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Messaggi del 13/05/2005

Messaggio N° 1546 13-05-2005 - 18:11

Il romanzo rosa: Come le palme al sole, quarta puntata

Digiland vi segnala il Forum
"
L'ultimo libro che ho letto..."
per discutere di questo argomento!



Sapeva di essere di pessimo umore, peggio del solito, la sua guida era nervosa e scattante. Parcheggiò proprio di fronte alla casa e mentre estraeva il bagaglio dal baule, vide Boris uscito probabilmente dalla porta secondaria della cucina.
Fu come vedere materializzarsi i propri incubi! Proprio Boris e non era nemmeno arrivato! ‘Bene, inizia proprio al meglio la giornata!’ disse fra sé e sé.
Con la coda dell’occhio guardava i movimenti del russo e ancor più grande divenne il suo astio quando vide Anne-Sophie corrergli dietro. Parlottavano fra di loro, Gustave pensò immediatamente ad uno scambio amoroso infarcito di frasi sdolcinate. O era la gelosia a fargli trarre quelle conclusioni?
Cercò di infischiarsene, chiuse la portiera e si diresse verso la porta d’ingresso, consapevole che i due avevano smesso di parlare e lo stavano osservando.
Stava per aprire la porta che si trovò di fronte il cane del russo che gli si andò ad infilare proprio in mezzo ai piedi. ‘Ecco, ci mancava solo questa!’ rimuginò. ‘Nemmeno padrone di entrare a casa mia!’
Stava tentando strane ed impacciate circonvoluzioni per scavalcare la bestia, quando arrivò Boris di corsa e con un semplice fischio attirò il cane a sé.
«Mi spiace Gustave», il russo sembrava veramente contrito per questo episodio spiacevole.
«Non ti dispiacere Aristov, vattene e basta.»
«Nemmeno per me è un piacere rivederti Gustave.»
«Immagino. Ma sta di fatto che questa è la mia casa e ho tutti i diritti di starci, tu invece sei decisamente fuori zona. Mi stupisco che la nonna non ti abbia ancora impedito l’accesso.»
«Tua nonna è una persona più civile di te.»
«Certo, anche troppo. Più si diventa anziani e più si ha tendenza ad essere compassionevoli e comprensivi. Non è il mio caso Boris. Finché ci sono io qui, non ti voglio vedere e su questo non si discute, chiaro?»
Boris gli fece un ironico inchino, prese il cane per il collare e se ne andò.
«Buona giornata anche a te Gustave.»
«Altrettanto tavarish Boris.»
Il russo gli lanciò un’occhiata in tralice.
Gustave lo osservò allontanarsi, voleva vedere se andava a riferire tutto ad Anne-Sophie, ma così non fu.
‘Se lo racconteranno stasera, i due piccioncini!’ ed ora non ebbe dubbi: la gelosia lo fece diventare rosso fino alla radice dei capelli.
Raccattò la valigia ed entrò sbattendo la porta. Nulla infastidiva Gustave più di un inizio di giornata pessimo e capì dal viso intimorito e nel contempo rassegnato di Yassine, il maggiordomo pachistano che gli era venuto incontro, che anche gli altri avrebbero condiviso il suo pessimo umore.
«Dov’è mia nonna?»
«E’ in città, all’inaugurazione di una piccola mostra sui prodotti artigianali dei pescatori dell’isola, signore.»
«Sempre pesci e pescivendoli! Questo posto sta diventando terrificante! Fra un po’ avremo pesci appesi alle pareti, il caffé al pesce, le pareti tappezzate di ritratti di pesci...»
«Ha fatto buon viaggio signore?», a Gustave non sfuggì il lieve accento ironico della domanda. Yassine era un personaggio strano: zelante, efficiente, puntuale, preciso e ordinatissimo. Il maggiordomo perfetto. Alternava momenti di prostrazione assoluta e deferenza quasi imbarazzante verso il padrone, a momenti di silente ironia. Non sapeva mai come prenderlo.
«Ottimo viaggio caro Yassine, finché si resta nel mondo civile tutto è perfetto, poi si sbarca qui e sembra di piombare nell’isola dei pazzi.»
«E’ senz’altro così signore. Immagini per me che non conosco il mondo civile.»
Gustave non aveva voglia di capire dove volesse arrivare, tagliò corto dirigendosi verso lo studio.
«Le porto la valigia in camera signore?»
«Certo, grazie Yassine. Bevo un cognac e aspetto la nonna nello studio. Yassine, vorrei non essere disturbato, non faccia entrare nessuno, per favore.»
«Certamente signore.»
Gustave aprì la porta e si sprofondò subito in una poltrona. Cominciò a massaggiarsi le tempie per cercare di rilassarsi quando squillò il suo cellulare.
Si era dimenticato di spegnerlo e ora si pentiva amaramente di non averlo fatto.
Lo sfilò dal taschino e vide che era la sua segretaria che lo chiamava. Per un po’ rimase indeciso sul da farsi, poi la ragione ebbe la meglio sul suo mal di testa e rispose.
«Monsieur Gustave?»
«Sì, Annabelle, dica.»
«Scusi se la disturbo, è un po’ che tento di chiamarla, ma la linea era sempre intasata...»
«Sì, probabilmente era occupata da pesci e pescivendoli, è normale qui.»
«Prego?»
«Prosegua Annabelle, era una battuta di pessimo gusto, mi dica.»
«La chiamo per darle una brutta notizia Monsieur. Charles Pastoret, il direttore amministrativo della sede di Lione, è morto stanotte di infarto. Ha chiamato qui il figlio per avvisare ma lei era già in volo.»
«Cosa?! Sta scherzando spero?!»
«No, Monsieur, non la disturberei per uno scherzo mentre è a casa.»
«Ma se abbiamo cenato insieme mercoledì sera, dopo la riunione con tutti gli azionisti!»
«Non so cosa dirle Monsieur, le riferisco solo quello che mi ha comunicato il figlio in lacrime.»
Senza nemmeno accorgersene Gustave chiuse la comunicazione e ripensò all’amico Charles, uno dei fautori del suo successo quando appena laureato era arrivato alla direzione della ditta di famiglia: un pivellino in mezzo agli squali.
Richiamò immediatamente Annabelle.
«Avvisi l’aeroporto di Orly, riparto immediatamente, solo un’ora per rintracciare mia nonna e organizzare il viaggio» e riagganciò.


Leggi la prima parte
Leggi la seconda parte
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Articolo pubblicato da: maryintown, Padrino1979, salote, suede68

Messaggio N° 1545 13-05-2005 - 11:13

Abbronzatura artificiale: la mia esperienza

Certo l'estate è alle porte, ma quanto siamo palliducci. "Che ne dici di farci un po' di lampade?" Bhe... per una come me contrarissima a questo genere di "fanatismo" non è domanda da fare... Eppure ho ceduto alle insistenze di quella "befana" della mia amica... sai che goduria... abbronzata già a maggio... è na mazzata di energia positiva per te stessa no? Eccerto...


Ma le avete mai fatte le lampade voi? Siete mai entrati in quella cabina che chiamano doccia? Prima ti spogli completamente nuda e cospargi il tuo corpo di latte solare, per 10 minuti ti torturi sotto un caldo massacrante, se ti vedessero appesa a quelle maniglie, mi fai tanto ridere, che posizione del piffero...


Morale della favola, i 10 minuti parevano 15 minuti, 30 minuti... ma quando smette? io esco... no resto devo abbronzarmi, ho troppo caldooooo aiuto che caldo, non ce la faccio più non resisto... Finalmente il fatidico suono....


... è finita...


Esco... mi guardo allo specchio... e barcollo, cosa ho fatto? Mi rivesto... il caldo però rimane... cerco di calmarmi, oddio no, sento uno strano ronzio nelle orecchie... chiamo la mia amica...


ODDIO SVENGO... che brutta sensazione, aiutami... sto svenendo, accidenti a te e le lampade. Mi stanno chiamando? Non capisco... cosa sono questi granelli in bocca? È sabbia? No scema è zucchero... ah... che sensazione di fresco... ovvio ti stanno buttando addosso un litro e mezzo di acqua...


Cos'è successo?
"Tranquilla sei solo svenuta". SOLO SVENUTA??????
Vado a casa mezza rincojonita e devo assolutamente fare qualcosa, ok, gatti fuori... e 10 minuti di training autogeno e mi lascio scivolare nel sonno...
È mattina e mi sento tutta indolenzita... mi sento una scimmia, più precisamente di quelle con il sederino rosso... HO LA SCHIENA E LA PANCIA USTIONATE.


Ho detto addio alle lampade... un rapporto tra me e loro già concluso in partenza.
Troppo dolore, troppo tutto!!!


alilulla


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Articolo pubblicato da: alilulla

Messaggio N° 1544 13-05-2005 - 10:42

Alcuni cenni sulla depressione - 2^ parte

Terapia
Il trattamento della d. si basa sulla psicoterapia, sulla psicanalisi e su terapie farmacologiche (che mirano a incrementare la quantità di neuro-trasmettitori utilizzabili dai recettori cerebrali, secondo l'ipotesi che un deficit di queste sostanze sia alla base della depressione).




La depressione è un disturbo sicuramente diffuso tra la popolazione generale e quindi molto ben conosciuto. Sembra, infatti, che ne soffra dal 10% al 15% della popolazione, con una diffusione maggiore tra le donne.
Generalmente chi ne soffre mostra un umore depresso, una marcata tristezza quasi quotidiana e tende a non riuscire più a provare lo stesso piacere nelle attività che provava prima. Le persone che soffrono di depressione, si sentono sempre giù, l’umore ed i pensieri sono sempre negativi. Sembra che presentino un vero e proprio dolore di vivere, che li porta non riuscire a godersi più nulla.
Oltre a questi sintomi primari, normalmente succede che le persone che soffrono di questo disturbo ne presentino altri, quali:


  • un appetito aumentato o diminuito;
  • un aumento o una diminuzione del sonno;
  • spesso un marcato rallentamento motorio o, al contrario, una marcata agitazione;
  • una marcata affaticabilità;
  • una ridotta capacità di concentrarsi;
  • una tendenza molto forte ad incolparsi, a svalutarsi;
  • pensare al suicidio.

Chi soffre di depressione può soffrirne in modo ACUTO (cioè presenta delle fasi di depressione molto acute ed improvvise, che magari tendono a scomparire da sole o con una terapia) oppure soffrirne costantemente, anche se in forma leggera, con alcuni improvvisi momenti di peggioramento. Spesso i parenti spronano chi ne soffre a reagire, a sforzarsi. Questo ovviamente in buona fede, senza rendersi conto che ciò tende a far sentire chi ne soffre ancora più in colpa.
L’atteggiamento migliore da tenere è quello di aiutare gradatamente chi ne soffre a riprendere le proprie attività, assumere un'adeguata terapia farmacologia.


Ansia, depressione, rabbia, colpa, vergogna, sono emozioni che proviamo quotidianamente. Quando le emozioni sono troppo intense o durature rispetto alla situazione nella quale ci troviamo, possiamo considerare l'eventualità di avere un problema emotivo.
Per esempio, se una discussione con qualcuno ci fa star male per alcuni giorni, se piccoli difetti nelle cose che facciamo ci fanno sentire delle nullità, se compiere attività quotidiane, come fare la spesa o parlare con i colleghi di lavoro, genera un'ansia intollerabile, siamo probabilmente di fronte ad un disagio psicologico che può richiedere un intervento professionale.


La Psicologia, fin dagli albori, si è occupata dei problemi emotivi con risultati non sempre entusiasmanti. Soltanto in questi ultimi anni possiamo realmente affermare di possedere una serie di procedure rigorose e scientificamente valutabili (e valutate!) per il loro trattamento. Un più efficace approccio alla gestione dei problemi emotivi coincide con la comparsa e la diffusione, nel mondo della psicologia, del modello cognitivo comportamentale negli anni Sessanta.


Tale modello postula una complessa relazione tra emozioni, pensieri e comportamenti, sottolineando come molti dei nostri problemi (tra i quali quelli emotivi) siano influenzati da ciò che facciamo e ciò che pensiamo nel presente, qui ed ora.


Questo vuol dire che agendo attivamente ed energicamente sui nostri pensieri e sui nostri comportamenti attuali, possiamo liberarci da molti dei problemi che ci affliggono da tempo.


La psicoterapia cognitivo comportamentale (PCC) sta quindi assumendo il ruolo di trattamento psicologico d’elezione per la stragrande maggioranza dei problemi emotivi e comportamentali.


Il Disturbo Depressivo è associato ad una elevata mortalità. Fino al 15% degli individui con un Disturbo Depressivo grave muore per suicidio. Altri disturbi mentali sono frequentemente presenti contemporaneamente al Disturbo Depressivo (per es., Disturbi Correlati a Sostanze, Disturbo di Panico, Disturbo Ossessivo-Compulsivo, Anoressia Nervosa, Bulimia Nervosa, Disturbo Borderline di Personalità). Fino al 20%-25% degli individui con certe condizioni mediche generali (per es., diabete, infarto del miocardio, carcinomi, ictus) svilupperanno il Disturbo Depressivo nel corso della loro condizione medica generale. D'altra parte, il trattamento della condizione medica generale è più complesso, e la prognosi è meno favorevole, se è presente il Disturbo Depressivo.


Il Disturbo Depressivo (Singolo o Ricorrente) è due volte più comune nelle femmine adolescenti e adulte che nei maschi adolescenti e adulti. Nei bambini prepuberi, maschi e femmine sono ugualmente affetti. Le frequenze negli uomini e nelle donne sono più elevate nel gruppo di età dai 25 ai 44 anni mentre le frequenze sono più basse sia per gli uomini che per le donne oltre i 65 anni.


Gli studi sul Disturbo Depressivo hanno riportato una vasta gamma di valori riguardo alla proporzione della popolazione adulta affetta dal disturbo. Il rischio nel corso della vita per il Disturbo Depressivo in campioni di comunità varia dal 10% al 25% per le donne, e dal 5% al 12% per gli uomini. Il tasso di malattia sembra non essere in relazione con l'etnia, l'educazione, il reddito o lo stato coniugale.
Il Disturbo Depressivo può esordire ad ogni età, con un'età media di esordio intorno ai 25 anni. Alcuni hanno episodi isolati seguiti da molti anni senza sintomi, mentre altri hanno gruppi di episodi, e altri ancora hanno episodi sempre più frequenti con l'aumentare dell'età.
Alcuni dati suggeriscono che i periodi di remissione generalmente durano più a lungo all'inizio del decorso del disturbo. Il numero di episodi precedenti predice la probabilità di sviluppare un successivo Episodio Depressivo. Gli Episodi del Disturbo Depressivo spesso seguono un grave evento psicosociale stressante, come la morte di una persona cara o il divorzio. Gli studi suggeriscono che gli eventi psicosociali (eventi stressanti) possono giocare un ruolo più significativo nel precipitare il primo o il secondo episodio del Disturbo Depressivo e avere meno importanza per l'esordio degli episodi successivi.


<<<Leggi la 1^ parte


lucialyssasonoio


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Articolo pubblicato da: lucialyssasonoio

Messaggio N° 1543 13-05-2005 - 10:34

Alcuni cenni sulla depressione - 1^ parte

Depressione: Stato psicopatologico contrassegna-to da abbassamento del tono dell'umore, abbatti-mento, prostrazione fisica e psichica. Un certo grado di malinconia deve essere considerato un normale turbamento dell'umore, ma scade nella d. quando non è più possibile ripristinare un adeguato equilibrio affettivo. Esistono diverse forme di d., in parte differenziabili sulla base delle diverse possibili cause o concause (lesioni organiche, malattie gene-rali concomitanti, substrati biologici come deficit di neuromediatori, fattori genetici e psicodinamici).


Sintomi

Accanto alla tristezza, alla disistima, al disinteresse e alla scarsa capacità di iniziativa, sono spesso presenti nel depresso sentimenti di insicurezza, senso di indegnità, irrequietezza, ansia; quasi costanti l'insonnia (risvegli precoci), la diminuzione del desiderio sessuale, l'affaticabilità; frequenti i disturbi neurovegetativi (mal di testa, vertigini, turbe funzionali cardiovascolari). Spesso, specie nelle forme maggiori, si accompagna a fantasie autolesive che possono sfociare in tentativi di suicidio. Una classificazione delle d. permette di distinguere forme maggiori (d. endogena) e forme minori (d. nevrotiche e reattive). Le prime rientrano nell'ambito delle psicosi e sono caratterizzate da un andamento ad accessi, con episodi depressivi di durata variabile, che possono intercorrere più volte nella vita del paziente: l'angoscia di questi depressi è disperata, incomprensibile e non riconducibile a un evento esistenziale penoso (anche se talvolta esiste un fattore scatenante), sono presenti un senso di dolore e di vuoto interiore ineluttabile, coesistono convinzioni deliranti e autoaccusatorie, rimorso e bisogno di espiazione. Il rischio del suicidio in questi casi è molto elevato. Viceversa, le forme minori sono sempre riconducibili a conflittualità interiori del paziente, ovvero a difficoltà di adattamento a vicissitudini esistenziali: il malessere non raggiunge mai il livello psicotico di vera e propria alienazione, tutto appare ancorato a eventi della vita che rendono i sintomi della d. relativamente comprensibili; prevalgono scontento, irritabilità, lamentosità, pessimismo.


Diagnosi

Alcune condizioni si sono rivelate capaci di scatenare d. con una certa frequenza: il climaterio (probabilmente per una sorta di declino del proprio ruolo socio-familiare o delle proprie capacità di performance), l'età avanzata (almeno in parte per effetto dell'isolamento e della perdita di una finalità esistenziale identificata in un ruolo), la gravidanza o il periodo del puerperio e dell'allattamento (per una duplice componente biologica e psicologica). In tutte le forme gli analisti riconoscono un ruolo determinante alla «perdita», riferita a un vasto numero di oggetti di investimento affettivo (la perdita può dunque essere una separazione, una rottura di legami, una proibizione, ecc.): la psicanalisi sottolinea l'importanza di lutti inconsci infantili o precoci, la cui mancata elaborazione può costituire la premessa della d. adulta clinicamente manifesta.


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Articolo pubblicato da: lucialyssasonoio


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