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Messaggi del 05/06/2005

Messaggio N° 1564 05-06-2005 - 18:00

Il raduno del forum dei libri: resoconto

Digiland vi segnala il Forum
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L'ultimo libro che ho letto..."
per discutere di questo argomento!


Wow, che bello, il raduno di cui si è tanto parlato e fantasticato sembra concretizzarsi, forse riuscirò a conoscere i miei amici del forum dei libri in cui scrivo da molti mesi. Si parla del Salone del Libro di Torino. Passano i giorni e la cosa prende vita. Le prime conferme arrivano da me e dalle utenti torinesi, Lalla e Jenny che organizzeranno tutto l’incontro. Ice age si aggiunge, Maffi62 scopre il forum e chiede se potrà prendere parte al raduno, c’è un’altra torinese, Poison.Dee. Altri utenti storici purtroppo confermano la loro assenza.

Neversayciccio ha una bella idea, aggregare quelli del forum dei film... purtroppo però si iscrivono solo in due, lo stesso never e l’amico istinto_animale. Ci sono altri partecipanti, Cristobalcolon e ladonnacannone. Giorno stabilito: Sabato 7 maggio, ore 11:00. Finalmente arriva il sabato del Salone, io e Jenny abbiamo appuntamento con Lalla alle 10:45 e in ritardo finalmente arriviamo al punto di ritrovo. Vediamo tre persone che ci guardano con aria incerta. Un uomo, una donna e una ragazza. Saranno loro? Anche noi li guardiamo, ma nessuno sembra avere il coraggio di parlare per primo. Squilla il cellulare di Jenny, alzo lo sguardo e vedo che la donna del gruppo sta telefonando, lo faccio notare a Jenny e finalmente ci riconosciamo, via alle presentazioni! La donna è maffi62, l’uomo è Cristobalcolon e la ragazza è ladonnacannone. Piacere Enzo! Che lo dico a fare il nome, tanto per tutto il giorno ci chiameremo con il "nick".

Proposta (mia): "Perché non facciamo colazione?" E gli altri rispondono: "Ma sì, paga il più giovane del gruppo!" Il più giovane? Io naturalmente, ladonnacannone si salva per pochi mesi! Andiamo al bar, vado alla cassa: la cassiera dice una cifra, apro il portafogli, ma sbuca una mano da dietro con 10 euro in mano, è Cristobalcolon, paga lui e io da paraculo: "Ma no, toccava a me!" (e intanto tra me : "bene, 10 euro risparmiati")... Arrivano anche istinto_animale e neversayciccio.

Ci siamo tutti, ice age e poison.dee saranno direttamente al Salone. Arriviamo al Lingotto, possiamo entrare? No, istinto è a corto di contante ed ha bisogno di prelevare. Gli altri vanno verso le biglietterie e noi in cerca di un benedetto postamat. Trovato! Possiamo raggiungere la comitiva. C’è uno in più, sarà ice penso io e infatti lo è (sò un genio aò ). Nuove presentazioni e via, si può entrare nel salone ... caspita, il paradiso dei lettori... sembra di essere in una libreria super-mega-gigantesca. Giriamo svariati stand e ad un certo punto iniziamo ad avere fame, sono già le 14:30, andiamo a mangiare... momento di ristoro, ci sediamo e ne approfittiamo per scattare qualche foto.

Dopo una mezzora di nuovo tra i milioni e milioni di pagine che popolano il Lingotto. Io e istinto ci fermiamo allo stand degli sbirri, no, non ci hanno arrestato, l’amico ha alcune cose da chiedere e ci attardiamo nella conversazione tanto che quando usciamo non troviamo gli altri. Telefoniamo... .vabò , non rispondono, facciamo un giretto tra gli stand, ci richiameranno. Infatti dopo un po’ Jenny telefona dicendomi che sono allo stand dei giochi di società. Li raggiungiamo e li troviamo seduti con Trivial Pursuit aperto sul tavolo. Che ridere, tutti gli altri sono bambini, noi gli unici adulti... che manica di matti. Dopo circa due ore è la coppia Lalla-Never a trionfare. Un’ occhiata agli orologi, possiamo andare in pizzeria al centro di Torino. Nel locale si chiacchiera, una battuta qua, una là e inspiegabilmente si finisce col parlare dei sette nani, niente di strano solo che si arriva a dire che noi siamo i Sette Nani, ed infatti Cucciolo, Pisolo & Company diventano: Maffila, legolo, istintolo, lallala, jennyla, neverlo, icelo... e non eravamo nemmeno ubriachi... ci sarà da preoccuparsi?

Fine della cena, che si fa? Lalla deve rientrare, Cristobalcolon va a ballare, maffi torna all’albergo e io, jenny, istinto, never e ice age optiamo per un pub... avvisiamo anche poison.dee che ci raggiungerà.Grazie all’alcool c’è chi inzia a ridere senza una ragione e lentamente la discussione degenera in barzellette e battute penose.Ormai la serata sta volgendo al termine, è stata davvero una giornata divertente, un bel raduno, bella gente, bel salone, bella pizzeria, bel pub, buona la birra, carina la cameriera ( prima di uscire mi getta uno sguardo equivoco, se torno a Torino vado subito in quel pub)...

Sarebbe bello ripetere l’incontro, evitando però di trasformarsi nei sette nani!!Ringrazio tutti quelli che vi hanno preso parte e in particolare la mia cara amica Jenny03 per la sua ospitalità e per la perfetta organizzazione dell’evento.

legolenz

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Articolo pubblicato da: Legolenz

Messaggio N° 1563 05-06-2005 - 17:48

Pasolini: L'omicidio di un poeta

Digiland vi segnala il Forum
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L'ultimo libro che ho letto..."
per discutere di questo argomento!


Finalmente Pino Pelosi parla! Dopo trent'anni l'assassino più discusso e controverso del paese rivela la sua Verità sull'omicidio che lo vide protagonista della morte del poeta, regista, lucido commentatore della società italiana, Pier Paolo Pasolini. Chiaramente la rivelazione non poteva che avvenire in televisione, medium attraverso il quale ormai le nostre vite prendono forma, senza il quale non esisteremmodavvero, in una trasmissione di Rai 3, che nonostante ai telegiornali avessero preannunciato avrebbe contenuto novità sconvolgenti, è stata incredibilmente mandata in onda alle 23 passate.

Ora conosciamo una Verità, peraltro molto annunciata, che un po' tutti sospettavamo esistesse: non fu il solo Pelosi a mettere fine all'esistenza di Pasolini, lui fu testimone inerme e costretto ad assistere da un gruppetto di facinorosi che presero a sprangate, calci, pugni un uomo solo. Un branco di feroci vigliacchi insomma. Dopo il pestaggio, sotto minaccia della morte del padre e della madre, convinsero Pelosi al silenzio più totale e ad addossarsi interamente l'omicidio per legittima difesa. Ora che i genitori sono morti, Pelosi parla.

Ma veniamo ai fatti per fare chiarezza: la sera del 1° novembre 1975, Pasolini si reca con la sua Alfa 2000 nei pressi della Stazione Termini, a Roma, per cercare uno dei suoi ?ragazzi di vita?, con cui ogni tanto si accompagnava per prestazioni sessuali a pagamento.Trova Pelosi, un diciasettenne dedito alla prostituzione e piccoli reati, pattuiscono il prezzo, vanno a cena ed infine si dirigono verso l'idroscalo di Ostia.

Dopo aver scambiato alcune chiacchiere, hanno un rapporto orale. Terminato ciò, Pelosi scende dalla macchina e si allontana per urinare. La prima versione fu che Pasolini lo seguì e cercò di violentarlo, per cui la reazione smisurata e senza traccia (nelle immagini dell'arresto lo si vede lindo come una mammoletta, quando, viste le foto del cadavere, come minimo avrebbe dovuto presentare un qualche schizzo di sangue sugli abiti) che portò all'omicidio per legittima difesa e alla successiva fuga dal luogo, con immediato arresto per eccesso di velocità.

La versione di oggi, più credibile, è che, sceso dalla macchina Pelosi, l'auto fu circondata da un gruppetto di tre o quattro persone, di cui uno si staccò dal branco per tenerlo fermo e minacciarlo, Pasolini estratto a forza dagli altri e malmenato fino all'incoscienza. La morte fu determinata dal passaggio dell'auto dello stesso Pasolini, guidata da Pelosi terrorizzato, sul corpo steso a terra del poeta. Un caso, un malaugurato incidente. Probabilmente Pasolini sarebbe morto ugualmente, perché aveva una forte emorragia cerebrale in corso, delle lesioni gravissime in tutto il corpo, comunque, per non rimanere nel dubbio, ci fu anche questo passaggio dell'auto che gli fece letteralmente esplodere il cuore per compressione della gabbia toracica. I processi diedero ragione al Pelosi che finì in carcere per nove anni.

Si parlò subito di omicidio politico; di omicidio a sfondo sessuale; di omicidio per intolleranza verso un omosessuale; di omicidio perché Pasolini era una voce forte e scomoda e ci si accontentò di un ragazzino impaurito, senza cercare i mandanti, nonostante gli intellettuali di destra e sinistra chiedessero a gran voce la verità. Oggi Pelosi dichiara che, mentre assisteva al linciaggio, sentiva chiaramente il branco urlare ?Porco comunista!? e la Procura di Roma riapre il caso. Allora vale forse la pena rileggere alcune righe del poeta, perché il ragionevole dubbio che la Verità e la matrice dell'omicidio siano sempre state da cercare nella sua opera di denuncia è forte.

Il processo
Dunque: indegnità, disprezzo per i cittadini, manipolazione del denaro pubblico, intrallazzo con i petrolieri, con gli industriali, con i banchieri, connivenza con la mafia, alto tradimento in favore di una nazione straniera, collaborazione con la CIA, uso illecito di enti, come il SID, responsabilità nelle stragi di Milano, Brescia e Bologna (almeno in quanto colpevole incapacità di punirne gli esecutori), distruzione paesaggistica e urbanistica dell'Italia, responsabilità della degradazione antropologica degli italiani (responsabilità. questa, aggravata dalla sua totale inconsapevolezza), responsabilità della condizione, come si usa dire, paurosa delle scuole, degli ospedali e di ogni opera pubblica primaria, responsabilità dell'abbandono «selvaggio» delle campagne, responsabilità dell'esplosione «selvaggia» della cultura di massa e dei mass media, responsabilità della stupidità delittuosa della televisione, responsabilità del decadimento della Chiesa, e infine, oltre a tutto il resto, magari anche distribuzione borbonica di cariche pubbliche ad adulatori. [...]

L'immagine di Andreotti o Fanfani, di Gava o Restivo, ammanettati tra i carabinieri, sia un'immagine metaforica.
Pier Paolo Pasolini, da "Il Corriere della Sera", 24 agosto 1975.

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Articolo pubblicato da: suede68

Messaggio N° 1562 05-06-2005 - 17:25

Il romanzo rosa: Come le palme al sole, settima puntata

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L'ultimo libro che ho letto..."
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«Io? io stavo cambiandomi per andare a letto. Ecco quello che stavo facendo!»
«Anne-Sophie, ti prego, non essere arrabbiata con me.»
«Ma per carità, niente di personale Gustave! Sarei arrabbiata con chiunque mi prelevasse e mi portasse ad un oceano di distanza e mi sorprendesse solo con la lingerie addosso in un albergo dove non vedo una stanza per me!»
«Effettivamente tu non eri nei miei piani fino a qualche ora fa, ma non ci sono problemi: il divano è comodo e ti cederò il letto. Ora però rivestiti, ti prego?»
«Non gli piaccio. E si è pentito di avermi portata con lui» fu la conclusione di Anne-Sophie precipitatasi ad afferrare un abitino nero che si era portata con sé.
«Dio, come è bella e desiderabile. Se non si coprirà immediatamente non riuscirò a rispondere di me?» rifletté Gustave che prudentemente tornò ad arretrare verso la stanza da letto.
«Bentornato Monsieur Gustave, cosa desidera mangiare questa sera? Posso consigliare a Mademoiselle il nostro Coquillage Royal?»
«Eccellente, Serge. Credo che Mademoiselle sarà d?accordo. E faccia portare subito una bottiglia del mio solito millesimato ben fresco.»
Per quanto intimorita dall?ambiente e piuttosto incerta sull?adeguatezza della sua mise, Anne-Sophie si gustò la cena e l?atmosfera eccezionale di quella serata. Lo champagne gelato che il maître personalmente provvedeva a rinnovare nel suo calice le dava una piacevole sensazione di sicurezza.
«E? meraviglioso, Gustave. Grazie» Anne-Sophie allungò la mano e strinse quella del giovane in un gesto di gratitudine. Gustave guardò attentamente la ragazza negli occhi: anche se il suo abito e i suoi capelli non erano certamente all?altezza dei couturiers e dei coiffeurs parigini, Anne-Sophie emanava un fascino semplice, pulito e così diretto da sollevare l?invidia di chiunque li stesse osservando. A sua volta le strinse la mano e se la avvicinò al viso.
«Non andare via, te ne prego.»
«Ma dove vuoi che vada Gustave?» gli sorrise Anne.
«Anne, ascoltami, devi sapere che?»
«Un po? di Sauterne per concludere, Monsieur?»
«No, grazie Serge, basta così. Mademoiselle ed io ce ne andiamo.»
Deliziosa nel suo abitino nero ravvivato da una piccola collana di perle rosate, Anne-Sophie guardò fuori dal ristorante cercando l?auto che li avrebbe riportati al Ritz.
«E? una bellissima serata. Ti andrebbe invece di passeggiare un po??»
Parigi non aveva più sorprese o misteri per Gustave ma quella sera, chiacchierando con Anne alla luce dei lampioni e ascoltando i suoi passi ticchettare accanto a lui, la città si trasformò e lo accolse stupito, emozionato e febbrile.
Quel giorno e quella sera sembravano non avere mai fine. Gustave si ritrovò a parlarle della sua vita, del suo lavoro, si rilassò confidandole piccoli e grandi episodi che non aveva avuto mai la possibilità di raccontare.
I Quai di Parigi ospitarono il loro vagabondare che sembrava non dover mai arrivare ad una meta.
Non si sentivano stanchi. Anne-Sophie, rinfrancata dalle attenzioni di Gustave camminava leggera al suo passo e cominciava a chiedersi, ma senza più angoscia, quale e come sarebbe stato l?epilogo di tanti avvenimenti.
L?alba stava già rischiarando la notte di Parigi quando si ritrovarono davanti al portone del Ritz.
«Gustave, sarebbe meglio andare a riposarsi un po?.»
«Hai ragione, piccola. Vieni, saliremo nella mia suite e concluderemo con un bicchiere questa lunghissima notte.»
Anne-Sophie si sentiva già sufficientemente brilla per il bicchiere della staffa; Gustave si allentò la cravatta e si versò un abbondante dose di Laphroaig liscio.
Di nuovo, ancora una volta i loro occhi si incontrarono. Ma non c?erano ristoranti, autisti, segretarie tra di loro. Un piacevole brivido fece emettere ad Anne-Sophie un piccolo gemito. Gustave si avvicinava sempre di più: Anne sentiva l?odore di whisky e di colonia inglese.. ma anche il profumo dell?uomo che stava per chiederle di essere sua.
«Gustave, ho paura...»
«Shh? Non temere? non temere Anne, resta vicina a me?»
L?abitino nero e le scarpette finirono sulla moquette insieme alla giacca e alla camicia di Gustave.
La luce dell?aurora parigina definì i contorni dei giovani corpi sulle lenzuola di seta stropicciate, i colombi sul davanzale della finestra annuirono ai sospiri di piacere di Anne. Il telefono squillò inutilmente dal salone della suite: Gustave stringeva Anne sotto di sé e sentiva la vita fluire dal proprio corpo al suo.

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Articolo pubblicato da: maryintown, Padrino1979, salote, suede68


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