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Era mio padre...

Post n°15 pubblicato il 04 Marzo 2009 da birba_976
 

 

Il 5 Marzo mio padre avrebbe compiuto 68 anni.

Mio padre se lo è portato via un terribile male il 28 Settembre 2004.

Mio padre mi manca e questa lettera è il mio regalo per lui.

 

 

"Caro papà,

sono passati quattro anni e mezzo dal giorno in cui ci stringemmo le mani per l’ultima volta, e mi manchi, tanto.

Oggi è il tuo compleanno, è uno di quei giorni in cui il vuoto che hai lasciato, se possibile, si fa ancora più grande.

Ormai non ci sono più torte o candeline, tirate d’orecchie o canzoncine, non ci sono più regali; è per questo motivo, papà, che ho deciso di scriverti questa lettera, perché quando una persona se ne va rimangono tante cose in sospeso, tante parole non dette che urlano dentro il cuore e prima o poi devono venire a galla.

Quando ci hai lasciati mi sono sentita smarrita.

Il mio mondo, le mie sicurezze sono crollate. Fino ad allora eri stato sempre presente, mi avevi aiutata, consigliata, sgridata a volte, ma in ogni momento ero certa che in te avrei trovato sostegno, conforto, comprensione.

Non sono stata una figlia perfetta ed a volte credo di averti molto deluso.

Ricordo quando da bambina mi addormentavo nel letto con la mamma, poi tu arrivavi dal lavoro e mi prendevi in braccio per adagiarmi dolcemente nel mio lettino; mi sentivo protetta tra le tue braccia, tu eri il mio eroe.

Ricordo quando tornando dal lavoro al pomeriggio mi portavi il panino con la frittata; era poca cosa, lo so, ma per me era un regalo bellissimo. Quella frittata era la più buona che avessi mai mangiato, perché me l’avevi portata tu, perché l’avevi presa proprio per me.

Ricordo quando da adolescente, una domenica pomeriggio mi chiamasti vicino a te per fare le coccole. Ricordo che dissi di no. Volevo dimostrarti che ero cresciuta, che potevo prendere le decisioni sulla mia vita da sola. Da quel giorno qualcosa cambiò, tu mi lasciasti fare ed io forse sbagliai. Da quel giorno non ci furono più teneri abbracci e carezze, volevo essere adulta e da tale cominciasti a trattarmi.

Solo ora, a distanza di anni, capisco quanto fu sbagliato il mio gesto e se tu ora fossi qui mi butterei tra le tue braccia proprio come quando ero bambina e ti vedevo tornare a casa.

Ricordo i tuoi pianti al mio matrimonio e la sera in cui nacque Alice. Abbracciasti tutti quelli che transitarono nel corridoio del reparto maternità in preda ad un’euforia paragonabile solo a quella di un bambino che per la prima volta in vita sua riceve il regalo più bello e desiderato.

Hai adorato mia figlia tanto quanto hai adorato me, ed il mio più grande rimpianto è che a lei di tutto quest’amore siano rimaste soltanto alcune fotografie ed un ricordo molto sbiadito.

Mi si stringe il cuore al pensiero che tu non abbia mai potuto conoscere il mio secondo figlio, che ha il tuo nome, perché credo che in un certo senso sia arrivato per colmare il vuoto enorme che avevi lasciato dietro di te.

Ti assomigliano, sai, i miei bimbi. A volte scorgo nel volto di Alice il tuo modo di sorridere con gli occhi, vedo in Giancarlo il tuo gusto per la battuta, ed anche quella testardaggine che ha fatto di te un uomo di successo in tutte le tue imprese, e sono state tante.

Mi manchi, soprattutto ora che avrei tanto bisogno di averti al mio fianco.

Sono sicura che mi avresti detto di non preoccuparmi, che per tutto c’è una soluzione e che Dio vede e provvede. Mi saresti stato vicino e mi avresti dato la forza che a volte temo mi verrà a mancare.

Ti ringrazio per avermi resa una donna forte ed indipendente, nonostante le mie fragilità ed i miei difetti. Ti ringrazio per avermi resa una persona libera dai pregiudizi e dall’ipocrisia.

A volte, quando chiudo gli occhi e penso a te, vedo il tuo volto sbiadito, come un ricordo lontano.

La sofferenza iniziale si è placata e si è trasformata in una sorta di dolce malinconia per quello che è stato. Ho capito che posso vivere senza di te proprio grazie a te.

A volte questo mi spaventa. Se soffro meno vuol dire che ti amo di meno?

No, mai. Ti voglio bene papà, anche se per uno stupido senso di pudore non sono riuscita a dirtelo neppure in punto di morte.

TI VOGLIO BENE, ed ora lo grido al mondo intero.

Buon compleanno papà, buon compleanno a te che sarai sempre parte di me.

Francesca"

 

 
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