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Profumi francesi

Post n°43 pubblicato il 19 Settembre 2009 da garfield007

Pare che stia arrivando la primavera e lo si riconosce dai profumi e dagli odori. Tornando a casa, qualche sera fa, dopo la preziosa "scoperta" del cinema di Marguerite Duras alla Melbourne Cinematheque (che ora frequento ogni mercoledì a dispetto dell'accumulo un enorme debito di sonno il giorno dopo), ho sentito un'aroma intenso e piacevolissimo di qualche pianta. L'altro giorno mentre lavoravo all'odore di pioggia si era mescolato un profumo di cibo e di fiori che veniva dalla strada.

Domenica scorsa ho passato una delle migliori giornate da quando sono qui. Con la mia amica svizzera, suo marito e un'altra ragazza australiana. Abbiamo pranzato assieme e poi nel pomeriggio siamo andati a vedere un'edizione restaurata di "Ladri di biciclette" che loro non avevano mai visto. Visto lontano dall'Italia fa uno strano effetto, e il finale risulta ancora più commovente. Tra una cosa e l'altra abbiamo dovuto ammazzare il tempo prima che cominciasse il film, ed è stato un pomeriggio alla "Seinfeld" parlando di cose assurde, discutendo di nulla, cosa di cui sono praticamente un maestro riconosciuto: dal sacco contenitivo degli escrementi per cavalli, ai dispositivi per asciugarsi le mani, e il gelato alla vaniglia. L'ultimo argomento è stato ispirato dal fatto che la commessa, quando siamo andati a prendere un gelato, mi ha detto che il gelato alla vaniglia in coppetta era "boring", e, offeso e fiero, ho avuto una piccola discussione dicendo che allora evidentemente io ero noioso. E' dovuta intervenire anche la padrona del bar, ridendo, e sostenendo che la ragazza non intendeva dire quello. Troppo tardi, madam. Lontani da lei, ai botanic gardens, abbiamo ricamato sopra l'affair gelato alla vaniglia per mezz'ora.

Una cosa che non capisco, qui, è come trattano i clienti in alcuni posti. L'altra sera sono andato a mangiare presto, verso le sei, in un piccolo bar-ristorante che chiudeva alle sei e mezza. Le sedie erano già rovesciate sopra i tavoli e ho mangiato con l'odore di detersivo perché la cameriera stava pulendo attorno al mio tavolo. Capisco cominciare a chiudere cinque minuti prima, ma sbaraccare tutto mezz'ora prima è un po' esagerato. E non è la prima volta che mi capita di vederlo, nei bar o nei negozi. Poi parlano dei dipendenti statali in Italia.

Per il resto questo è uno dei pochi momenti da salvare di un periodo altrimenti di naufragio. Anche perché la mia esperienza qui si è praticamente esaurita. Sto odiando il lavoro. Otto ore a fare sempre le stesse cose. Mi sento considerato pochissimo. Odio anche l'atteggiamento dei colleghi. Molto friendly all'apparenza, ma insopportabile - almeno ora, per me. Sento di essere sempre in imbarazzo, considerato l'italiano sfigato che sta qui per un po', e quindi indegno di qualunque responsabilità. Mi pare di fare sempre figure da schifo. La mia vita sociale lì dentro è ormai limitata al fatto di fare meno figure di merda possibile. Ieri hanno organizzato un barbeque (che luogo comune per gli australiani) nel parcheggio. In cinque minuti ho fatto tre figure di merda, ma piccole, quindi me ne sono andato soddisfatto per farne una più grossa poco dopo. Sono assolutamente stufo.

Ieri una mia amica è partita per l'Europa e difficilmente ci rivedremo. Ci siamo salutati con un sms. Ieri era anche il compleanno di Hitomi, la nostra coinquilina giapponese che tra l'altro si è trasferita altrove da poco (ha conosciuto mister right, un tizio con le orecchie grosse, ma un bravo ragazzo). Ha organizzato da noi un dinner party. Così io e Miro siamo andati a comprare un regalo nel pomeriggio. Dalla descrizione di Miro fatta nell'ultimo post dovreste aver capito il personaggio. Mi aspettavo quindi proponesse qualcosa di molto alla mano. Invece se ne salta fuori dicendomi che potremmo andare in un posto che vende creme, docciaschiuma e profumi francesi in città. E' lì che di solito acquista regali quando conosce una "new female friend". E ci si rifornisce anche per uso e consumo personale. Infatti ha la member gold card. Sono rimasto stupefatto. Ma com'era possibile? Così ruvido e diretto nella sua camicia denim vecchia di almeno diedi anni, eppure si serve da "Occitane - profumi e fragranze di Provenza". Con la tessera sconto del quindici per cento. Parlando con la commessa messicana conosceva quasi ogni prodotto e fragranza. Ci ha anche provato.

Poi siamo andati a fare la spesa assieme, ognuno per la propria dispensa intendo. E lì l'ho riconosciuto: coi suoi consigli ho risparmiato il quaranta per cento comprando il minimo essenziale. Mentre io pagavo alla cassa con un cinese sovrappeso e serio, l'ho visto alla fila veloce, quella con meno di dodici prodotti, flirtare con una cassiera indiana.

 
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