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Messaggi del 07/02/2007

Messaggio N° 2116 07-02-2007 - 23:43

MALATI DI ABBANDONO

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Cari amici, rieccoci qui a parlare di loro…… abbandonati due volte: dalla famiglia di origine e da una potenziale famiglia adottiva del loro paese.
Sono i bambini dell’ultima “speranza”, quella di trovare due genitori che anche se stranieri, in grado di farli sentire amati.

Questi bambini hanno una caratteristica in più, però, che è considerata da alcuni un problema: sono grandi, hanno dagli 8 anni in su. Hanno il pesante vissuto dell’abbandono. Vivono quotidianamente il silenzio dell’istituto che lì “ospita”, dove qualsiasi forma legata ad una relazione di “affettuosità” è assente.

Sono bimbi che soffrono di una malattia particolare, contagiosa e purtroppo frequente: “L’abbandono”; essere lasciati in un vuoto così profondo, dal quale, spesso, non è più possibile uscire.

Per fortuna, esiste una terapia formidabile ed efficace: “L’adozione” l’essere accolti, amati, significa tornare alla vita, sentirsi figli.

Ai bambini dell’ultima speranza dedico questa sezione, nella speranza, che coppie in possesso del decreto di idoneità si facciano avanti, aprano le braccia a questi bambini.
Che, non dimentichiamolo, sono bambini, anche se la loro età può preoccupare.
Di loro a volte si conosce poco o niente i connotati o indicazioni precise, ma soltanto un nome di fantasia, il paese di provenienza, l’età, gli anni di permanenza nell’istituto e gli eventuali problemi, quando conosciuti!

Gli Enti che si occupano di adozione internazionale garantiscono un percorso particolare di accompagnamento per le famiglie che accolgono uno di questi bambini. La legge 149/01, inoltre, prevede che i Tribunali per i minorenni diano “precedenza nella istruttoria alle domande dirette all’adozione di minori di età superiore a 5 anni o con handicap” (art. 19, comma 3, L.149/01) nel caso di coppie che non abbiano ancora presentato domanda di idoneità.

Evidentemente tutto questo non basta, non basta neanche la buona volontà dei futuri genitori adottivi ben disposti nella scelta. Le macchine burocratiche rallentano o addirittura si fermano sia Italiane che all’Estero.

Vi spiego il perché, in Italia ci sono circa 400 coppie nella attesa di adottare uno o più di questi bambini. Se sommiamo, infatti, l'età massima dell'adozione, ossia 45 anni, all'età media della primogenitura, ossia 25,6 anni, abbiamo 71 anni. Età che corrisponde alla speranza di vita per gli uomini. Sapete cos’è la “primogenitura”??? La primogenitura è la condizione del primo figlio biologico o adottato di una coppia, chiamato appunto primogenito.

Nel caso che riguarda noi, come adozioni internazionali i casi si diversificano e si complicano a volte. Vi sono coppie Italiane (e ce ne sono tantissime) che dopo avere effettuato la prima adozione di uno/a più fratelli in stato di adozione, si trovano a fare l’adozione del fratello o sorella più grande per quello che è chiamato ricongiungimento familiare. E qui parliamo di ragazzi che hanno anche 14/15 anni e che non aspettano altro che ritrovare i fratelli già adottati, ed inseriti da tempo in famiglie pronte a riunire questi figli della “vita”.

A quanto pare anche qui, dove tutto dovrebbe essere di una fluidità incredibile e semplicità assoluta, tutto si ferma.

La Bielorussia (per portare sempre un esempio a caso!!!!) è dal marzo del 2006 che rimanda ricongiungimenti familiari, poi siamo passati a dicembre 2006, siamo a Febbraio 2007 e non se ne sa più nulla. Gli Enti dichiarano di avere le mani legate, però i soldini dalle coppie li hanno presi per effettuare l’iter burocratico adottivo all’estero e quanto altro; le nostre Istituzioni parlo della Commissione per le Adozioni Internazionali, prende tempo….per cosa???? Non si è ancora capito!!!!!

Nulla è perduto, però!!!!!! Voi direte perché?

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L’On. Rosy Bindi in qualità di Ministro della Famiglia dal 1° dicembre 2006, ha preso le redini in mano, ed è a Lei che rivolgo queste righe, semmai le passassero sotto gli occhi queste righe, semmai le passasse per la mente di farsi illuminare, magari per fare luce ove è oscuro o meglio dove la luce non è mai stata accesa!!!!

Chiedi e ti sarà dato (o detto)! "Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto……” (Matteo, 7,7-11).

Gentile Onorevole, approfondisca, non si fermi, proceda nell’analisi e nella verifica, qualità e competenza dei componenti del CAI, integrità e responsabilità degli Enti.

Rispetto degli Stati che hanno aderito alla Convenzione dell’Aja. Facciamo sì che ci si rispetti nel nome delle famiglie e di quei figli della “vita” che ancora aspettano.

Tante stelline a tutti. Ciao!

Scritto da: stellina_doro

Messaggio N° 2115 07-02-2007 - 23:16

PENSIONI

       immagine                   Un dossier pubblicato dalla Ragioneria generale dello Stato afferma che il mancato innalzamento dell’età pensionabile previsto dalla riforma Maroni, che porta l’età pensionabile minima da 57 anni a 60 anni  a partire dal prossimo anno, e la mancata  revisione dei coefficienti di rivalutazione delle retribuzioni pensionabili , previsti dalla riforma Dini del 1992  peseranno sui conti pubblici da qui ai prossimi 20 anni 200 miliardi di euro.( 164 miliardi per il mancato innalzamento e circa 35 miliardi per il mancato ritocco dei coefficienti). 

E’ ovviamente polemica su queste cifre, in quanto una relazione tecnica della stessa  Ragioneria del 2004 prevedeva risparmi per 9 miliardi a regime a partire dal 2011 e fino al 2013, generati dall’innalzamento dell’età pensionabile a 60 anni. Ma quanti contributi vengono versati dall’azienda e dal dipendente per avere una pensione al compimento dell’età pensionabile? Viene versato il 33,% dello stipendio lordo. Quindi per ogni 1000 euro lorde di stipendio vengono accantonati 330 euro all’Inps. Se siete un lavoratore dipendente che al 31.12.1992 aveva versato contributi per piu’ di 15  anni, oggi potete andare in pensione con 57 anni di età,  con un periodo di versamento di contributi di 35 anni, e ottenere una pensione lorda pari al  70% della media delle vostre retribuzioni ( rivalutate) degli ultimi 10 anni. Se avete 57 anni oggi, avete versato contributi per 35 anni, e andate in pensione, percepirete  700 euro per ogni mille euro lorde ( 70% del vostro stipendio lordo). 

L’aspettativa di vita di un uomo è  di 84 anni, quindi percepirete la pensione per 27 anni. immagine

Semplicisticamente possiamo dire ( nell’ipotesi che non ci sia stata inflazione nel passato e non ce ne sia nel futuro) che: 

Avete versato contributi per:
stipendio di un anno  1000 x 13= 13.000 € 
contributi versati in un anno = 13.000x 33,%= 4.290 € 
contributi versati in 35 anni = 4.290 x 35 = 150.150 € 

Quante prestazioni pensionistiche avrete dall’Inps?: 
27 anni di pensione ( in base alle aspettative di vita)

 
Quindi una pensione di 700 € per 13 mensilità per 27 anni =    245.700 

Ovviamente i conteggi sono un po’ piu’ complessi di quelli che ho illustrati, ma non cambia la sintesi del risultato.E cioè che in questo momento le pensioni erogate sono piu’ alte dei contributi versati,   per l’innalzamento dell’aspettativa della vita. La riduzione della natalità porta un ulteriore squilibrio ai conti dell'Inps, in quanto ci sono meno persone attive che versano contributi.Non intervenendo ora sull’innalzamento dell’età pensionabile i nostri giovani si riitroveranno a non avere risorse per pensare al loro futuro pensionistico, in quanto i loro contributi serviranno a pagare le pensioni dei loro padri.Non occorre dimenticare che il sistema contributivo, oggi in vigore per i giovani, prevede che a loro sarà data una pensione pari ai contributi versati e cioè ai 330 euro ( per ogni 1000 euro lordi)Mi rendo conto che per i giovani questo è un problema lontanissimo dal loro sentire, ma le persone che governano questo paese dovrebbero avere  il dovere di pensare anche a loro, ed evitare di rimandare il problema a dopo.

Scritto da: fatamarie

Messaggio N° 2114 07-02-2007 - 17:02

Il film sul "pirata" Pantani vince la serata Tv, ma in salita





Il Pirata- Marco Pantani" andato in onda lunedì 5 Febbraio su Rai 1 diretto da Claudio Bonivento e in cui Marco è interpretato da Rolando Ravello, è la storia dello scalatore di Cesenatico, dagli esordi fino al tragico declino.



Le riprese, durate cinque settimane, si sono svolte interamente nei luoghi reali della vita di Marco, circondate da una passione e da un calore senza precedenti da parte dei tifosi del "Pirata", che non sono voluti mancare ad una scena.

Viene risparmiata la scena della morte nel film che è stata  efficacemente resa dall'entrata di Pantani in un tunnel, dal quale esce seguito dai ragazzini della "Fondazione Pantani".

Pantani era senza dubbio un soggetto molto adatto per un film perché già quando correva riusciva a far sognare la gente.

Alto 172 cm, per 54 kg di peso, Pantani era il classico arrampicatore. La sua esplosione come ciclista avvenne al Giro del 1994 con le vittorie di tappa di Merano e Aprica con il famigerato Mortirolo e con il secondo posto in classifica generale. Al suo debutto nel Tour del 1994 finì terzo in classifica generale, senza però riportare alcun successo di tappa sorpassando così il suo capitano Chiappucci.

Proprio quando sembrava pronto a costruire una formidabile carriera, Pantani venne coinvolto in una terribile collisione con un'automobile durante la Milano-Torino, che gli costò la frattura in due punti di una gamba e la prospettiva di una prematura fine agonistica. Pantani ritornò a correre nel 1997, ma subì un nuovo incidente al Giro d'Italia, a causa dell'attraversamento di un gatto al passaggio del gruppo, che lo costrinse al ritiro. Questa volta recuperò velocemente e ritornò in azione al Tour dello stesso anno, dove lottò a lungo per la maglia gialla.

Proprio per le sue doti di grimpeur dal 2004 il Giro d'Italia assegna ogni anno ad una salita (la più rappresentativa") il titolo Montagna Pantani, onore dato fino allora solo al Campionissimo Fausto Coppi con la Cima Coppi.

Le cose cambiarono per Pantani durante il Giro del 1999: quando era al comando con parecchi minuti sul secondo in classifica venne escluso dalla gara per un livello troppo alto di globuli rossi. L'Italia restò scioccata di fronte a questa notizia. Il Pirata, accerchiato da giornalisti quando stava per lasciare la corsa, dirà: «Mi sono rialzato dopo tanti infortuni e sono tornato a correre... Questa volta però abbiamo toccato il fondo... Rialzarsi sarà per me molto difficile.».

Il valore di ematocrito riscontrato a Pantani fu del 52%, contro il 50% che è il massimo valore consentito dai regolamenti internazionali, oltre al margine di tolleranza dell'1%. Dopo due ore dall'esclusione Pantani si era sottoposto di sua iniziativa a un nuovo controllo del sangue, risultando in regola, con ematocrito dentro i parametri stabiliti.

Nel giugno 2003 Pantani entrò in una clinica del Nord Italia per curarsi dalla depressione di cui da tempo soffriva, assottigliando le possibilità di rivederlo gareggiare in una grande competizione. La triste fine. Il 14 febbraio 2004, Marco Pantani venne trovato morto in un residence di Rimini. L'autopsia rivelò che la morte fu causata da un arresto cardiaco, conseguente ad un'overdose di cocaina.

Ma l'autopsia sul midollo spinale, i cui esiti furono divulgati molti mesi dopo la morte, esclusero in maniera categorica l'uso di sostanze dopanti atte a modificare le prestazioni sportive per un lunghissimo lasso di tempo che precedette la tragica morte

di:
ladeadeiventi
 

Messaggio N° 2113 07-02-2007 - 13:38

UN VESTITO E’ MEGLIO DI UN UOMO?




Questi americani oltre ad aprire basi in Italia ed andare a fare le guerre in tutto il mondo, si dilettano anche a promuovere sondaggi (demenziali) anche se bisogna ammettere che i risultati sferrano un durissimo colpo all’ego maschile, tra fare sesso e rifarsi un guardaroba, le donne hanno scelto il guardaroba.

 

La maggioranza delle donne intervistate giura di poter rinunciare al sesso per ben 15 mesi, in cambio di un guardaroba pieno di abiti nuovi, mentre il 2 % arriverebbe addirittura a 3 anni. Non è chiaro se sono deluse dalle prestazioni immaginesessuali degli uomini o sono innamorate della moda, ma è comunque sintomatico, sti americani a letto sono una frana! ( solo gli americani? Mah )

 

Perdere il vestito preferito viene considerato peggio di non fare sesso per un mese.

Si è tentata qualche spiegazione: che in fondo gli abiti durano più di una relazione amorosa, sembrerebbe che sempre le americane conservino un vestito che amano per circa 12 anni, ma non hanno una storia che duri così tanto.

E per dare la stilettata finale dichiarano di credere fermamente all’amore a prima vista per un vestito, ma hanno dei grossi dubbi che esista  per un uomo.

 

D’altra parte signori uomini, se in Brasile stanno andando a ruba le mutande che modellano il sedere, ma questa volta chi  vuole imbottire il fondo schiena non sono le donne,ma siete proprio voi…inizio a chiedermi che se questo sondaggio venisse esteso a tutte le donne anche quelle italiane, i risultati sarebbero sconvolgenti. Credo sia anche sconvolgente stare lì tutta presa ( pure noi donne tocchiamo eh ) e ritrovarsi con un pezzo di imbottitura in mano.

Meglio il brivido di un acquisto che il brivido felino di un amplesso, in fondo si tratta sempre di mettere e togliere…ehm…ma forse a forza di cambiare taglia, cambiare modello, cambiare colore, lunghezza, si potrebbe ritornare su certe affermazioni, OVVIAMENTE sto parlando dei vestiti..o no? //occhiolino


scritto da:sissunchi

 


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