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Messaggi del 24/04/2006

Messaggio N° 1825 24-04-2006 - 23:31

NOME DI BATTAGLIA: ROSA ROSSA!

Non so se qualche donna partigiana ha mai avuto questo nome di battaglia, mi piace pensare di si, una delle tantissime che hanno partecipato alla RESISTENZA, forse mai giustamente ed adeguatamente riconosciuto il loro apporto. Trentacinquemila le partigiane, inquadrate nelle formazioni combattenti; 20.000 le patriote, con funzioni di supporto; 70.000 in tutto le donne organizzate nei Gruppi di difesa; 16 le medaglie d'oro, 17 quelle d'argento; 512 le commissarie di guerra; 683 le donne fucilate o cadute in combattimento; 1750 le donne ferite; 4633 le donne arrestate, torturate e condannate dai tribunali fascisti; 1890 le deportate in Germania. Sono questi i numeri (dati dell'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia) della Resistenza al femminile. Perché dico apporto non riconosciuto? Nei libri di storia si trovano dei piccoli accenni alla partecipazione delle donne alla Resistenza al nazifascismo , nonostante non solo hanno sostituito nella vita sociale gli uomini impegnati nella lotta, ma sono state decisive alla vittoria finale e alla liberazione. Le donne stampavano giornali e manifesti di propaganda, facevano da collegamento portando informazioni, approvvigionavano viveri e vestiario, preparavano documenti falsi e luoghi di ricovero per i partigiani, ma non solo staffette, tante tantissime hanno preso le armi e sono andate in montagna a combattere. I dati che ho riportato sono purtroppo inattendibili, perché alla fine della guerra i criteri di riconoscimento ufficiali e di premiazioni era puramente militari: veniva riconosciuto partigiano chi aveva portato le armi per almeno tre mesi in una formazione armata regolarmente riconosciuta dal Comando Volontari della Libertà ed aveva compiuto almeno tre azioni di sabotaggio o di guerra. Tante donne non si sono riconosciute in questo e non si sono neppure presentate, altre avevano partecipato in modo diverso, non meno importante, ma non ebbero la “qualifica” di partigiane. Eppure venivano arrestate, torturate, picchiate, stuprate, ma non parlavano, non voglio riportare nomi di eroine, perché mi sembrerebbe di fare un torto a chi non ha avuto nessun riconoscimento, si proprio a lei a “rosa rossa” che forse ha pedalato e pedalato con la sua bicicletta, portando in fondo alla borsa messaggi importanti, oppure ha accolto in casa un partigiano ferito, Scelte sofferte, desiderio di libertà, la forza di lottare per un ideale scegliendo di non sparare, ma facendo di più, un’opera sottile e costante di sostegno e propaganda. Resistenza nascosta, resistenza doppiamente tradita alla fine della guerra: dalle forze politiche e più dolorosamente dai loro compagni di lotta, che comunque le considerava traditrici del focolare domestico e ridimensionava il loro credo politico a un desiderio di partecipare alla lotta per amore del proprio uomo. Ho voluto rendere un omaggio a tutte le partigiane dimenticate, proprio in questa ricorrenza del 25 Aprile, dove si ricorderanno i grandi eroi ed eroine, dove le azioni e i luoghi celebri verranno ripercorsi nella memoria di tanti, e corone verranno deposte, ma loro non verranno citate o ricordate eppure ci sono state tante che sono state uccise, delle spoglie "stranamente piccole, un mucchio di stracci neri sulla neve". ( L’Agnese va a morire ) . Un grazie a te piccola grande donna , nome di battaglia : ROSA ROSSA

scritto da: sissunchi

Messaggio N° 1824 24-04-2006 - 19:14

Post N° 1824

L’«Observer»:
è la seconda rivoluzione sessuale
Uno spray riaccende il desiderio (femminile)
Il nuovo ritrovato in fase di sperimentazione su 900 volontari: è un farmaco in grado di colpire i recettori del cervello.


LONDRA—«Ti fa sentire bene, in tutto il corpo», racconta il paziente 007. «Non solo provi più desiderio sessuale, mati senti anche più giovane, più energico », aggiunge un altro volontario. «Secondo mia moglie c’è una grande differenza. Sa dirmi quando prendo il Viagra e quando il PT-141». E le donne? Stando a quanto raccontano, funziona anche per loro. «Provi una sensazione di calore nella zona inguinale, un formicolio, una specie di solletico — ha raccontato con dovizia di particolari una delle volontarie che ha assunto il farmaco —. Senti un pulsare e il desiderio di fare sesso».
Finora era dimostrato funzionasse con topi. Adesso il racconto di chi si è sottoposto alla sperimentazione — 900 «cavie» umane—alza il tiro: funziona anche su uomini e donne. Un afrodisiaco, il primo al mondo, sotto forma di spray nasale. Una spruzzata e la libido si riaccende nel giro di un quarto d’ora. Non ci sarebbero controindicazioni, né rischi per cardiopatici. Il PT-141 è una sostanza che, secondo il domenicale britannico Observer, è destinata a cambiare le abitudini sessuali quanto le cambiò l’arrivo della pillola anticoncezionale 40 e passa anni fa. Una rivoluzione.
I primi passi in laboratorio risalgono a 4 anni fa: è da allora che la stampa segue ogni fase del suo sviluppo con interesse. Comprensibilmente. Il Viagra, la pillola blu in grado di risolvere problemi erettili nell’uomo, è diventato in poco tempo uno dei farmaci di maggior successo al mondo. Il PT-141 — che, conclusa la fase sperimentale, se verrà approvato dalla Food and Drug Administration potrebbe arrivare nelle farmacie nel giro di tre anni — sembra destinato ad andare oltre.
Il Viagra agisce sull’organo sessuale maschile, il nuovo farmaco colpisce i recettori del cervello. Non è un medicinale che corregge un problema fisico, bensì una sostanza che incrementa il desiderio; non funziona solo sull’uomo, anche sulla donna. Aumenta la voglia della coppia, e aumentando la voglia aumenta anche frequenza e qualità dei rapporti. Questo, almeno, a sentire i volontari di cui l’Observer ha raccolto le reazioni post-spruzzata, nonché Carl Spana, amministratore delegato della Palatin, ditta Usa che spera di lanciare il farmaco presto sul mercato. Spana ha spiegato che il PT-141 è una molecola sintetica, «stimola l’irrorazione degli organi genitali, ma risveglia anche l’aspetto psichico del sesso, cioè la libido».
E su questo c’è polemica. La possibilità di sganciare l’atto dal desiderio naturale, facendo affidamento a una libido farmacologica non convince tutti. «Vedo tante coppie che non sanno come rilassarsi, persone che lavorano 80 ore a settimana e che sono arrabbiate perché non riescono ad inserire il sesso nei cinque minuti che hanno a disposizione», racconta Leonore Tiefer, psichiatra dellaNew York University School of Medicine. Se approvato, sostiene, il PT-141 offrirà una scorciatoia, «senza riparare a quella mancanza di intimità e di comunicazione che spesso porta a un basso desiderio sessuale».

scritto da:

arypenitenziary

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