|
Se vi ponessero la seguente domanda: chi è che lavora in tribunali e e procure a fianco di cancellieri, funzionari e magistrati, timbrando 8 ore di lavoro al dì, che vede passare sotto i propri occhi dati sensibili e riservati, che da anni ed anni ha la stima e la fiducia dei suddetti uffici ed è spesso un punto di riferimento, un’ancora di salvezza per il delicato lavoro di queste persone? Forse di risposte in mente ve ne verranno molte, ma non certo che queste figure sono dei precari il cui lavoro è ormai appeso ad un filo, persone che gestiscono il servizio informatico di tutti gli Uffici Giudiziari. Persone che avendo spesso un contratto a progetto, per definizione da svolgersi in grande autonomia, al contrario lavorano con una mera intermediazione gerarchica di società esterne e sotto la stretta subordinazione dei presidi CISIA (nucleo informatico ministeriale) e dei Magistrati referenti informatici. Questi lavoratori dello Stato “mascherati” da privati (dopo 15 anni di servizio sfido a confutare questa tesi) oggi rischiano il posto a causa sia delle gare d’appalto senza alcuna tutela per il personale, sia dei tagli e vessazioni che sono stati perpetrati negli anni dalle aziende, il tutto nella totale indifferenza del Ministero. Per tutto ciò c'è una sigla: Assistenza Tecnica Unificata…A.T.U. Il lavoro che un sistemista ATU compie quotidianamente è grossomodo il seguente: dopo aver firmato l'orario di entrata (anche dai “consulenti” viene preteso ciò) si reca nei Centri di Elaborazione Dati per i controlli di Routine delle svariate basi di dati, gestendo e di fatto controllando il cuore pulsante della macchina giustizia... Si controlla lo stato dei backup di sicurezza dei server, si consultano i files relativi alle anomalie dei sistemi, e molto altro.... Terminata questa fase si passa ad assistere gli utenti che hanno problemi di svariata natura: si va dall'errore di inserimento di dati, alla correzione dei fascicoli, all'analisi delle problematiche di funzionamento delle singole workstation, ai corsi sugli aggiornamenti degli applicativi, si fa persino assistenza psicologica per chi ha il rifiuto delle tecnologie... Senza contare gli interventi sull'hardware (fatti “a gratis” e a nostro rischio e pericolo) e persino di improvvisate mansioni di facchinaggio che ci vengono richieste alla bisogna (e se ti fai male ..zzi tuoi)! Insomma giudicate voi se siamo o no indispensabili al corretto funzionamento del sistema Giustizia...in effetti anche noi dopo anni di lavoro in questi uffici ci sentiamo ormai parte integrante del personale pur non essendolo formalmente... Le nostre aziende a volte si sono susseguite semplicemente rilevando per loro convenienza, senza alcun obbligo, i lavoratori già esistenti, contrattualizzandoli sempre peggio e guadagnandoci su anche 3-4 volte il costo che lo Stato avrebbe sostenuto se avesse invece assunto direttamente queste persone. Ora che si stanno portando avanti tagli e discutibili “ristrutturazioni” pian piano i vertici del Ministero della Giustizia e le società si stanno accordando per mandare in mezzo ad una strada sempre più persone…come se niente fosse, trattandole come PC vecchi in rottamazione…(anonimo ATU del centro-sud)  Scritto da: NeoAtu
|
