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Messaggi del 16/02/2007

Messaggio N° 2130 16-02-2007 - 11:02

Qui lo DICO....

Il dibattito sui Dico vedo che si sta sminuzzando in infiniti rivoli, dalla difesa dei diritti degli omosessuali alla definizione di cosa si intenda per famiglia "naturale".
questa decomposizione fa perdere di vista quella che, a mio avviso, è la questione di fondo  : 

la chiesa, fondamentamentalmente, lotta contro un relativismo, un pensiero debole onnipresente che si contrappone ad un oggettivismo di cui essa stessa è, eticamente, gestore privilegiato. il matrimonio, in questo caso, è esistito in varie forme dall'alba immaginedei tempi, e non l'hanno certo inventato loro. ma dal momento che lo si è fatto diventare sacramento, la gestione dello stesso, che è anche una forma di controllo e potere, è stata sua prerogativa.

Relativizzare qualsiasi cosa, mettendo ogni legame e convivenza sullo stesso piano, come valore sociale ed etico, la priva di questo controllo e di questo potere e mi sembra normale che ci si opponga. l'incattivirsi delle gerarchie ecclesiastiche mi sembra, oltre che una battaglia di retroguardia, anche una precisa volontà d'ora in poi, di non cedere di un millimetro su nessuna questione. questo avviene, per me, anche grazie ad un fondamentale vuoto morale caratteristico della cultura moderna ed alla specifica debolezza culturale italiana ed un non ben sviluppato senso civico e laico.

Come avvenuto per il divorzio e l'aborto, tra vent'anni nessuno, ragionevolmente, metterà in dubbio la legittimità per due persone di stipulare un contratto di convivenza e assistenza, ma ritengo che tutti noi dovremmo, visto che non predicano ex cathedra ma si buttano a corpo morto nell'agone "politico", controbattere queste ingerenze non solo su un piano dialettico ma cercando di consolidare una cultura morale, etica e sociale connotata da un senso di appartenenza ad una società piuttosto che ad una chiesa, senza per questo sentirsi o sentirsi tacciare di anticlericalismo.

scritto da:totem63

Messaggio N° 2129 16-02-2007 - 10:55

MIRACOLO D'AMORE di Ruggero Pegna (recensione)




E' proprio un vero miracolo d'amore, quello che si è realizzato nella vita di uno dei più importanti promoter musicali calabresi, Ruggero Pegna. Mi verrebbe da dire che, i miracoli realizzati, sono stati sicuramente più di uno. Si va dal matrimonio con la donna alla quale sorridono gli occhi, al rapporto con gli amici di sempre, a quelli che conosceva da poco o addirittura quelli mai conosciuti. Tante, tantissime, le manifestazioni d'affetto rivolte all'autore del libro ammalatosi di leucemia e costretto a trasferire la sua vita in un letto d'ospedale. Legato fortemente al suo lavoro, svolto immaginecon una passione notevole, lo porta con sè anche nel reparto che lo ospita. Quel reparto che diventa per lungo tempo la sua nuova "casa". Un matrimonio programmato per il mese di ottobre, un quarantesimo compleanno da festeggiare, tanti concerti nuovi da realizzare. In un giorno, si riduce tutto in un pugno di sabbia che scivola via. La brutta notizia, ricevuta in un ospedale calabrese, non impedisce comunque alla coppia di convolare a nozze. Viene allestita la cappella dell'ospedale per coronare, comunque, il sogno di due persone che per anni si erano amati e che avevano programmato un futuro insieme. Un padre, che non riesce ad accettare la malattia del figlio e continua a sostenere che quel mal di pancia è dovuto ad una semplice intossicazione da funghi.

Il libro racconta la sua storia e le sue memorie attraverso scritti e poesie, e mail e racconti, che servono a comporre un puzzle affascinante attraverso un'attenta descrizione dei sentimenti umani.

Ha saputo descrivere minuziosamente le persone.

Cio' che occupa quasi tutte le pagine del libro sono i pensieri, le angosce, i sentimenti e le speranze che prova un condannato a morte, microcosmo in cui si agitano, allo stato molecolare, tanti desideri e paure.

Ma come sostiene una credenza giapponese: se un malato costruisce mille gru di carta dorata, gli dei esaudiscono i suoi mille desideri.

E così, al termine di una lunga agonìa, Ruggero si sveglia da un incubo che gli aveva disturbato il sonno per lungo tempo.

L'ultima parte del libro, la dedica ad un detenuto condannato a morte in un penitenziario americano che, come Ruggero, vive di speranze, racconti, lettere, ricordi e "progetti". Quindi la storia personale dello scrittore, si accosta a quella di un altro condannato a morire. Ma, mentre Ruggero comunica e si sente vivo, utilizzando i tasti di un computer, il detenuto ha come unico strumento "la penna di Donney".

Consiglio vivamente di leggere questo libro emozionante, il cui ricavato andrà devoluto interamente alla “Fondazione del Cuore Immacolato di Maria” di Paravati ed all'Associazione Amena di Catanzaro.


scritto da: pepitadellapampa

Messaggio N° 2128 16-02-2007 - 10:44

Favole??? No, grazie!

Detesto le favole e chi le scrive. Perché? Non lo so, le odio e basta…non c’è mai una verità dietro e che la smettano di raccontarci che dietro ogni favola si nasconde una morale…NON E’ VERO!
Allora prendiamo la favola per eccellenza: Cappuccetto Rosso. Già il fatto che una mamma mandi la propria figlia in giro per boschi da sola sarebbe da solo motivo di immaginearresto ai giorni nostri…ma soprattutto i dolcetti! Ma quando mai alla nonna malata si portano i dolcetti? Al massimo possiamo portare sciroppi, pastiglie, supposte…ma i dolcetti NO! Cavolo, avete sentito mai parlare di diabete? Basterebbe un piccolissimo frammento di quei stramaledetti dolcetti per stendere la nonna in un sol colpo…forse la mamma di Cappuccetto Rosso era stata lungimirante? Solo ora mi sovviene il dubbio! Ma soprattutto…il lupo. Vogliamo parlarne? Un lupo mascherato da nonna…va beh che ormai siamo vicini a Carnevale, ma cavolo Cappuccetto Rosso…nel pieno della giovinezza non noti che tua nonna ha più peli di un cinghiale, che ha due denti che sembra la tigre del Bengala e ti limiti a chiedergli: Che bocca grande che hai??? Ma cavolo, io ti direi…Vatti a fare una visita da un oculista…ma uno bravo davvero, forse i dolcetti ti hanno dato alla testa!
Va beh, non credete che Cenerentola sia meglio…sta povera sfigata viene usata come Mocio Vileda da quelle arpie delle sorellastre e della matrigna che uno si chiede: “Ma che cavolo aspetti ad andare via da quella maledetta casa???”. Poi pensi che è una tipica ragazza del 2000 che rimane a casa con i genitori fino a 40 anni, ma in quello stesso momento dici: “Cavolo vai a fare un lavoro normale e prendi una filippina che ti da una mano!”. E invece no…premetto che secondo me Cenerentola era una masochista, altrimenti non si spiega. Ma poi arriva il momento clou, quello in cui finalmente il Mocio Vileda si trasforma in una scopa agghindata. Ora mi chiedo…quella cavolo di fata che le ha dato la possibilità di vivere sta serata magica perché ha dovuto creare sto fattore di ansia col tempo? Le vuoi fare un regalo? Dalle almeno il tempo di farselo quel Principe, già sono veloci di loro, se gli metti pure il cronometro è la fine…diventa una causa persa! Quella povera disgraziata si trova a mezzanotte con una zucca e un sinale da cucina e senza avere avuto nemmeno il tempo di consumare…ma vi pare normale? E soprattutto la farsa del principe azzurro…chi di voi avrebbe il coraggio di raccontare nel 2007 che esiste il Principe Azzurro…diciamoci la verità, oggi il Principe è diventato verde, sì… verde come quelle carte da 100 euro che devi mostrare per poter far pensare alla controparte di essere il suo Principe…ma chi lo vuole uno in calzamaglia bluette e con una penna di fagiano in testa? E soprattutto, questo tipo così dolce ed educato si innamora della bella da una scarpetta? Ma ragazzi, parliamoci chiaro, una come Cenerentola quanti anni avrà avuto??? Mettiamo 20…con tutti quei lavori di casa i suoi piedi sicuramente sapevano di scamorza affumicata e voi, volete farmi credere che uno si mette alla disperata ricerca di una ragazza avendo in mano la scarpetta di una ventenne nel pieno delle sue turbe ormonali??? Ma fatemi il piacere!
Ma credo che la peggiore sia Biancaneve…questa vive mesi, anni con sette prestanti nani senza vedere manco l’ombra di un uomo e voi mi volete far credere che non le passa nemmeno per la testa di approfittarne??? Ok, ok ok i nani non saranno il massimo…ma cavolo accontentati…e pure quelli c’hanno una bella gnocca tutto il giorno in casa e la tengono per pulire??? Non so voi ma io non ci credo che tutti e sette tornati dalla miniera si mettono a guardare quanto è stata brava la coinquilina a stirare le loro camicie…oppure sono utenti della stanza luixlui??? Non ci avevo mai pensato…uomini che si fanno da soli???
E poi arriva quella vecchia che le offre la mela. Ora nulla di particolarmente diverso da oggi, in cui ai nostri frutti danno talmente tante sozzerie che se non li lavi prima ci rimani stecchito in tre nanosecondi…ma lei no, ste cose non le capisce…si attacca a quella mela manco non mangiasse da un anno e zac…stesa come un tordo impallinato! Ma voi, dico voi…mi volete far credere che quel baluba del principe azzurro torna pure qui e con un bacio la sveglia? Sì, è arrivato il prestigiatore, senti…se ci sei principe, se sei in ascolto, puoi dare un bacio pure a mio fratello che dorme da una vita sul divano, così si sveglia un po’? E  poi secondo me il principe azzurro di Biancaneve era lo stesso di Cenerentola, ne sono sicuro… tanto i principi azzurri o sono finti oppure mettono tante di quelle corna che bisogna alzare tutte le porte per poter rientrare in casa.
Insomma…abbasso le favole, raccontate ai bambini la verità…che certe cose non esistono, così si prepareranno meglio al duro mestiere della vita sperando che la loro vita sia la vera favola!

Una storia dell’orrore per preparare i bambini ai giornali
L. L. Levinson


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