« S.Natale 2009Uno scrittore parla di Teilhard »

Eco-theology e Teilhard de Chardin

Post n°232 pubblicato il 19 Gennaio 2010 da bioantroponoosfera
Foto di bioantroponoosfera

Una nuova forma di teologia 

 

I temi dell’ecologia, del futuro della Terra e dell’Umanità stanno diventando sempre più centrali nell’ambito del pensiero religioso cattolico. Studi sempre più approfonditi appaiono nelle librerie e nei dibattiti organizzati per trovare sempre più nuove soluzioni ai problemi dell’ambiente umano e naturale. La presenza selvaggia dell’industria e della tecnologia sta saccheggiando indiscriminatamente le risorse terrestri e sta distruggendo intere popolazioni di animali.La Chiesa cattolica non ha mai, come in questo momento, tenuto in conto questa grave situazione, Ne fa stato l’organizzazione, da qualche anno, di manifestazioni per la salvaguardia del creato.E’ nata,  da qualche anno, ispirata da  padreThomas Berry una corrente di pensiero teologica che ha preso il nome di Eco-theology.Sempre più uomini di pensiero, nell’ambito della Chiesa cattolica hanno cominciato a riflettere seriamente sul futuro dell’Uomo.Eco-theology è una forma di teologia costruttiva che si interroga sulle relazioni tra la religione e la natura, con particolare riferimento alla situazione ambientale e trae i propri presupposti dall’esistenza di una stretta relazione tra la visione spirituale dell’uomo religioso e il degrado dell’ambiente naturale.  Questa nuova teologia esplora le relazioni tra i valori ecologici (la sostenibilità ambientale, la dominazione dell’uomo sulla natura, la ripartizione delle risorse energetiche e alimentari, ecc…) e lo spirito religioso dell’uomoEco-theology ha mosso sia un vasto movimento religioso a sostegno di progetti ambientali che interessano vaste zone del pianeta che la consapevolezza crescente di una vasta crisi ambientale e climatica ed ha spinto  a rivalutare e ad approfondire una riflessione religiosa sul rapporto che lega l’uomo alla natura e alla Terra.

Scriveva Pierre Teilhard de Chardin nel 1933:

«In passato il cristiano veniva cresciuto nell'impressione che per raggiungere Dio occorreva lasciare tutto. Oggi scopre che non può salvarsi se non attraverso l'Universo e nel prolungamento dell'Universo.

In passato, adorare era preferire Dio alle cose. Ora adorare diventa dedicarsi corpo e anima all'atto creatore, associandosi a lui per portare il Mondo a compimento per mezzo della fatica e della ricerca.

Amare il prossimo un tempo era principalmente astenersi dal fargli torto e medicare le sue ferite. La carità, senza cessare di essere compassionevole, si consumerà ormai nella vita dedicata al progresso comune.

Sembrava che esistessero solo due attitudini possibili per l'uomo: amare il Cielo o amare la Terra. Ecco che si scopre una terza via: andare verso il Cielo attraverso la Terra.  Esiste una vera Comunione con Dio per mezzo del Mondo.

Un tale Cristianesimo è realmente evangelico ... e non ha più quell' odore di oppio che ci si rimprovera così aspramente (e con un certo diritto) di versare ai popoli. Si presenta come l'animatore dell'azione umana, alla quale apporta l'ideale preciso di una figura divina, nella quale si concentrano e si salvano le preziose essenze dell'universo»

Pierre teilhard de Chardin, Comment je crois, Paris 1969, pp 110-112 (questo scritto è del 1933)

Questa riflessione teologica teilhardiana affonda le sue radici nella tradizione religiosa riscoperta oggi, dalla Chiesa cattolica, nell’etica e nella cosmologia nell’ambito del rapporto con la natura.

Questa breve citazione ci fa scoprire come il nuovo pensiero eco-teologico, nell’ambito della Chiesa cattolica, trovi in Pierre Teilhard de Chardin s.j. il suo più pregevole ispiratore e di cui il citato padre Thomas Berry è stato il più fervente continuatoreA parte le opere più conosciute di Teilhard, sacerdote e scienziato, dovremmo  rileggere l’opera che , nel mondo cattolico e cristiano, sta influenzando in modo concreto l’eco-teologia : parlo del pregevole scritto “ IL POSTO DELL’UOMO NELLA NATURA- Il Gruppo zoologico  umano” in cui Teilhard approfondisce l’aspetto profondo che l’Uomo ha nel quadro della Natura e il valore che vi rappresenta.Scrive ancora Teilhard:  L’umano deve essere considerato legittimamente come il prolungamento e il coronamento del vivente. Abbiamo scoperto, dice ancora Teilhard, con emozione che se l’Uomo non è più, come si poteva pensare una volta, il centro immobile di un  Mondo già perfetto; in compenso egli tende ormai a rappresentare, per la nostra esperienza, la freccia stessa di un Universo simultaneamente in corso di “complessificazione” materiale e di interiorizzazione pscichica sempre più accelerata.Una visione  il cui contraccolpo sulla nostra mente dovrebbe essere abbastanza forte per esaltare o addirittura trasformare la nostra filosofia dell’esistenza” ( TdC: Il Posto dell’Uomo nella Natura-Il Gruppo zoologico umano – Il saggiatore 1976)E questo un testo di difficile reperibilità che, in questo momento in cui la Chiesa cattolica scopre la sua vocazione ecologica, sarebbe opportuno che qualche editrice ne promuovesse la ristampa, essendo, quella de Il Saggiatore, esaurita da tempo.

  Giovanni Fois

Centro di Documentazione Teilhard de Chardin sul futuro dell’Uomo

Roma

 

  

  

 

  

 

  

  

 

  

  

  

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
Vai alla Home Page del blog
 
 

Archivio messaggi

 
 << Giugno 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
          1 2
3 4 5 6 7 8 9
10 11 12 13 14 15 16
17 18 19 20 21 22 23
24 25 26 27 28 29 30
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 
Citazioni nei Blog Amici: 4
 

Ultime visite al Blog

nosdgl10pinmurafilippotassiamelita3bmgiulia46argentoRmdglOzmago01gerusdueporcellinevitocapanoenzozinifiltrostophermesvskipper470vaccarosambuca
 

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

RIFLESSIONI TEILHARDIANE

"  La verità non è asltro che las coerenza totale dell'Universo in rapporto ad ogni suo punto.  Perchè dovremmo mai avere in sospetto o sottovalutare tale coerenza, per il solo fatto che siamo noi stessi gli osservatori?  Si continua ad opporre una certa illusione antropocentrica a una certa realtà obiettiva.  E' una distinzione illusoria.  La verità dell'Uomo è la verità dell'Universo per l'Uomo, cioè sempliceemente,  la Verità "   

                                                                                                                                                          

 

" Senza che si possa dire per ora in quali termini esatti, ma senza che vanga perduto un solo frammento del dato, sia rivelato che definitivamente dimostrato, sul problema scottante delle origini umane, l'accordo si farà senza sforzo, a poco a poco, tra la Scienza e il Dogma.  Intanto, evitiamo di respingere anche il minimo raggio di luce, sia da una parte che dall'altra.  La fede ha bisogno di tutta la verità". (da Les Hommes fossiles, marzo 1921) 
 
" Inventariare tutto, provare tutto, capire tutto. Ciò che è in alto, più lontano di quanto è respirabile, e  ciò che è in basso, più profondo della luce.  Ciò che si perde nelle distanze siderali, e ciò che si dissimula sotto gli elementi... Il sole si alza in avanti... Il Passato è una cosa superata...  La sola scoperta degna dei nostri sforzi è come costruire l'Avvenire". (La découverte du passé, 5 settembre 1935)
 

"...Si potrebbe dire che oggi, come ai tempi di Galileo, ciò che più occorre per percepire la Convergenza dell'Universo, non è tanto la scoperta di fatti nuovi (ne siamo accerchiati, da restarne accecati) quanto un modo nuovo di guardare e accettare i fatti.

Un nuovo modo di vedere, connesso con un nuovo modo di agire: ecco ciò di cui abbiamo bisogno...  Dobbiamo prendere posizione e metterci all'opera, presto-subito " (La Convergence de l'Univers,23 luglio 1951)

 
"  Chiniamoci dunque con rispetto sotto il soffio che gonfia i nostri cuori per le ansie e le gioie di "tutto tentare e di tutto trovare".  L'onda  che sentiamo passare non si è formata in noi stessi.  Essa giunge a noi da molto lontano, partita contemporaneamente alla luce delle prime stelle.  Essa ci raggiunge dopo aver creato tutto lungo il suo cammino.  Lo spirito di ricerca e di conquista è l'anima permanente dell'Evoluzione" (Il Fenomeno Umano 1940)
 

" ...Sento, come chiunque altro, quanto sia grave per l'Umanità il momento che stiamo attraversando...  E tuttavia un istinto, che si è sviluppato al contatto con il grande Passato della Vita, mi dice che la salvezza per noi è nella direzione stessa del pericolo che ci spaventa tanto...  Come viaggiatori presi nel flusso di una corrente, vorremmo tornare indietro.  Manovra impossibile e fatale.  La nostra salvezza è più in là, oltre le rapide.  Nessun ripiegamento. Ma una mano sicura al timone, e una buona bussola..." ( Esquisse d'un Universe personnel, 4 maggio 1936) 

 
" L'Energia diventa Presenza...  Sembrerebbe che un solo  raggio di una tale luce, cadendo come una scintilla in qualsiasi punto della Noosfera, dovesse provocare un'esplosione abbastanza forte da incendiare e rinnovare quasi di colpo la faccia della Terra. Allora, come è possibile che, guardando attorno a me, è ancora tutto inebriato di ciò che mi è apparso, io mi trovi pressochè solo della mia specie?  Solo ad aver "visto"?...  Incapace, quindi, quando me lo si chiede, di citare un solo autore, un solo testo, in cui si riconosca, chiaramente espressa, la meravigliosa "Diafania" che, per il mio sguardo, ha trasfigurato tutto ?"  (Le Christique, marzo 1955) 
 
....IN QUESTA APERTURA VERSO QUALCHE COSA CHE SFUGGE ALLA MORTE TOTALE, L'EVOLUZIONE E' LA MANO DI DIO CHE CI RICONDUCE A  LUI . ( La Biologie, poussee à fond,peut-elle nous  conduire à èmerger dans le transcendant?  Maggio 1951)
 

Di colui che pronuncerà queste parole nell'Aeropago, ci si burlerà come d'un sognatore e lo si condannerà. "Il senso comune lo vede, e la scienza lo verifica: nulla si muove", dirà un primo Saggio. "La filosofia lo decide: nulla può muoversi", dirà un secondo Saggio.  "La religione lo proibisce: nulla si muova", dirà un terzo Saggio. Trascurando questo triplice verdetto, "colui che ha visto" lascerà la piazza pubblica, e tornerà nel seno della Natura ferma e profonda. Là, immergendo lo sguardo nell'immensa ramificazione che lo sorregge e i cui rami si perdono molto lontano al di sotto di lui, in mezzo all'oscuro Passato, egli colmerà ancora una volta la sua anima della contemplazione e del sentimento d'un moto unanime e ostinato, inscritto nella successione degli strati morti e nella distribuzione attuale di tutti i viventi. -Volgendo allora lo sguardo al di sopra di lui, verso gli spazi preparati per le nuove creazioni, egli si consacreà corpo e ed anima, con fede rinsaldata, a un Progresso che trascina e spazza via persino coloro che non ne vogliono sapere. E, con tutto il suo essre fremente di ardonre religioso, lascerà salire alle proprie labbra, verso il Cristo già risorto ma ancora imprevedibilmente grande, questa invocazione, sommo omaggio di fede e d'adorazione: "Deo ignoto" [Al Dio ignoto] (L'avenir de l'homme, note sur le Progrès, 10 agosto 1920, Le Seuil, pp. 35-37)

 

" Adesso che, attraverso tutte le vie dell'esperienza, l'Universo comincia a crescere fantasticamente ai nostri occhi è ceramente giunta l'ora per il Cristianesimo di destarsi ad una consapevolezza precisa di ciò che il dogma dell'Universalità di Cristo, trasposto in quelle nuove dimensioni, suscita di speranze pur sollevando al tempo stesso certe difficoltà.

Speranze, certo, poichè, se il Mondo diventa così formidabilemte vasto e potente, vuol dire che il Cristo è ancor ben più grande di quanto noi pensassimo.

Ma le difficoltà, poichè, alla fin fine, come concepire che il Cristo s'"immensifichi" secondo le esigenze del nostro nuovo Spazio-Tempo senza simultaneamente, perdere la sua personalità adorabile e, in qualche modo, volatilizzarsi?

Ed è qui che risplende la stupenda e liberatrice armonia tra una religione di tipo cristico e un'Evoluzione di tipo convergente (Le Cristique, 1955)

 

" Nel Cuore della Materia.

   Un Cuore del  Mondo,

    Il Cuore d' un Dio"

        (da Le  Coeur de laMatiere, 30 ottobre 1950)

 
" Nella peggiore delle ipotesi, se ogni possibilità futura di parlare e di scrivere si chiudesse davanti a me, mi rimarrebbe, con l'aiuto di Gesù, quella di compiere questo gesto, affermazione e somma testimonianza della mia fede: scomparire,m inabissarmi in uno spirito di Suprema Comunione con le forze  cristiche  dell'Evoluzione  (da Note di esercizi spirituali, 22 ottobre 1945) 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963