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Messaggi del 13/12/2005

Messaggio N° 1710 13-12-2005 - 15:38

Recensione: "Ho trovato una risposta..."

Premessa dell'autore

Forse ho sempre avuto un racconto nelle mie corde, ma a volte si sa bene come pur avendo una cosa dentro, seppur chiara e definita, si possano trovare mille piccole difficoltà oggettive ad esplicitarla ed a renderla fruibile a tutti.
Io ho davvero dovuto lottare con molte avversità prima di riuscirci ed anzi questa premessa è stata scritta con il romanzo ancora in corso, diciamo quindi in un momento di "work in progress".
Non essendo uno scrittore di professione, il mio tempo è diviso, come spesso accade per tutti, tra lavoro, famiglia, hobbies...
Il primo a torto o a ragione mi consente di guadagnare per vivere, e non posso certo fare a meno di occuparmene.
La famiglia, e quindi qui rientrano le compagne dei miei ultimi anni, per quanto tutte splendide ed amorevoli, hanno sempre considerato il "mio tempo libero" come "loro esclusivo appannaggio", e quindi qualsiasi cosa me lo occupasse era vista quasi come un reato di lesa maestà commesso ai loro danni.
Gli hobbies...beh, forse ne ho troppi e li amo pressoché tutti...

Tutto quanto detto ha fatto si che già un mio primo scritto giovanile dal titolo: "Un giorno conteremo le formiche", rimanesse incompleto in una cartellina in fondo non so più a quale cassetto... era il lontano 1984.
Da allora ho conservato la voglia e la capacità di scrivere a pretesto, il che mi ha portato a collaborare per un paio di anni circa con una testata locale: "Segnali", diretta da un caro vecchio amico che oggi non c'è più: "Generoso Simeone", politico e giornalista di razza dal quale ho imparato molto.
Ma torniamo ai nostri giorni; questo scritto prende il via da una serie di appunti slegati che un po' per volta. hanno sempre più assunto la forma di racconto breve e poi di vero e proprio romanzo, seppur breve anch'esso.
La sua particolarità nasce dalla collaborazione spontanea, ma non consapevole da parte sua, con una giovane amica: C.X., una ragazza dalle notevoli doti in considerazione della sua giovane età e che ho voluto fermamente incoraggiare a scrivere. La nostra conoscenza avviene in chat, all'interno della community di Libero.
Nei fatti questo incontro non ha mai valicato i confini dell'epistolario via e-mail, purtuttavia ci ha consentito di intrecciare nel tempo un sincero rapporto, senza l'ausilio del quale, questo racconto forse non avrebbe avuto un personaggio femminile dai tratti così intensi.
Questo è dunque un romanzo scritto in realtà a due mani e mezzo, la mezza prestatami da C., cominciato nel febbraio 2004 col titolo provvisorio: "La sfida".
Da allora io ho avuto, giorno dopo giorno (sarebbe più corretto dire notte dopo notte...), sempre maggiore consapevolezza nello scriverlo, ma la collaborazione di questa amica rimaneva sempre assolutamente non cosciente, tant'è che ancora oggi al momento di questa premessa, lei non sa affatto di aver contribuito a scrivere un romanzo con me.
Questa forse la vera difficoltà: utilizzare la sinergia con C.X. che ho voluto coinvolgere in questo scritto.
Spero di esserci riuscito.


Sinossi del romanzo:"Ho trovato una risposta..."
Edizioni Creativa
di Anzan


Questa è la breve storia esauritasi nello spazio di poco più di una giornata, di due persone che provano a cercare e, laddove possibile, ritrovare se stessi rincorrendosi tra contraddizioni e consapevolezze non sempre incrollabili che li portano a collidere con la realtà subendone gli effetti.
I ricordi accompagnano entrambi con inevitabili conseguenze sul vissuto condizionandone fatalmente gli eventi.
Renzo è sempre stato un soggetto chiuso e riflessivo, e sue sono le considerazioni dalle quali parte la storia nel corso di una regata velica che lo vede opposto forse più alla sua vita, che non ad un effettivo e concreto avversario.
Lara è una ragazza dell'alta borghesia, in bilico tra i propri ideali anticonformisti ed i richiami di  un corpo ancora acerbo che sovente la conduce ad agire con spregiudicatezza nei confronti del mondo circostante, causando quelle sue dure ricadute alla realtà.
Entrambi sono accomunati da mille domande, sempre più spesso prive di risposta e dalla mancanza di una serenità interiore che stentano a raggiungere.
Il loro incontro sul molo di Capri è assolutamente casuale; estrazione sociale, frequentazioni ed abitudini differenti, non lo avrebbero mai reso possibile altrimenti.
Nel corso di un'unica ma intensa giornata, la genesi e l'epilogo di questo rapporto.
Sullo sfondo il mare, comune amico, artefice e testimone della loro storia d'amore; sarà ancora una volta lui, in un finale quasi auspicato, a favorirne dopo anni il ricongiungimento.
Un libro intenso, incalzante dove i personaggi umani fanno in realtà da contrappunto al vero protagonista del libro: il tempo. È infatti il tempo nel suo divenire l'indiscusso interprete di questo racconto: il tempo della memoria, il tempo delle incertezze e dei dubbi, il tempo
del cambiamento.
Un libro da leggere e comprendere nelle sue mille nouances, che interpreta la vita nelle sue molteplici sfaccettature nelle quali spesso il lettore sarà portato a immedesimarsi.

anzan1

Messaggio N° 1709 13-12-2005 - 13:27

Se la vogliamo chiamare guerra.....

E’ vero…. Sono terribili quei video girati dai militari Italiani a Nassiriyah che stanno suscitando tanto clamore in questi giorni. Il culmine è stato raggiunto ieri sera al noto programma televisivo Matrix che ha fatto vedere parte di quei video. Sono scioccanti da vedere. Sono terribili per chi ha vissuto quei momenti, ancor più nel constatare che l’informazione è stata parziale e nel sentire  i commenti che sono stati fatti.

Parziale perché sono stati  fatti vedere i video di due battaglie, quella di Aprile e quella di Agosto, ma pochissimo spazio è stato riservato ai video girati dalle milizie Irachene, video dove è possibile vedere con che armi e con che volume di fuoco le milizie sparavano sui militari Italiani. E’ vero però… vedere le milizie sparare sui militari Italiani non fa notizia…. Vedere gli Italiani rispondere al fuoco quello si che fa notizia… specialmente se in studio sono presti esponenti politici che commentano …. Si è parlato di morti e feriti Iracheni….. e dei nostri morti e feriti? E si è parlato di Guerra….. parola grossa… almeno per le truppe Italiane. Commentare la cosa da qui, seduti in poltrona, con le notizie che ti danno i giornalisti è una cosa. Andare li, vivere il contesto, è un'altra. E’ vero ci sono stati scontri a fuoco, anche cruenti. Ma gli scontri sono stati determinati dalle milizie che combattevano. Due o tremila miliziani che non accettano gli aiuti di un paese o li vivono come un invasione, rispetto a due o trecentomila persone che abitano in quella provincia e che accettano i nostri aiuti non possono portarci a far pensare che è una missione di guerra. Il fatto che i militari, per difendersi, abbiano risposto al fuoco, non significa che abbiano attaccato una città. Io quando ero li non l’ho vissuta come una guerra.

Abbiamo cercato di aiutare le istituzioni ed il popolo Iracheno e ci siamo difesi da quella piccola parte di miliziani che ci vedevano come invasori.

O vogliamo forse chiamare guerra anche ristrutturare un ospedale, riorganizzare lo stato iracheno con le sue istituzioni?

Ieri sera a Matrix Tony Capuozzo, che come giornalista è stato quello che a parer mio ha vissuto di più il contesto Iracheno, ha semplicemente detto che, come testimone, non ha visto nessuna guerra da parte degli Italiani ma ha visto i militari difendersi da azioni di guerriglia.

Forse dovremmo dare più ascolto a chi è stato sul posto e non a chi la cronaca pretende di farla dall’Italia da uno studio televisivo.


anonimus1969


anonimus@libero.it


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