltanto se le vostre due vite si uniranno e si svilupperanno avventurosamente affacciate verso l’avvenire, nella passione di Uno più grande di voi.”

Padre Pierre Teilhard de Chardin

 

 
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RIFLESSIONI TEILHARDIANE

"  La verità non è asltro che las coerenza totale dell'Universo in rapporto ad ogni suo punto.  Perchè dovremmo mai avere in sospetto o sottovalutare tale coerenza, per il solo fatto che siamo noi stessi gli osservatori?  Si continua ad opporre una certa illusione antropocentrica a una certa realtà obiettiva.  E' una distinzione illusoria.  La verità dell'Uomo è la verità dell'Universo per l'Uomo, cioè sempliceemente,  la Verità "   

                                                                                                                                                          

 

" Senza che si possa dire per ora in quali termini esatti, ma senza che vanga perduto un solo frammento del dato, sia rivelato che definitivamente dimostrato, sul problema scottante delle origini umane, l'accordo si farà senza sforzo, a poco a poco, tra la Scienza e il Dogma.  Intanto, evitiamo di respingere anche il minimo raggio di luce, sia da una parte che dall'altra.  La fede ha bisogno di tutta la verità". (da Les Hommes fossiles, marzo 1921) 
 
" Inventariare tutto, provare tutto, capire tutto. Ciò che è in alto, più lontano di quanto è respirabile, e  ciò che è in basso, più profondo della luce.  Ciò che si perde nelle distanze siderali, e ciò che si dissimula sotto gli elementi... Il sole si alza in avanti... Il Passato è una cosa superata...  La sola scoperta degna dei nostri sforzi è come costruire l'Avvenire". (La découverte du passé, 5 settembre 1935)
 

"...Si potrebbe dire che oggi, come ai tempi di Galileo, ciò che più occorre per percepire la Convergenza dell'Universo, non è tanto la scoperta di fatti nuovi (ne siamo accerchiati, da restarne accecati) quanto un modo nuovo di guardare e accettare i fatti.

Un nuovo modo di vedere, connesso con un nuovo modo di agire: ecco ciò di cui abbiamo bisogno...  Dobbiamo prendere posizione e metterci all'opera, presto-subito " (La Convergence de l'Univers,23 luglio 1951)

 
"  Chiniamoci dunque con rispetto sotto il soffio che gonfia i nostri cuori per le ansie e le gioie di "tutto tentare e di tutto trovare".  L'onda  che sentiamo passare non si è formata in noi stessi.  Essa giunge a noi da molto lontano, partita contemporaneamente alla luce delle prime stelle.  Essa ci raggiunge dopo aver creato tutto lungo il suo cammino.  Lo spirito di ricerca e di conquista è l'anima permanente dell'Evoluzione" (Il Fenomeno Umano 1940)
 

" ...Sento, come chiunque altro, quanto sia grave per l'Umanità il momento che stiamo attraversando...  E tuttavia un istinto, che si è sviluppato al contatto con il grande Passato della Vita, mi dice che la salvezza per noi è nella direzione stessa del pericolo che ci spaventa tanto...  Come viaggiatori presi nel flusso di una corrente, vorremmo tornare indietro.  Manovra impossibile e fatale.  La nostra salvezza è più in là, oltre le rapide.  Nessun ripiegamento. Ma una mano sicura al timone, e una buona bussola..." ( Esquisse d'un Universe personnel, 4 maggio 1936) 

 
" L'Energia diventa Presenza...  Sembrerebbe che un solo  raggio di una tale luce, cadendo come una scintilla in qualsiasi punto della Noosfera, dovesse provocare un'esplosione abbastanza forte da incendiare e rinnovare quasi di colpo la faccia della Terra. Allora, come è possibile che, guardando attorno a me, è ancora tutto inebriato di ciò che mi è apparso, io mi trovi pressochè solo della mia specie?  Solo ad aver "visto"?...  Incapace, quindi, quando me lo si chiede, di citare un solo autore, un solo testo, in cui si riconosca, chiaramente espressa, la meravigliosa "Diafania" che, per il mio sguardo, ha trasfigurato tutto ?"  (Le Christique, marzo 1955) 
 
....IN QUESTA APERTURA VERSO QUALCHE COSA CHE SFUGGE ALLA MORTE TOTALE, L'EVOLUZIONE E' LA MANO DI DIO CHE CI RICONDUCE A  LUI . ( La Biologie, poussee à fond,peut-elle nous  conduire à èmerger dans le transcendant?  Maggio 1951)
 

Di colui che pronuncerà queste parole nell'Aeropago, ci si burlerà come d'un sognatore e lo si condannerà. "Il senso comune lo vede, e la scienza lo verifica: nulla si muove", dirà un primo Saggio. "La filosofia lo decide: nulla può muoversi", dirà un secondo Saggio.  "La religione lo proibisce: nulla si muova", dirà un terzo Saggio. Trascurando questo triplice verdetto, "colui che ha visto" lascerà la piazza pubblica, e tornerà nel seno della Natura ferma e profonda. Là, immergendo lo sguardo nell'immensa ramificazione che lo sorregge e i cui rami si perdono molto lontano al di sotto di lui, in mezzo all'oscuro Passato, egli colmerà ancora una volta la sua anima della contemplazione e del sentimento d'un moto unanime e ostinato, inscritto nella successione degli strati morti e nella distribuzione attuale di tutti i viventi. -Volgendo allora lo sguardo al di sopra di lui, verso gli spazi preparati per le nuove creazioni, egli si consacreà corpo e ed anima, con fede rinsaldata, a un Progresso che trascina e spazza via persino coloro che non ne vogliono sapere. E, con tutto il suo essre fremente di ardonre religioso, lascerà salire alle proprie labbra, verso il Cristo già risorto ma ancora imprevedibilmente grande, questa invocazione, sommo omaggio di fede e d'adorazione: "Deo ignoto" [Al Dio ignoto] (L'avenir de l'homme, note sur le Progrès, 10 agosto 1920, Le Seuil, pp. 35-37)

 

" Adesso che, attraverso tutte le vie dell'esperienza, l'Universo comincia a crescere fantasticamente ai nostri occhi è ceramente giunta l'ora per il Cristianesimo di destarsi ad una consapevolezza precisa di ciò che il dogma dell'Universalità di Cristo, trasposto in quelle nuove dimensioni, suscita di speranze pur sollevando al tempo stesso certe difficoltà.

Speranze, certo, poichè, se il Mondo diventa così formidabilemte vasto e potente, vuol dire che il Cristo è ancor ben più grande di quanto noi pensassimo.

Ma le difficoltà, poichè, alla fin fine, come concepire che il Cristo s'"immensifichi" secondo le esigenze del nostro nuovo Spazio-Tempo senza simultaneamente, perdere la sua personalità adorabile e, in qualche modo, volatilizzarsi?

Ed è qui che risplende la stupenda e liberatrice armonia tra una religione di tipo cristico e un'Evoluzione di tipo convergente (Le Cristique, 1955)

 

" Nel Cuore della Materia.

   Un Cuore del  Mondo,

    Il Cuore d' un Dio"

        (da Le  Coeur de laMatiere, 30 ottobre 1950)

 
" Nella peggiore delle ipotesi, se ogni possibilità futura di parlare e di scrivere si chiudesse davanti a me, mi rimarrebbe, con l'aiuto di Gesù, quella di compiere questo gesto, affermazione e somma testimonianza della mia fede: scomparire,m inabissarmi in uno spirito di Suprema Comunione con le forze  cristiche  dell'Evoluzione  (da Note di esercizi spirituali, 22 ottobre 1945) 
 
 
 

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