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Messaggi del 27/12/2006

Messaggio N° 205627-12-2006 - 19:33

Formale atto d'accusa!

                                                   I FATTI

Mario Riccio è il medico che ha adempito le volontà di Piergiorgio Welby. Il medico, anestesista rianimatore a Cremona, ieri notte in torno alle 23.30 ha sedato e poi staccato il respiratore dell'uomo causandone il decesso per asfissia.

Welby aveva scelto il 21 dicembre perché, racconta Cappato, "aveva deciso che era ora". Cappato e Riccio, che ha aiutato Welby a morire, sono stati poi ascoltati a Roma dalla Digos, come persone informate sui fatti.

Pannella e i Radicali affermano: "Grazie a Welby non c'è solo un giudice, ma anche un dottore in Italia.

Riccio in conferenza stampa poi racconta: "La causa della morte è stata per arresto cardio-respiratorio alle 23.40".

L'accanimento terapeutico: causa principe tanto vantata e urlata da tutti i partecipanti in questa drammatica vicenda.

La moglie di Welbi ha dichiarato in conferenza stampa che il marito è deceduto per asfissia, procedimento che per la vittima, rappresentava il modo di morire più angosciante e pauroso, cosi come lo stesso Welby aveva, più volte, dichiarato in passato, " il terrore di morire soffocato".

                                                    L'ACCUSA

Il centrodestra sulla morte di Welby e Volonté (Udc) chiedono l'arresto dei "colpevoli di quest’omicidio". Di "barbara strumentalizzazione" da parte dei radicali, parla La Russa di An, e La Loggia (FI) afferma: "L'atto compiuto è illecito". Rutelli della Margherita condanna tale atto, e molti del centrosinistra sono contrari a comportamenti simili, senza parlare del mondo cattolico.

                                              IL REATO IPOTIZZATO

Art.579 cp. Omicidio del consenziente. Chiunque cagiona la morte di un uomo, col consenso di lui, è punito con la reclusione da sei a quindici anni. Non si applicano le aggravanti indicate nell’articolo 61. Si applicano le disposizioni concernenti l’omicidio se il fatto è commesso:

1) contro una persona minore degli anni diciotto;

2) contro una persona inferma di mente, o che si trova in condizioni di deficienza psichica, per un’altra infermità o per l’abuso di sostanze alcoliche o stupefacenti;

3) contro una persona il cui consenso sia stato dal colpevole estorto con violenza, minaccia o suggestione, ovvero carpito con inganno.

                                                 IN SUBORDINE

Art.580 cp. Istigazione o aiuto al suicidio. Chiunque determina altri al suicidio o rafforza l’altrui proposito di suicidio, ovvero ne agevola in qualsiasi modo l’esecuzione, è punito, se il suicidio avviene, con la reclusione da cinque a dodici anni. Se il suicidio non avviene, è punito con la reclusione da uno a cinque anni, sempre che dal tentativo di suicidio derivi una lesione personale grave o gravissima. Le pene sono aumentate se la persona istigata o eccitata o aiutata si trova in una delle condizioni indicate nei numeri 1 e 2 dell’articolo precedente. Nondimeno, se la persona suddetta è minore degli anni quattordici o comunque è priva della capacità d’intendere o di volere, si applicano le disposizioni relative all’omicidio.

                                                    LA DIFESA

La teoria, portata a discolpa da questi personaggi, è l'accanimento terapeutico, che inesorabilmente ha inflitto sofferenze indicibili a Welby che decideva, volontariamente e senza pressioni esterne, a dir loro, in merito al suicidio assistito.

                                                  CONCLUSIONI

Il filosofo inglese Francis Bacon, che introdusse per primo il principio dell'eutanasia, invitava i medici a non abbandonare i malati inguaribili, e ad aiutarli a soffrire il meno possibile. Non vi era però, nell’idea di Bacon, il concetto esplicito di dare la morte.

Nel Giuramento d’Ippocrate (circa 420 a.C.) si legge: Non somministrerò ad alcuno, neppure se richiesto, un farmaco mortale, né suggerirò un tale consiglio, mentre troviamo riscontri nella cosiddetta “eutanasia nel nazismo", nata da un’idea di Hitler che avviò un programma che prevedeva l'eliminazione di malati giudicati inguaribili da apposite commissioni mediche.

La strumentalizzazione dei Radicali che, assieme al fortuito e quanto mai inatteso arrivo di Ricci, lasciano ben intendere quanto di politico ci sia dietro questo dramma vissuto da una persona che nelle sue condizioni era anche vicepresidente dell’associazione Luca Coscioni, la dice lunga in materia di strumentalizzazione.

In merito all'eutanasia si deve tenere ben presente che i criteri di stadiazione agonica non sono un termine medico, ma sono un indice pratico per capire a che punto temporale è l'agonia. Per agonia di solito, s’intende il momento più prossimo alla morte, però, nel momento in cui è diagnosticata una malattia terminale che conduce sicuramente alla morte per quel paziente inizia un'agonia che può durare da pochi mesi a qualche anno, nei quali casi la malattia ha degli alti e bassi e nonostante il dolore, le cure non sono considerate accanimento terapeutico.

Entrando nel merito della "vicenda Welby" si è, giustamente, colti da un senso di pietà che ci spinge a concordare e a dare il nostro pieno consenso ad un’eutanasia che lasci libero il malato terminale da pene e sofferenze spesso uniche, ma una società che si raccoglie per aiutare a morire è contraria al senso stesso di società che ha l'obbligo di aiutare a vivere ed assistere chi soffre, utilizzando tutte le sue conoscenze mediche e scientifiche.

I Radicali che tanto si battono contro la pena di morte e poi sono a favore dell'eutanasia o delle droghe che ammazzano i nostri ragazzi..... sicuramente non hanno ben chiaro il concetto di vita e di diritto alla vita...... forse è ora che Pannella , la Bonino e Capezzone lascino il mondo politico per un lungo... lungo... lungo periodo di riposo.

Mio personale convincimento è che tutti i partecipanti a quest’atto delittuoso siano da condannare aspramente, perché esempi simili mai siano rielaborati e conseguiti da chi volesse emularli. La sofferenza come la gioia, appartengono al genere umano, ed hanno a supporto e difesa, in chi è credente..... la Fede, mentre per chi è laico.... il convincimento al rispetto e all'attuazione dei diritti.

Il diritto alla vita è inalienabile, difeso dalle Leggi Internazionali, dalla Carta dei Diritti dell'Uomo e dalla nostra Costituzione, e nessuno ha il diritto di uccidere un altro uomo e passare per santo.

di: il.corsaro.nero


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